Formigli apparentemente aveva le mani libere ma di fatto, sostengono gli inquirenti, era un vero e proprio rappresentante in Comune degli interessi di Quadra, il cavallo di Troia dentro la Palazzo Vecchio
Formigli apparentemente aveva le mani libere ma di fatto, sostengono gli inquirenti, era un vero e proprio rappresentante in Comune degli interessi di Quadra, il cavallo di Troia dentro la Palazzo Vecchio. Ed è lui stesso a vantarsene mentre parla con il socio Bartoloni: «Tuo malgrado, l’unico interlocutore politico di una qualche affidabilità in questa città, tuo malgrado, sono solo io». E ricorda all’amico e socio: «Riccardino, te hai avuto modo di affidarti a persone che a me mi danno i brividi». E a proposito del piano di insediamenti produttivi a Padule, di Scandicci, quando Bartoloni esprime dubbi su come il Comune abbia potuto approvare e rendere esecutivo il progetto senza che gli stessi professionisti di Quadra avessero presentato un piano di sicurezza, Formigli rispondeva: «Perché siamo i più forti del mondo!». A sostenere Formigli c’è Antongiulio Barbaro, consigliere comunale, suo successore alla presidenza della terza commissione urbanistica. È il suo delfino, l’ex pupillo, come viene definito nelle conversazioni.
«NON MUOVO FOGLIA CHE IL CAPOGRUPPO NON VOGLIA»
Ed è proprio Barbaro che confida al Formigli «sai...io non muovo foglia che capogruppo non voglia. Credo di esserti quello più fedele a te che a mia moglie». Gli indagati, scrive il gip, dimostrano «un totale spregio delle regole». Come quando si parla dell’edificio che doveva essere realizzato prevedendo elementi di bioedilizia, così come previsto espressamente nel permesso di costruire rilasciato dalla direzione urbanistica. Quando l’architetto segna a Bartoloni che noi qui «di bioedilizia non s’ha una mazza » Bartoloni chiede: «Nulla, nulla, nulla?» , l’architetto risponde: « Ammesso che non si possa considerare che ne so l’uso dei mattoni...cioè l’uso dei materiali come il mattone che è un materiale naturale...Dopodichè non si ha nulla di nulla». Vabbé risponde Bartoloni «è una cosa che lasciava il tempo che trovava». E l’architetto: «Chi se ne frega, allora sto tranquillo». E in un’altra conversazione telefonica Bartoloni e l’architetto Guidi parlano dei pilastri realizzati in un’autorimessa e discutono sul fatto che sembrano non rispettare la normativa relativa alla resistenza al fuoco. Guidi chiede consiglio a Bartoloni, dice che «sulle travi non c’è più di tre centimetri di copriferro». Bartoloni suggerisce di mettere «una strusciatina di intonaco anche diverso per aumentare le dimensioni dei copriferri nelle travi e nei pilastri». Ciolli e Benedetti si mettevano a disposizione della società Quadra, assicurando per anni il rilascio dei permessi a costruire e facendo pressioni anche su altri uffici per l’eliminazione di qualsiasi ulteriore ostacolo.
I PROGETTI QUADRA
E a proposito dell’approvazione dei progetti Quadra, Ciolli nel corso di una conversazione telefonica bacchetta Bartoloni: «Riccardo, è da giugno che dico risolviamo questi problemi ». Ciolli non si sarebbe fatto scrupoli pur di raggiungere i suoi scopi. Proponeva a Bartoloni di falsificare gli atti amministrativi di una pratica edilizia di interesse della società Quadra: «Sarà meglio che tu me li mandi corretti...se c’è gli oneri timbrati, si leva un foglio e si mette un altro». Un sistema 'solidaristico' ben collaudato. Come emerge in occasione del viaggio di Ciolli a New York. Al ritorno dalla vacanza, il suo capoufficio Laura Achenza che gli aveva vistato il permesso lo accoglie cordialmente: «Bentornato signore, com’è andata? » . Ciolli risponde: «Bene, tutto bene » . La conversazione non lascia dubbi: Achenza sapeva che Ciolli si era assentato dall’ufficio per un viaggio di piacere e non per assistere la madre malata.
Fonte: corrierefiorentino.it
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29 ott 2009
28 ott 2009
L'ufficio intrallazzi per favorire gli amici. Tutte le manovre della Quadra che non quadrano.
Complessi immobiliari che lievitano, aree verdi che spariscono, palazzi che spuntano nei cortili di altri palazzi togliendo aria e luce, variazioni ad hoc del prg, documentazione incompleta, oneri di urbanizzazione mai pagati
Complessi immobiliari che lievitano, aree verdi che spariscono, palazzi che spuntano nei cortili di altri palazzi togliendo aria e luce, variazioni ad hoc del prg, documentazione incompleta, oneri di urbanizzazione mai pagati. Questo il quadro che emerge dall’inchiesta della polizia stradale e municipale coordinata dai pm Leopoldo De Gregorio e Giuseppina Mione. Alla società Quadra di Alberto Formigli era concesso quasi tutto, scrive il gip Rosario Lupo nell’ordinanza che ha portato all’arresto di sette persone. Per visionare le pratiche edilizie gli stessi tecnici dipendenti della direzione urbanistica devono compilare un apposito modulo. Una regola che vale per tutti ma non per Quadra. Negli uffici di Palazzo Vecchio, scrive il gip, si tengono le riunioni, si verificano i progetti delle pratiche edilizie e si studiano le strategie.
IL COMPLESSO DALMAZIA
Tra le 21 concessioni finite nel mirino degli investigatori c’è il complesso residenziale Dalmazia del gruppo Margheri. La concessione edilizia viene rilasciata per una ristrutturazione. Nella richiesta non si fa cenno alla richiesta di condono pendente presentata dai vecchi proprietari Nestlè e Lavazza. La richiesta venne bocciata e la mancata sanatoria comporta, secondo la legge, la demolizione o sanzioni pecuniarie. L’area venne qualificata come destinata all’attività commerciale e questo ha assicurato al gruppo Margheri un incremento della capacità edificatoria del 19 per cento. In corso d’opera, sulla scorta degli atti rilasciati dall’ufficio edilizia privata di Firenze, gli appartamenti da 179 diventano 188 e i garage dai 170 inizialmente previsti diventano 366 su due piani. Uno di quegli appartamenti venne acquistato dalla figlia di Ciolli (funzionario del Comune indagato) e, secondo le indagini della Finanza, non venne pagato integralmente: dal prezzo originario di 290 mila euro ci fu una riduzione di 70 mila euro. In via del Podestà, invece, tra le colline del Galluzzo, spuntano 19 terratetto. L’area, inserita nel parco storico delle colline, è totalmente inedificabile. Ma il 19 settembre 2005 il consiglio comunale vota a maggioranza una variante urbanistica che dà il via libera al progetto di Quadra. Quel giorno Formigli fu uno dei consiglieri comunali che votarono a favore della variante.
L'AREA DEL FERRALE
Stessa cosa anche per l’area del Ferrale, vicino a Ponte a Greve, area per la raccolta e il riciclaggio di auto veicoli rottamati la cui destinazione originaria era di «area agricola che ricade in ambito di reperimento di parchi, riserve e areee naturali di interesse locale»: il consiglio comunale nel febbraio 2007 approva una variante al prg. A quella seduta tra i 23 voti favorevoli ci sono quelli di Formigli e di Barbaro, il suo pupillo. Unico voto contrario quello della consigliera Ornella De Zordo. C’è poi l’immobile di viale Corsica 27. Da gennaio è sotto sequestro. Il palazzo venne praticamente costruito in una corte interna. La pratica edilizia viene avviata nel 2003, il permesso a costruire, trasformando il locale commerciale in edificio residenziale, arriva nel 2005. Il progettista è Riccardo Bartoloni, il responsabile del procedimento Bruno Ciolli, il tecnico istruttore Giovanni Benedetti. Nel progetto originario era prevista la demolizione di una parte di seminterrato. Con la variante il nuovo palazzo viene realizzato in un’area libera, il fabbricato non è stato demolito mentre sono stati abbattuti alcuni cipressi.
QUADRA KEY
Anche per la pratica del Residence Quadra Key di via Bardazzi, Ciolli e Benedetti avrebbero avuto un ruolo decisivo. Per la richiesta di concessione, necessaria per la ristrutturazione del complesso— due edifici per appartamenti e residence — Quadra non consegna la certificazione di proprietà e gli atti amministrativi che legittimano gli immobili. L’immobile venne accatastato come residenziale ad eccezione di una parte al pian terreno destinata ad accogliere la sede di un istituto di credito. Per il residence che «vanta una posizione invidiabile appena fuori dal centro storico di Firenze» — così viene presentato sul web — il Comune non chiede l’integrazione degli oneri di urbanizzazione e di costruzione. E dunque Quadra versa solo i costi di costruzione per gli insediamenti residenziali, ma non per quelli turistici, che ammontano a 40 mila euro. Con un danno per le casse di Palazzo Vecchio.
Fonte: corrierefiorentino.it
Complessi immobiliari che lievitano, aree verdi che spariscono, palazzi che spuntano nei cortili di altri palazzi togliendo aria e luce, variazioni ad hoc del prg, documentazione incompleta, oneri di urbanizzazione mai pagati. Questo il quadro che emerge dall’inchiesta della polizia stradale e municipale coordinata dai pm Leopoldo De Gregorio e Giuseppina Mione. Alla società Quadra di Alberto Formigli era concesso quasi tutto, scrive il gip Rosario Lupo nell’ordinanza che ha portato all’arresto di sette persone. Per visionare le pratiche edilizie gli stessi tecnici dipendenti della direzione urbanistica devono compilare un apposito modulo. Una regola che vale per tutti ma non per Quadra. Negli uffici di Palazzo Vecchio, scrive il gip, si tengono le riunioni, si verificano i progetti delle pratiche edilizie e si studiano le strategie.
IL COMPLESSO DALMAZIA
Tra le 21 concessioni finite nel mirino degli investigatori c’è il complesso residenziale Dalmazia del gruppo Margheri. La concessione edilizia viene rilasciata per una ristrutturazione. Nella richiesta non si fa cenno alla richiesta di condono pendente presentata dai vecchi proprietari Nestlè e Lavazza. La richiesta venne bocciata e la mancata sanatoria comporta, secondo la legge, la demolizione o sanzioni pecuniarie. L’area venne qualificata come destinata all’attività commerciale e questo ha assicurato al gruppo Margheri un incremento della capacità edificatoria del 19 per cento. In corso d’opera, sulla scorta degli atti rilasciati dall’ufficio edilizia privata di Firenze, gli appartamenti da 179 diventano 188 e i garage dai 170 inizialmente previsti diventano 366 su due piani. Uno di quegli appartamenti venne acquistato dalla figlia di Ciolli (funzionario del Comune indagato) e, secondo le indagini della Finanza, non venne pagato integralmente: dal prezzo originario di 290 mila euro ci fu una riduzione di 70 mila euro. In via del Podestà, invece, tra le colline del Galluzzo, spuntano 19 terratetto. L’area, inserita nel parco storico delle colline, è totalmente inedificabile. Ma il 19 settembre 2005 il consiglio comunale vota a maggioranza una variante urbanistica che dà il via libera al progetto di Quadra. Quel giorno Formigli fu uno dei consiglieri comunali che votarono a favore della variante.
L'AREA DEL FERRALE
Stessa cosa anche per l’area del Ferrale, vicino a Ponte a Greve, area per la raccolta e il riciclaggio di auto veicoli rottamati la cui destinazione originaria era di «area agricola che ricade in ambito di reperimento di parchi, riserve e areee naturali di interesse locale»: il consiglio comunale nel febbraio 2007 approva una variante al prg. A quella seduta tra i 23 voti favorevoli ci sono quelli di Formigli e di Barbaro, il suo pupillo. Unico voto contrario quello della consigliera Ornella De Zordo. C’è poi l’immobile di viale Corsica 27. Da gennaio è sotto sequestro. Il palazzo venne praticamente costruito in una corte interna. La pratica edilizia viene avviata nel 2003, il permesso a costruire, trasformando il locale commerciale in edificio residenziale, arriva nel 2005. Il progettista è Riccardo Bartoloni, il responsabile del procedimento Bruno Ciolli, il tecnico istruttore Giovanni Benedetti. Nel progetto originario era prevista la demolizione di una parte di seminterrato. Con la variante il nuovo palazzo viene realizzato in un’area libera, il fabbricato non è stato demolito mentre sono stati abbattuti alcuni cipressi.
QUADRA KEY
Anche per la pratica del Residence Quadra Key di via Bardazzi, Ciolli e Benedetti avrebbero avuto un ruolo decisivo. Per la richiesta di concessione, necessaria per la ristrutturazione del complesso— due edifici per appartamenti e residence — Quadra non consegna la certificazione di proprietà e gli atti amministrativi che legittimano gli immobili. L’immobile venne accatastato come residenziale ad eccezione di una parte al pian terreno destinata ad accogliere la sede di un istituto di credito. Per il residence che «vanta una posizione invidiabile appena fuori dal centro storico di Firenze» — così viene presentato sul web — il Comune non chiede l’integrazione degli oneri di urbanizzazione e di costruzione. E dunque Quadra versa solo i costi di costruzione per gli insediamenti residenziali, ma non per quelli turistici, che ammontano a 40 mila euro. Con un danno per le casse di Palazzo Vecchio.
Fonte: corrierefiorentino.it
Gli uomini PD arrestati a Firenze si sentivano gli uomini "più forti del mondo".
"Siamo i più forti del mondo" fu una frase pronunciata dopo l'approvazione di una pratica 'difficile'; "Non si muove foglia che il capogruppo non voglia" quella ascoltata quando altre pratiche venivano condizionate. E ancora: "Siamo più fedeli tra noi che con le mogli". Queste alcune frasi emerse da intercettazioni telefoniche e ambientali raccolte nelle indagini che vedono al centro la società di progettazione edilizia Quadra fondata, tra gli altri, dall'ex capogruppo del Pd, Alberto Formigli, già presidente della commissione urbanistica di Palazzo Vecchio. Quest'ultimo, finito oggi agli arresti domiciliari, si dimise poi dall'incarico di capogruppo il 3 dicembre scorso proprio in seguito alle polemiche su un presunto conflitto di interessi tra il suo ruolo di politico e quello di fondatore ed ex socio di Quadra.
L'inchiesta, coordinata dalla procura di Firenze, ha portato a sette arresti, uno in carcere, gli altri ai domiciliari, e a indagare in totale 24 persone. Coinvolti imprenditori, liberi professionisti e dipendenti del Comune di Firenze. Le intercettazioni, hanno reso noto i pm Leopoldo De Gregorio e Giuseppina Mione, mostrano che i soci di Quadra frequentavano giornalmente l'ufficio edilizia privata del Comune di Firenze dove si confrontavano con i responsabili, i geometri Bruno Ciolli e Giovanni Benedetti, su tutte le richieste di permessi pervenute all'ufficio.
In un'intercettazione ambientale resa nota in conferenza stampa dal pm Mione l'ex presidente dell'ordine degli architetti di Firenze Bartoloni detta alcune modifiche per far approvare un progetto: a scrivere sotto dettatura, nel suo stesso ufficio, è il geometra Benedetti; poi Ciolli firmerà la pratica come capo ufficio. In altre intercettazioni ambientali, ottenute con microcamere, si vede Bartoloni che lavora al computer di Benedetti; in un'altra, il geometra Alberto Vinattieri, già dipendente part-time del Comune e socio di Quadra, viene visto normalmente lavorare al tavolo di Benedetti.
Grazie alle intercettazioni sarebbe stata riscontrata anche la falsificazione delle tavole di progetti. Il sodalizio tra gli indagati viene evidenziato dalla procura anche rispetto ad abituali scambi di badge per giustificare assenze. Una, sempre riferita dai pm, anche clamorosa: Ciolli fa una vacanza a New York ma avrebbe giustificato l'assenza dicendo di dover accudire la madre ammalata. Tra gli indagati figura, proprio per aver timbrato al posto di Ciolli il suo cartellino, una dipendente comunale.
Quadra, secondo la procura, aveva corsie preferenziali nell'ottenimento delle autorizzazioni comunali per sé e a favore di ditte 'amiche'. Sono una decina le società di costruzioni coinvolte nell'inchiesta. Secondo quanto emerge i geometri comunali Ciolli e Benedetti, trattando con una di queste, avrebbero ottenuto guadagni illeciti poi dirottati su propri investimenti in Ucraina. "Gli indagati - hanno ancora spiegato i pm Mione e De Gregorio - erano a piena e continua disposizione di imprenditori e professionisti per agevolare e gestire le pratiche edilizie".
"Tra loro Formigli - hanno ancora detto - è stato abilissimo ad interpretare il duplice ruolo di consigliere comunale e di socio occulto di Quadra, mentre Barbaro era stato messo a capo della commissione urbanistica per attuare le intenzioni di Quadra". I pm hanno parlato di "meccanismo di solidarietà in atto da anni" tra i principali indagati dell'inchiesta, che riguarda 21 interventi edilizi a Firenze. "A parte la corruzione, che è il titolo giuridico - ha commentato il procuratore Quattrocchi - siamo davanti a una corrosione del rispetto dell'etica pubblica e della civitas, un rispetto che deve funzionare per tutti come orientamento nella vita della comunità".
Oltre ai sette arrestati, ci sono 17 denunciati mentre 21 sono state le perquisizioni eseguite oggi. Tre dipendenti comunali, non arrestati, sono stati sospesi dall'esercizio del loro pubblico ufficio. I reati contestati nell'inchiesta sono, a vario titolo, associazione per delinquere, corruzione, abuso d'ufficio, truffa aggravata, falso ideologico. Sotto esame 21 interventi edilizi, fra cui il complesso ex Lavazza di piazza Dalmazia. In questo edificio di nuova costruzione, hanno detto i pm, la figlia di Ciolli ha ottenuto un appartamento con un forte sconto. Inoltre, rispetto all'ipotesi di truffa aggravata il pm Mione ha detto che si riferisce ad un intervento per appartamenti in edilizia agevolata in via di Scandicci nell'ambito del progetto '20 mila alloggi in citta''.
I lavori, ha spiegato il pm, si sarebbero svolti senza rispetto della normativa sulle barriere architettoniche, di quella antincendio e senza usare materiali di bioedilizia. Gli atti relativi sono stati già inviati alla Corte dei Conti per verificare eventuali danni erariali.
Fonte: gonews.it
L'inchiesta, coordinata dalla procura di Firenze, ha portato a sette arresti, uno in carcere, gli altri ai domiciliari, e a indagare in totale 24 persone. Coinvolti imprenditori, liberi professionisti e dipendenti del Comune di Firenze. Le intercettazioni, hanno reso noto i pm Leopoldo De Gregorio e Giuseppina Mione, mostrano che i soci di Quadra frequentavano giornalmente l'ufficio edilizia privata del Comune di Firenze dove si confrontavano con i responsabili, i geometri Bruno Ciolli e Giovanni Benedetti, su tutte le richieste di permessi pervenute all'ufficio.
In un'intercettazione ambientale resa nota in conferenza stampa dal pm Mione l'ex presidente dell'ordine degli architetti di Firenze Bartoloni detta alcune modifiche per far approvare un progetto: a scrivere sotto dettatura, nel suo stesso ufficio, è il geometra Benedetti; poi Ciolli firmerà la pratica come capo ufficio. In altre intercettazioni ambientali, ottenute con microcamere, si vede Bartoloni che lavora al computer di Benedetti; in un'altra, il geometra Alberto Vinattieri, già dipendente part-time del Comune e socio di Quadra, viene visto normalmente lavorare al tavolo di Benedetti.
Grazie alle intercettazioni sarebbe stata riscontrata anche la falsificazione delle tavole di progetti. Il sodalizio tra gli indagati viene evidenziato dalla procura anche rispetto ad abituali scambi di badge per giustificare assenze. Una, sempre riferita dai pm, anche clamorosa: Ciolli fa una vacanza a New York ma avrebbe giustificato l'assenza dicendo di dover accudire la madre ammalata. Tra gli indagati figura, proprio per aver timbrato al posto di Ciolli il suo cartellino, una dipendente comunale.
Quadra, secondo la procura, aveva corsie preferenziali nell'ottenimento delle autorizzazioni comunali per sé e a favore di ditte 'amiche'. Sono una decina le società di costruzioni coinvolte nell'inchiesta. Secondo quanto emerge i geometri comunali Ciolli e Benedetti, trattando con una di queste, avrebbero ottenuto guadagni illeciti poi dirottati su propri investimenti in Ucraina. "Gli indagati - hanno ancora spiegato i pm Mione e De Gregorio - erano a piena e continua disposizione di imprenditori e professionisti per agevolare e gestire le pratiche edilizie".
"Tra loro Formigli - hanno ancora detto - è stato abilissimo ad interpretare il duplice ruolo di consigliere comunale e di socio occulto di Quadra, mentre Barbaro era stato messo a capo della commissione urbanistica per attuare le intenzioni di Quadra". I pm hanno parlato di "meccanismo di solidarietà in atto da anni" tra i principali indagati dell'inchiesta, che riguarda 21 interventi edilizi a Firenze. "A parte la corruzione, che è il titolo giuridico - ha commentato il procuratore Quattrocchi - siamo davanti a una corrosione del rispetto dell'etica pubblica e della civitas, un rispetto che deve funzionare per tutti come orientamento nella vita della comunità".
Oltre ai sette arrestati, ci sono 17 denunciati mentre 21 sono state le perquisizioni eseguite oggi. Tre dipendenti comunali, non arrestati, sono stati sospesi dall'esercizio del loro pubblico ufficio. I reati contestati nell'inchiesta sono, a vario titolo, associazione per delinquere, corruzione, abuso d'ufficio, truffa aggravata, falso ideologico. Sotto esame 21 interventi edilizi, fra cui il complesso ex Lavazza di piazza Dalmazia. In questo edificio di nuova costruzione, hanno detto i pm, la figlia di Ciolli ha ottenuto un appartamento con un forte sconto. Inoltre, rispetto all'ipotesi di truffa aggravata il pm Mione ha detto che si riferisce ad un intervento per appartamenti in edilizia agevolata in via di Scandicci nell'ambito del progetto '20 mila alloggi in citta''.
I lavori, ha spiegato il pm, si sarebbero svolti senza rispetto della normativa sulle barriere architettoniche, di quella antincendio e senza usare materiali di bioedilizia. Gli atti relativi sono stati già inviati alla Corte dei Conti per verificare eventuali danni erariali.
Fonte: gonews.it
12 dic 2008
Arrestato l'architetto di Castello. Marco Casamonti a Sollicciano. È coinvolto anche nelle indagini sull'area Fondiaria.
Avrebbe pilotato una gara d'appalto nella provincia aretina
È finito in carcere con l'accusa di turbativa d'asta l'architetto Marco Casamonti. Il professionista fiorentino, 43 anni, indagato anche per corruzione nell'ambito dell'inchiesta su Castello, è stato arrestato ieri dai carabinieri del Ros e del Comando provinciale fiorentino e trasferito nel carcere di Sollicciano su disposizione del giudice per le indagini preliminari Rosario Lupo, lo stesso che ha firmato il decreto di sequestro dell'area di Castello. Entrambe le inchieste che lo coinvolgono nascono dalle intercettazioni sulle indagini del project financing. Questa volta il pool di inquirenti — composto dal procuratore capo Giuseppe Quattrocchi e dai sostituti Giuseppina Mione, Gianni Tei e Giulio Monferini — lo accusa di aver pilotato una gara d'appalto indetta dal Comune di Terranuova Bracciolini: si tratta del project financing per la ristrutturazione di un edificio in zona Macelli. La base d'asta della gara era di 98 mila euro. Il fatto contestato si riferisce all'inizio di ottobre.
GLI ALTRI INDAGATI
Insieme a Casamonti sono indagati anche altri professionisti e la dirigente dell'ufficio urbanistica e lavori pubblici dell'amministrazione comunale in provincia di Arezzo. Secondo l'accusa Marco Casamonti, difeso dall'avvocato Giuseppe Taddeucci Sassolini, avrebbe organizzato personalmente la turbativa d'asta, avvalendosi della complicità di due studi per ottenere «offerte d'appoggio». Risultato: quella gara fu aggiudicata da un partecipante che presentò la busta con il minimo ribasso in modo da risultare il miglior offerente. Casamonti si sarebbe «spartito» il risultato di quella vittoria. Per gli inquirenti l'architetto finito ieri agli arresti non è un professionista qualunque. La tesi della procura è che Casamonti abbia avuto un ruolo chiave in diversi Comuni: a Terranuova Bracciolini, dove si sarebbe mosso in maniera molto disinvolta per la vicenda della gara, e a Firenze, dove è uno dei tecnici progettisti assunto alle dipendenze della Europrogetti del gruppo Ligresti «per volontà dell'assessore Biagi », come risulta dal decreto di sequestro preventivo dell'area di Castello. Doveva essere lui, infatti, a predisporre il progetto per la futura sede della Regione.
GLI APPALTI IN PROVINCIA
Il professionista si mostra molto interessato anche ad altri appalti di rilievo della Provincia di Firenze. Come quello che deve essere portato a termine nella zona di Montelupo Fiorentino. E si dà da fare per capire se quella sia o meno una «gara libera». Di fatto la Provincia di Firenze, rilevano gli inquirenti, ha pubblicato un bando di gara per la progettazione del collegamento stradale tra la statale 67 e la strada provinciale 106 tra i Comuni di Empoli, Montelupo Fiorentino, Capraia e Limite. La prima apparizione di Casamonti nell'inchiesta risale al 30 gennaio 2008 quando in una telefonata intercettata dagli investigatori si lamenta con Biagi del fatto che il tecnico comunale Ciolli si è rifiutato di ricevere in via amichevole alcuni documenti portati in Comune per Fondiaria. Proprio il rapporto con l'ex assessore all'urbanistica Gianni Biagi è uno dei punti fondamentali dell'inchiesta su Castello.
LE INTERCETTAZIONI
«Oggi — dice Casamonti — sono andati lì a consegnare il materiale definitivo per Fondiaria da Ciolli e lui ha detto ‘‘ora i rapporti sono cambiati, non ci potete consegnare nulla in modo amichevole come prima, dovete aspettare le nostre lettere'' ». E Biagi: «Gli dici che hai parlato con me, certo che lo puoi lasciare» . È evidente, spiega il gip Lupo nel decreto di sequestro, che i due architetti sono persone di fiducia di Biagi e che tra loro vi sono accordi per raggiungere i rispettivi fini: gli architetti per guadagnare con l'assunzione di incarichi remunerativi — vi sono telefonate da cui emerge che Casamonti vanterebbe un credito nei confronti di Fondiaria di 500 mila euro, scrive il giudice Lupo — per Biagi la possibilità di muoversi su più fronti, quello pubblico e privato, acquisendo sempre più potere. In una telefonata con Ligresti Casamonti si lascia andare a una vera e propria dichiarazione d'amore: «Quello che mi interessa è portare a casa il risultato, riuscire ad avere la concessione edilizia e darle i permessi... questo è il mio obiettivo, gliel'ho promesso... ho stima di lei... lei è una persona di cui anche io mi sono un po' innamorato, perché è una persona di grande carisma, un grande imprenditore... io voglio portare a casa questo risultato... e come vede anche oggi che è il 2 maggio non sono a fare il ponte... sono in studio».
Ecco l'articolo incriminato: leggi
Fonte: corrierefiorentino.it
È finito in carcere con l'accusa di turbativa d'asta l'architetto Marco Casamonti. Il professionista fiorentino, 43 anni, indagato anche per corruzione nell'ambito dell'inchiesta su Castello, è stato arrestato ieri dai carabinieri del Ros e del Comando provinciale fiorentino e trasferito nel carcere di Sollicciano su disposizione del giudice per le indagini preliminari Rosario Lupo, lo stesso che ha firmato il decreto di sequestro dell'area di Castello. Entrambe le inchieste che lo coinvolgono nascono dalle intercettazioni sulle indagini del project financing. Questa volta il pool di inquirenti — composto dal procuratore capo Giuseppe Quattrocchi e dai sostituti Giuseppina Mione, Gianni Tei e Giulio Monferini — lo accusa di aver pilotato una gara d'appalto indetta dal Comune di Terranuova Bracciolini: si tratta del project financing per la ristrutturazione di un edificio in zona Macelli. La base d'asta della gara era di 98 mila euro. Il fatto contestato si riferisce all'inizio di ottobre.
GLI ALTRI INDAGATI
Insieme a Casamonti sono indagati anche altri professionisti e la dirigente dell'ufficio urbanistica e lavori pubblici dell'amministrazione comunale in provincia di Arezzo. Secondo l'accusa Marco Casamonti, difeso dall'avvocato Giuseppe Taddeucci Sassolini, avrebbe organizzato personalmente la turbativa d'asta, avvalendosi della complicità di due studi per ottenere «offerte d'appoggio». Risultato: quella gara fu aggiudicata da un partecipante che presentò la busta con il minimo ribasso in modo da risultare il miglior offerente. Casamonti si sarebbe «spartito» il risultato di quella vittoria. Per gli inquirenti l'architetto finito ieri agli arresti non è un professionista qualunque. La tesi della procura è che Casamonti abbia avuto un ruolo chiave in diversi Comuni: a Terranuova Bracciolini, dove si sarebbe mosso in maniera molto disinvolta per la vicenda della gara, e a Firenze, dove è uno dei tecnici progettisti assunto alle dipendenze della Europrogetti del gruppo Ligresti «per volontà dell'assessore Biagi », come risulta dal decreto di sequestro preventivo dell'area di Castello. Doveva essere lui, infatti, a predisporre il progetto per la futura sede della Regione.
GLI APPALTI IN PROVINCIA
Il professionista si mostra molto interessato anche ad altri appalti di rilievo della Provincia di Firenze. Come quello che deve essere portato a termine nella zona di Montelupo Fiorentino. E si dà da fare per capire se quella sia o meno una «gara libera». Di fatto la Provincia di Firenze, rilevano gli inquirenti, ha pubblicato un bando di gara per la progettazione del collegamento stradale tra la statale 67 e la strada provinciale 106 tra i Comuni di Empoli, Montelupo Fiorentino, Capraia e Limite. La prima apparizione di Casamonti nell'inchiesta risale al 30 gennaio 2008 quando in una telefonata intercettata dagli investigatori si lamenta con Biagi del fatto che il tecnico comunale Ciolli si è rifiutato di ricevere in via amichevole alcuni documenti portati in Comune per Fondiaria. Proprio il rapporto con l'ex assessore all'urbanistica Gianni Biagi è uno dei punti fondamentali dell'inchiesta su Castello.
LE INTERCETTAZIONI
«Oggi — dice Casamonti — sono andati lì a consegnare il materiale definitivo per Fondiaria da Ciolli e lui ha detto ‘‘ora i rapporti sono cambiati, non ci potete consegnare nulla in modo amichevole come prima, dovete aspettare le nostre lettere'' ». E Biagi: «Gli dici che hai parlato con me, certo che lo puoi lasciare» . È evidente, spiega il gip Lupo nel decreto di sequestro, che i due architetti sono persone di fiducia di Biagi e che tra loro vi sono accordi per raggiungere i rispettivi fini: gli architetti per guadagnare con l'assunzione di incarichi remunerativi — vi sono telefonate da cui emerge che Casamonti vanterebbe un credito nei confronti di Fondiaria di 500 mila euro, scrive il giudice Lupo — per Biagi la possibilità di muoversi su più fronti, quello pubblico e privato, acquisendo sempre più potere. In una telefonata con Ligresti Casamonti si lascia andare a una vera e propria dichiarazione d'amore: «Quello che mi interessa è portare a casa il risultato, riuscire ad avere la concessione edilizia e darle i permessi... questo è il mio obiettivo, gliel'ho promesso... ho stima di lei... lei è una persona di cui anche io mi sono un po' innamorato, perché è una persona di grande carisma, un grande imprenditore... io voglio portare a casa questo risultato... e come vede anche oggi che è il 2 maggio non sono a fare il ponte... sono in studio».
Ecco l'articolo incriminato: leggi
Fonte: corrierefiorentino.it
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