29 ott 2009

Caso Quadra, il Pd fa autocritica: «Poca trasparenza». E la commissio­ne urbanistica di Palazzo Vecchio av­via l’indagine interna

L'inchiesta Quadra
«Basta conflitti d'interesse». Il Pd fa autocritica nella bufera

Abbiamo avuto «scarsa atten­zione » sul principio della «traspa­renza». Va tracciata una riga per riportare «coerenza» tra «valori etici e comportamenti». Ma non si può non criticare gli altri livelli del partito, che finora hanno solo usato «toni diplomatici», lascian­doci di fatto soli. È una sintesi (ragionata) del do­cumento del gruppo consiliare del Pd, partorito ieri dopo una riunio­ne durata tre ore. Non c’è Salvato­re Scino, il consi­gliere eletto nella lista Renzi e poi passato al Pd, in­dagato anche lui per un presunto falso su una di­chiarazione di inizio attività in scadenza: si par­la di sospensione o dimissione dal ruolo che ora ri­copre, quello di vicepresidente del consiglio. Potrebbe essere uno dei segnali che il Pd vuole dare, do­po essere stato indicato al centro delle relazioni sull’urbanistica fini­te, ormai, in diverse inchieste del­la Procura. Il documento del grup­po consiliare cita persino Lenin: «Che fare?».

BASTA CONFLITTI D'INTERESSI
Il primo dovere è, per il gruppo del Pd, «superare il di­stacco che, nel tempo, si è venuto a creare tra i cittadini e la politica, rimettendo, con forza, al centro della sua azione la coerenza fra i valori etici dichiarati e i comporta­menti posti in essere. In sostanza, non dovranno ripetersi circostan­ze o situazioni in cui si possano in­travedere più o meno latenti for­me di conflitto d’interessi o, co­munque, zone d’ombra che si ca­ratterizzano per l’opacità dei rap­porti ». Basta «consigli» ai propri esponenti per dimissioni, non bi­sogna neanche arrivar­ci, come è successo con Formigli (geome­tra, progettista, presi­dente della commissio­ne urbanistica). Una cesura, insom­ma, rispetto al passato e alle vicende che emergono dall’inchie­sta su Quadra. Inchie­sta sulla quale non si danno commenti «giu­ridici », «noi riponia­mo la massima fiducia nell’operato della ma­gistratura, precisando che, non essendo a co­noscenza dei particola­ri riguardanti le indagini sin qui svolte, non siamo in grado di com­piere nessun tipo di valutazione concreta, fermo restando natural­mente il principio di non colpevo­lezza sancito dalla Costituzione». Ma anche se tutti i consiglieri co­munali confidano che «chi oggi si trova coinvolto nella vicenda giu­diziaria risulterà completamente estraneo ai fatti contestati», c’è la politica: «L’impressione che si ri­trae, forse condizionata anche dal­la complessa fase di costituzione ed organizzazione del nuovo parti­to, è quella di un movimento che non ha corrisposto pienamente ai dichiarati valori dell’etica politica e del necessario rigore», scrivono. Per questo motivo, nasce la scelta di «prendere le distanze da un modo di agire che certa­mente non risponde al principio della trasparenza». Il partito si deve fare carico della «carenza di attenzione» che c’è stato sui comportamenti scorretti, ma senza cadere nell’errore di ritene­re che «comportamenti non tra­sparenti ascrivibili ai singoli, sia­no attribuiti all’intero partito». Ma il gruppo ce l’ha anche con il resto del Pd, che in sostanza li ha lasciati soli: nessuno ha parla­to «forte e chiaro», il segretario cittadino non c’è, quelle metropolitano e regionale hanno evitato di esporsi, pensano nel gruppo consiliare. Troppo poco: «Il Pd fiorentino non può dare l’impressione di affrontare solo “in modo diplomatico” un così elevato obiettivo, ma ne deve fare una bandiera da perseguire e difendere per essere all’altezza del grande investimento di fiducia e di speranza che milioni di persone ci hanno riconosciuto votando alle primarie».

RISPOSTA INDIRETTA A DOMENICI
È anche questa una risposta, indiretta, al sindaco Domenici, che dalle pagine del Corriere fio­rentino aveva detto: «Il Pd par­li ». Ma c’è chi non ha preso be­ne quell’affermazione. «La risposta del Pd c’è stata, an­che allora — afferma l'ex segreta­rio cittadino del Pd Giacomo Billi, ora assessore provinciale al turi­smo — eccome se c’è stata, fino al punto di mettere sul piatto le mie dimissioni se non si fosse dimesso Formigli (e Cioni ndr ). Credo di es­sere stato uno dei pochi a risponde­re con i fatti senza emettere alcuna condanna, con la consapevolezza che chi ha una responsabilità pub­blica non deve essere soltanto one­sto ma anche apparire tale». E l’ex segretario socialista Tommaso Ciuffoletti ha ricevuto 20 commen­ti su Facebook scrivendo: «Dome­nici sembra un alieno capitato per caso a Palazzo Vecchio». Parole di­verse arrivano dalla coalizione: «L’entità di questa vicenda non era assolutamente prevedibile – dice Eros Cruccolini, ex presidente del consiglio comunale, ora esponente de La sinistra – Domenici non c’en­tra e non credo assolutamente fos­se informato. Ora spetta a noi anda­re a vedere gli atti e capire se ci so­no state difformità di trattamento. E se questo dipende dalle norme, dobbiamo scriverne di più rigide». Ma la vicenda Quadra ha uno stra­scico fuori Firenze: Il capogruppo del Pdl a Scandicci, Paolo Marche­schi, ha scritto al direttore genera­le del Comune per conoscere «se sono intercorsi rapporti tra il Co­mune e la società Quadra». Così co­me l’ex consigliere comunale Pino Comanzo, assieme alla Sinistra per Scandicci. E le Rdb di Firenze parla­no di una «questione morale».

Fonte: corrierefiorentino.it

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