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30 mar 2013

Concorso per laureati, lo vincono con il diploma di terza media

Scandalo al Fatebenefratelli: per i vincitori del bando interno un aumento dello stipendio superiore ai cinquemila euro

Al Fatebenefratelli l'hanno definito il concorso della vergogna. L'hanno vinto sette dipendenti con in tasca solo la terza media, contro l'obbligo di avere una laurea o, in assenza, il diploma delle scuole superiori abbinato a cinque anni di esperienza professionale. È stata una promozione così maldestra - con l'ennesimo spreco di soldi pubblici - da spingere a intervenire perfino la presidenza del Consiglio dei ministri. I fatti. Sono stati dichiarati vincitori di un bando interno sette dipendenti, con un conseguente aumento di stipendio superiore ai cinquemila euro l'anno, senza avere i titoli di studio necessari.

Ovviamente non c'è stata nessuna svista: i requisiti previsti per legge sono stati modificati nel bando, equiparando la laurea richiesta a dieci anni di anzianità. Secondo chi ha denunciato l'accaduto è un tipico caso di concorso su misura per promuovere gli amici, appartenenti anche a sigle sindacali che può essere meglio tenersi buone. Un'interpretazione troppo malevola? Tutte cattiverie? Una cosa è certa: la promozione è stata illegittima e adesso il Fatebenefratelli dovrà correre ai ripari.

La presidenza del Consiglio dei ministri ha sollecitato spiegazioni e i vertici dell'ospedale non si sono potuti sottrarre dall'ammettere l'illecito. È quanto emerge da uno scambio di lettere tra l'Ispettorato per la funzione pubblica che «vigila sulla conformità dell'azione amministrativa ai principi di imparzialità e buon andamento» e l'attuale direttore generale del Fatebenefratelli, Giovanni Michiara (in quota Pdl). L'ultima lettera è di solo due giorni fa. «È emerso che i provvedimenti sono illegittimi nelle parti relative ai requisiti per la progressione verticale da assistente amministrativo categoria C a collaboratore amministrativo categoria D - scrive lo stesso Michiara -. Alcuni dipendenti sono stati dichiarati vincitori ancorché in carenza dei titoli di studio richiesti e previsti dalle norme di legge».

Il concorso risale a quasi quattro anni fa, il direttore generale che ha fatto il bando è stato Luigi Corradini (ora in pensione). I vincitori sono stati proclamati con un provvedimento del luglio 2009: da allora i sette dipendenti hanno ricevuto una busta paga più pesante senza averne nessun diritto. La richiesta di chiarimenti del governo è scattata su una denuncia anonima. «Nell'esposto si fa presente che nessuna norma contrattuale consente di partecipare a un concorso per la categoria D del ruolo amministrativo, solo con dieci anni di anzianità senza il possesso dello specifico titolo di studio, palesando che in tal modo si sia voluto favorire alcuni dipendenti a danno di altri», riassume il dirigente dell'Ispettorato Aldo Aldi.

Nell'esposto, arrivato nei mesi scorsi anche al Corriere , ci sono nomi e cognomi degli interessati, con i documenti sulla loro promozione. La presenza di sindacalisti nella lista è un dato di fatto che ha amareggiato ulteriormente chi ha presentato l'esposto. Michiara assicura: «Si procederà ad adottare ogni provvedimento volto all'annullamento degli atti contrari alla legge». Ora resta da capire in che modo e se la Corte dei conti avrà qualcosa da dire.

Fonte: corriere.it

5 lug 2012

La Sicilia ha più dipendenti del Governo inglese

La presidenza della Regione ne conta 1.385
Downing Street si ferma a 1.337

Esiste in Italia un ufficio pubblico dove c'è un dirigente ogni sei impiegati. Si trova a palazzo dei Normanni, Palermo: è la presidenza della Regione siciliana. Ma il governatore Raffaele Lombardo sappia che non è l'unico in Europa a guidare un esercito pieno zeppo di generali. Il premier britannico James Cameron è nelle sue stesse condizioni: anche a Downing Street ogni dirigente ha in media sei sottoposti. Il fatto è che pure i numeri sono più o meno gli stessi. Cameron ha 198 dirigenti, Lombardo 192. Quanto ai dipendenti il Cabinet Office, equivalente della nostra presidenza del Consiglio, ne ha 1.337: quarantotto meno dei 1.385 che la presidenza della Regione siciliana contava alla fine del 2011.

7 ago 2009

L'esercito delle auto blu record in Italia: quasi 650 mila

Pubblica amministrazione, macchine di servizio in aumento costante
Più 2,7% negli ultimi 6 mesi. Battuti, fra gli altri, Francia e Stati Uniti

La denuncia dell'Associazione contribuenti: "Viola la legge del 1991
che ne limita l'uso solo a ministri, sottosegretari e alcuni direttori generali"

ROMA - Un aumento costante, che sembra non conoscere sosta. E' quello che viene fatto registrare dalle auto blu della Pubblica amministrazione italiana, arrivate a toccare la cifra record di 624.330 unità, con un +2,7% negli ultimi sei mesi. Un dato che conferma un trend in crescita, anno dopo anno. Nel dicembre del 2008, le auto blu erano 607.918, contro le 574.215 dell'anno precedente.

L'Italia guida anche la poco invidiabile classifica mondiale dell'utilizzo di queste macchine: batte, tra gli altri, gli Stati Uniti e la Francia, rispettivamente al secondo e terzo posto. Le statistiche arrivano da Contribuenti.it, il sito dell'Associazione contribuenti italiani che, con il suo sportello, conduce annualmente un'analisi del parco delle auto blu.

Nella ricerca vengono conteggiate sia le auto di proprietà delle amministrazioni che quelle in leasing, in noleggio operativo e noleggio lungo termine, presso lo Stato, Regioni, Province, Comuni, municipalità, Asl, comunità montane, enti pubblici, enti pubblici non economici, società misto pubblico-private e società per azioni a totale partecipazione pubblica.

Duro il commento del presidente dell'associazione, Vittorio Carlomagno, secondo il quale "in Italia gli amministratori pubblici hanno superato ogni limite", e propone, come soluzione, quella di pubblicare sul sito internet "il nome degli utilizzatori e tassarli come fringe-benefit per ridurre drasticamente il parco auto della pubblica amministrazione". Anche "una norma che stabilisce il limite di cilindrata" di questi mezzi potrebbe servire a ridurre drasticamente il parco auto.

L'associazione, tra l'altro, fa notare che questo trend in crescita contrasta con "la legge del 1991 che limitava l'uso esclusivo delle auto blu ai soli ministri, sottosegretari e ad alcuni direttori generali: da allora si sono sempre proposte regolamentazioni e tagli, mai effettuati".

Il Codacons annuncia un esposto alla Corte dei Conti per "chiedere di verificare se siano state rispettate le norme vigenti che prevedono l'utilizzo delle auto blu da parte dei dirigenti apicali". Per il presidente dell'associazione, Carlo Rienzi, "siamo di fronte ad una vergogna nazionale. Bisognerebbe cambiare, nel nostro Paese, il modo di pensare dei politici, e di quanti lavorano nella Pubblica amministrazione. Se prendere i mezzi sarebbe impossibile per loro, che almeno salgano sui taxi: meno costosi di una macchina con autista, che passa ore ed ore ferma ad aspettare".

Anche l'Adoc critica "il trend di crescita costante nell'utilizzo delle auto blu" e sollecita "il governo a ridurre costi che vengono sostenuti inutilmente dai cittadini, in un periodo di crisi finanziaria. Le famiglie devono faticare per arrivare alla fine del mese, mentre gli autisti di queste auto scorrazzano per le città con il dirigente di turno". Il presidente, Carlo Pileri, si chiede come mai in Italia "non siano presenti statistiche ufficiali, sui siti delle pubbliche amministrazioni, relative a queste macchine. Quello che il ministro Renato Brunetta ha fatto con gli stipendi dei suoi collaboratori, pubblicati sul sito del ministero, andrebbe fatto anche con le auto blu. Invece notiamo che su questo tema c'è pochissima trasparenza. Cosa ci vogliono nascondere?".

A livello mondiale, dunque, l'Italia, con le sue 624.330 unità è il primo Paese per utilizzo di auto blu, mentre in altri luoghi, come gli Stati Uniti, il dato è diminuito. Al secondo posto, proprio gli Usa, con 72mila (contro le 75mila del dicembre 2008), seguiti dalla Francia, con 63mila (rispetto alle 64mila di fine 2008). Al quarto posto il Regno Unito con 56.000, la Germania con 55.000, la Turchia con 51.000, la Spagna con 42.000 (nessuna variazione rispetto al 2008), il Giappone, con 30.000 (mille in meno rispetto al 2008), la Grecia con 30.000. Ultimo in classifica il Portogallo, con 22.000 auto blu (- 1000).

Fonte: repubblica.it

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