4 feb 2009

Sanità, arrestato Angelucci il "re delle cliniche" editore di Libero e del Riformista

L'accusa è di truffa e falso
Domiciliari per l'imprenditore delle cliniche Giampaolo. Richiesta autorizzazione a procedere per il padre Antonio

ROMA - L'imprenditore romano Giampaolo Angelucci, il "re delle cliniche" (editore di "Libero" e del "Riformista"), è finito agli arresti domiciliari nell'ambito dell’inchiesta dei Nas e dei carabinieri di Frascati sulle convenzioni con alcune case di cura. Per il padre, Antonio Angelucci, senatore del Pdl, è stata chiesta l'autorizzazione a procedere: le misure sono state emesse dal Tribunale di Velletri. Sono in totale 13 gli arresti, con 4 obblighi di dimora, disposti dal gip.

LE ACCUSE
L'operazione è stata eseguita dai Carabinieri del Nas di Roma, in collaborazione con i comandi provinciali di Roma e Frosinone: gli arrestati sono proprietari e dipendenti di strutture sanitarie private accreditate, funzionari della Regione Lazio e dell'Asl, responsabili - secondo le accuse - di avere costituito una associazione per delinquere che avrebbe commesso, tra il 2005 e il 2007, truffe a danno del Servizio sanitario nazionale stimate in 170 milioni di euro, attraverso la fatturazione di prestazioni sanitarie mai effettuate o effettuate in assenza delle prescritte autorizzazioni. Tra le persone coinvolte, anche il direttore della Asl Roma H, Luciano Mingiacchi (per lui è stato emesso un provvedimento di obbligo di dimora), e altri due funzionari della Asl di Frascati. Per tutti l'accusa, a vario titolo, è di truffa e falso.

LA RISPOSTA
Giampaolo ed Antonio Angelucci e la San Raffaele SpA, si legge in una nota, in relazione al provvedimento cautelare emesso dall'Autorità Giudiziaria di Velletri, «pur ritenendo abnormi e sproporzionate le misure poste in essere, sottolineano la loro totale estraneità ai fatti addebitati e confidano di poter dimostrare a breve termine l'infondatezza delle accuse loro rivolte». Ribadiscono altresì di riporre «piena fiducia nell'operato della magistratura».

Fonte: corriere.it

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