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21 set 2012

Tutte le accuse di Fiorito. «Ecco la lettera che informò Polverini»

«Così il presidente Abbruzzese spartiva i soldi».
Si era perso il senso della misura, tutti volevano denaro

ROMA - Ci sono i «ladri» che si facevano saldare le fatture false e i vertici che avallavano la distribuzione irregolare dei fondi. Ci sono le spese folli di chi avrebbe invece dovuto controllare la regolarità dei finanziamenti. E poi ci sono i parenti assunti come dirigenti, i consulenti pagati a peso d'oro, le vacanze da sogno trasformate in «missioni» politiche. Ma ci sono anche le cifre che lui stesso è accusato di aver rubato. Le prime verifiche dimostrano che è molto più di quanto si credeva: oltre un milione di euro spostato sui propri conti in Italia e all'estero.

Eccolo il «sistema» Lazio raccontato da Franco Fiorito. Ecco le accuse contro i suoi colleghi di partito, le bordate contro la governatrice Renata Polverini e il presidente del Consiglio Mario Abbruzzese. Ma anche i sospetti lanciati contro gli altri partiti. Il verbale che dà conto delle sette ore di interrogatorio davanti al procuratore aggiunto Alberto Caperna e al sostituto Alberto Pioletti entra nei dettagli delle ruberie, elencando nomi e circostanze che hanno segnato questi due anni di governo. Non si salva «er Batman» dall'accusa di peculato, ma prima di cadere trascina tutti con sé. In realtà quando cominciano a filtrare le dichiarazioni su quanto ha raccontato ai magistrati nega di aver parlato del governatore. Ma sono i suoi legali Carlo Taormina ed Enrico Pavia a rilanciare: «Ci saranno sviluppi clamorosi».

Polverini e il patto occulto
Scandisce Fiorito di fronte ai pubblici ministeri: «Mi risulta che anche gli altri gruppi siano nelle condizioni del Pdl e quindi chiedo formalmente l'acquisizione della documentazione che riguarda l'intero consiglio». Già giovedì gli investigatori del Nucleo valutario sono tornati negli uffici della Regione per acquisire i documenti che riguardano l'erogazione dei fondi a tutte le formazioni. Altre carte sono state prese nella filiale Unicredit interna al palazzo dove sono aperti i conti correnti dei partiti sui quali vengono addebitate le somme elargite mensilmente. Poi interrogano lo stesso Abbruzzese, dopo che ieri era stato ascoltato - sempre come testimone - il segretario Nazzareno Cicinelli.

È una verifica necessaria visto che l'ex capogruppo afferma: «È stato l'ufficio di presidenza del Consiglio a fissare le regole, ma le indicazioni su come erogare i finanziamenti sono arrivati dalla Giunta Regionale. E dunque Renata Polverini sapeva perfettamente come funzionava, non poteva ignorare che si fosse deciso di assegnare 100 mila euro ad ogni consigliere che però potevano essere aumentati fino a 300 mila. Anche perché lei stessa è sostenuta da una lista che porta il suo nome, godeva di queste elargizioni e provvedeva poi alla spartizione tra i vari consiglieri. C'era un accordo per consentire una simile procedura e, a seconda dell'incarico ricoperto, si riuscivano ad ottenere somme sempre più alte». Usa toni pesanti quando parla della gestione di Abbruzzese. «Perché - spiega - dopo la delibera della Giunta era lui a verificare tutte le voci di bilancio - dai trasporti, alla scuola - e reperire da quegli accantonamenti i soldi necessari a far sì che ogni consigliere avesse garantiti almeno i 100 mila euro».

La lettera di luglio
Proprio per dimostrare come tutti fossero informati delle «irregolarità», Fiorito consegna ai magistrati la copia di una lettera che ha inviato ai consiglieri del Pdl, alla Polverini, ad Abbruzzese e al suo vice De Romanis il 18 luglio scorso e nella quale affermava: «Sollecitato da alcuni zelanti colleghi ho proceduto ad una serie di controlli sui documenti giustificativi delle spese effettuate. Trovando una situazione assolutamente insostenibile con assenze totali di documentazioni in alcuni casi e con giustificazioni diciamo così "da approfondire" eccessivamente generiche e prive di riscontri effettivi. Ovviamente scrivo sperando nella buona fede di ciascuno e nella immediata capacità di ognuno di fornire risposte rapide ed efficaci». Ed ecco le comunicazioni personali: «Ho già inviato una serie di missive per i casi più evidenti, per le quali attendo risposta immediata comunicando sin da ora che non potranno essere tollerati equivoci di alcun genere e che ove necessario agirò a mia e nostra tutela». In quei giorni la polemica sull'allegra gestione era già cominciata, dunque si sta verificando se la scelta di Fiorito potesse essere legata alla necessità di ottenere una «copertura».

«Ossessionato da otto "ladri"»
Nelle due casse di documenti consegnate agli investigatori ci sono le «schede» dei sedici consiglieri del Pdl. Ma è su otto che si concentrano i sospetti di Fiorito. Elenca i loro nomi e poi racconta in base a quali circostanze si sia convinto della possibilità che una parte della documentazione contabile che gli consegnavano per avere i soldi «fosse falsa». «Si era perso il senso della misura, ormai non si faceva più politica e ormai i consiglieri erano anche in lotta tra di loro per ottenere il denaro. Chiedevano tutti soldi, erano diventati insopportabili, una persecuzione. Mi telefonavano continuamente o mi aspettavano fuori dall'ufficio per chiedermi soldi per cene, book fotografici, manifestazioni. Mi sono stati chiesti anche 10 mila euro per una cena di 300 persone in locali in cui non so se potessero contenere tutte quelle persone».

Poi l'ex capogruppo cita nomi e circostanze. Di Lidia Nobili che chiama «albero di Natale» per il suo look eccentrico dice: «Ormai era diventata una vicenda umana, mi perseguitava per chiedermi soldi, più di quanti gliene spettassero». Elargizioni pesanti anche per Chiara Colosimo «che prese almeno 50 mila euro per le manifestazioni alle quali partecipavano Giorgia Meloni e Fabio Rampelli». Se Carlo De Romanis «otteneva i finanziamenti per i giovani del Ppe», Giancarlo Miele «si concentrava sui buoni benzina, sulle cravatte e sulle cene», mentre Andrea Bernaudo «credo abbia concesso consulenze fittizie». Nell'elenco dei «cattivi» Fiorito inserisce anche Veronica Cappellaro e Romolo Del Balzo che, aveva già raccontato, «ha sistemato alla Regione i suoi parenti». In realtà non è l'unico. Anche il segretario Salvatore Ronghi è riuscito a piazzare la sua fidanzata Gabriella Peluso facendole ottenere un posto da dirigente con un compenso di 100 mila euro annui.

Oltre un milione tra Italia e Spagna
Accusa gli altri Fiorito, ma poi deve difendersi per le sue ruberie. I conti effettuati dalla Guardia di Finanza raccontano che le cifre sottratte al partito sono ben oltre i 730 mila euro, come aveva già denunciato il suo successore Francesco Battistoni in una memoria preparata dai suoi consulenti legali Enrico e Roberto Valentini. Durante l'interrogatorio gli contestano di aver spostato 747 mila euro sui propri conti correnti italiani e ben 314 mila su quelli spagnoli per un totale di un milione e 61 mila euro. Lui ostenta sicurezza: «Era tutto regolare, se ho commesso degli errori ne risponderò, ma non ho mai preso un centesimo oltre quello che mi spettava». E così risponde alla contestazione di aver effettuato quei 109 bonifici tutti per identiche cifre nel tentativo di sfuggire ai controlli interni: «Si tratta di operazioni tracciabili, se avessi voluto rubare l'avrei fatto in un altro modo. E anche la scelta di tenere le auto acquistate per il partito è avvenuta in maniera regolare, tanto che sono io a pagarle». Una difesa che non convince. Non a caso il suo avvocato Taormina sta valutando la possibilità di fargli restituire quanto risulta aver preso oltre la cifra fissata dalla normativa.

Fonte: corriere.it

16 set 2012

Pdl Lazio, spese pazze non solo di Fiorito. Ostriche e champagne con i fondi regionali

Indagato ex capogruppo, si scatena la faida all'interno del gruppo. Ecco Le note spese incriminate: feste a Cinecittà, le spese di Battistoni

ROMA - Da una parte, i bonifici di Franco Fiorito per 753 mila euro. Dall'altra, le «spese pazze» dei consiglieri Pdl alla Regione. Quello che emerge, carta dopo carta, documento dopo documento, è un quadro quasi sconvolgente dove i soldi pubblici, erogati al gruppo pidiellino della Pisana, venivano usati per i fini più disparati: cene e pranzi al ristorante, aperitivi per gli ospiti, ma anche pubblicità su siti web, contributi ad associazioni «vicine», cravatte di Marinella, champagne francese da regalare a Natale, servizi fotografici d'autore, feste a Cinecittà con i costumi da antichi romani. Quando ha visto le carte, il coordinatore regionale Vincenzo Piso, è saltato sulla sedia: perché è chiaro, sempre di più, che nel Pdl il problema non è circoscritto a Fiorito ma che si allarga ad altri consiglieri. Un fenomeno che potrebbe avere sviluppi ancora più ampi: perché la Procura, che ieri ha iscritto l'ex capogruppo nel registro degli indagati con l'accusa di peculato, potrebbe decidere di allargare il suo raggio d'azione prima a tutto il Pdl e poi a tutto il consiglio regionale. E lì se ne potrebbero vedere delle belle. Per il momento, però, è il centrodestra sotto i riflettori. E il Corriere è in grado, adesso, di documentare molte delle spese sostenute dai consiglieri pidiellini.

Le cene e i siti di Battistoni
Nei conti del gruppo Pdl, visionati ieri da Piso, c'è un pacco di fatture che si riferiscono alle spese del neocapogruppo Francesco Battistoni. Ci sono i soldi erogati all'associazione «Ruggiero Marino Lazzaroni», di Ronciglione (Vt) per la «promozione politica Pdl»: 5 bonifici per circa 50 mila euro. E quelli ad altre realtà del viterbese: l'associazione «Newtuscia» (2 mila euro per un banner pubblicitario), il «Nuovo Corriere Viterbese» (3 mila euro: pubblicità iniziativa politica), «Tusciaweb» (8 mila, banner e redazionali), «Jamma srl», i «Funamboli Onair» (altri 4 mila euro «per seguire le attività Pdl sul territorio»), «Associazione culturale Ipen» (2.499,99 euro). E ancora: 4.892 a «Medialive» per «servizi per il presidente della commissione agricoltura» (su una serie di siti web locali), due noleggi di auto (uno per un'ora e mezza: 128 euro), buoni benzina alla Ip, francobolli, una serie di pagamenti alla «Majakovskij Comunicazione» per circa 52 mila euro, il noleggio di una fotocopiatrice per 2.700 euro, computer, Blackberry, monitor, le agende del consiglio regionale (600 euro). E poi le cene, al «Pepenero» di Capodimonte (Vt) sul lago di Bolsena (dalle 16 alle 120 persone a volte, si va dagli 800 ai 6 mila euro, ai ristoranti della zona, all'agriturismo «Villa Torriti», a «L'Antico Casale» di San Martino al Cimino (2.280 euro, 76 persone). Tutte spese fatte rientrare sotto la voce dell'attività politica del Pdl.

Le foto della Cappellaro
Veronica Cappellaro, eletta nel listino bloccato, è una berlusconiana doc, oggi presidente della Commissione Cultura. A maggio 2011 chiama lo studio fotografico «Luxardo» di via del Gambero, uno dei più prestigiosi della Capitale, per una «ripresa fotografica». Costo, 1080 euro. In più, anche per lei ci sono una serie di ricevute per bar e ristoranti: «Pasqualino al Colosseo» (circa 17 mila euro) e al «Bar Martini» sempre al Colosseo (cena sociale gruppo Pdl 8.800 euro).

De Romanis, Nobili e Miele
Carlo De Romanis, vice capogruppo, a marzo del 2012 chiede in affitto il Teatro 10 e il set dell'Antica Roma a Cinecittà per 21 aprile, Natale di Roma: costo complessivo 57 mila euro (iva inclusa), da pagare in tre tranche. Scrive Cinecittà: «L'evento prevede la presenza di un massimo di 1.500 persone»). È l'evento che Fiorito ha ribattezzato «quello con donnine nude in costumi romani». Sempre De Romanis ha finanziato con 71 mila euro l'associazione «Giovani del PPE». Lidia Nobili, reatina, ha organizzato una serie di incontri nella sua città d'origine, chiamati «La Regione incontra Rieti». Questi appuntamenti sono stati piuttosto frequenti: 8 fatture alla società «Lallaria» per oltre 150 mila euro. La Regione, di sicuro, Rieti l'ha incontrata. Giancarlo Miele, altro berlusconiano del listino, ha fatto erogare a «Innovazione e territorio» oltre 15 mila euro per una «campagna di promozione e sensibilizzazione dei giovani sullo sviluppo delle politiche giovani locali e regionali», più 8.500 euro alla «Geco srl» per «gestione del portale web e comunicazione istituzionale». Lo stesso Miele, a fine dicembre 2010, fa spesa all'enoteca «Trucchi» di via Cavour: champagne «Taittinger» e «Paul Georg», Brunello, Primitivo, Satrico e Shiraz. Il totale fa 784 euro. E, alla vigilia di Natale, compra da Marinella 10 cravatte, una sciarpa, dei porta documenti: 1.200 euro. Pagamenti in contanti, in entrambi i casi.

Le ostriche di Bernaudo
Andrea Bernaudo, eletto con la Lista Polverini, passa col Pdl. E, tra le varie fatture al gruppo, ne presenta alcune di «Ottavio», ristorante a Santa Croce in Gerusalemme. Cena a due, con ostriche francesi, crudi di pesce, moscardini, fragolino al sale, olio e pepe, vino Chardonnay: conto da 175 e 140 euro. Mentre Chiara Colosimo, per due convention (una all'Auditorium della Conciliazione, l'altra con il «Laboratorio di Comunità») ottiene 34 mila euro complessivi. In politica, tutto ha un costo.

Fonte: roma.corriere.it

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