21 mar 2014

Lombardia, inchiesta appalti, il gip: «I vertici della Regione sapevano»


Lunedì l’interrogatorio di Antonio Rognoni. Formigoni su Twitter: «Il corvo Pisapia si dice lieto degli arresti! Milanesi, chi avete eletto!»


Dagli atti dell’inchiesta su Infrastrutture Lombarde emerge «la piena consapevolezza di tutte le parti in causa di agire in un ambito di diffusa illegalità, compresi i vertici della Regione Lombardia». Lo scrive il Gip del tribunale di Milano Andrea Ghinetti, nell’ordinanza di misura cautelare nei confronti di Antonio Rognoni, direttore generale dimissionario della società controllata dal Pirellone, e altre sette persone, accusate - a vario titolo - di associazione per delinquere, truffa, turbativa d’asta e falso. Dall’analisi di alcune email tra gli indagati, il Gip sostiene che «si ottiene la definitiva conferma che i conferimenti dei contratti legali erano viziati».

La mail di Perez a Rognoni

In particolare il giudice inserisce integralmente una mail inviata il 12 dicembre 2008 a Rognoni da Pier Paolo Perez, uno degli arrestati - altro dirigente delle società regionali coinvolte - nella quale si parla di una riunione a cui partecipa Perez insieme a quattro dirigenti della Regione Lombardia, degli uffici dell’Avvocatura, della struttura rapporti istituzionali e dell’unità organizzativa normativa e amministrativa. Da quanto riportato nella mail circa lo svolgimento dell’incontro sull’assegnazione delle consulenze legali, il Gip deduce la «consapevolezza» di come era gestita la vicenda e che le misure adottate per dare una parvenza di legalità sono definitive come «soltanto dall’ennesimo malizioso espediente per poter continuare a gestire tranquillamente gli affidamenti a favore dei medesimi professionisti con l’uso di accorgimenti formali apparentemente ineccepibili».

Formigoni: «Pisapia corvo»

«Il corvo Pisapia si dice lieto degli arresti! Milanesi, chi avete eletto!»: Roberto Formigoni, ex presidente della Regione, ha commentato così su Twitter le parole del sindaco di Milano che, interpellato sulla vicenda di Infrastrutture Lombarde, aveva detto: «La mafia cerca di infilarsi dove ci sono appalti, ricchezza, possibilità di lavoro. Sarei preoccupato se non ci fossero indagini e arresti».

Gli interrogatori

Antonio Rognoni, il dg dimissionario di Infrastrutture Lombarde finito in carcere giovedì con le accuse di associazione per delinquere, turbativa d’asta, truffa alla Regione Lombardia e falso, sarà interrogato all’inizio della prossima settimana, verosimilmente lunedì 24 marzo. L’inchiesta della Procura di Milano riguarda una serie di presunti appalti truccati in modo da essere aggiudicati sistematicamente a «una ristretta cerchia di professionisti». Tra lunedì e martedì prossimo (gli interrogatori saranno fissati a breve), saranno ascoltati dal gip di Milano Andrea Ghinetti anche il capo dell’ufficio gare e appalti della società pubblica, Pier Paolo Perez, anche lui finito in carcere, il direttore amministrativo Maurizio Malandra, che è ai domiciliari come gli avvocati Carmen Leo, Fabrizio Magrì, Sergio De Sio, Giorgia Romitelli e un ingegnere, Salvatore Primerano. Successivamente, invece, si terranno gli interrogatori sulle misure di interdizione da attività direttive e alla professione disposte dal gip, su richiesta del procuratore aggiunto Alfredo Robledo e dei pm Antonio D’Alessio e Paola Pirotta, a carico di nove persone tra cui Giuseppe De Donno ai vertici della G-Risk (che opera nel settore della sicurezza privata) ed ex ufficiale del Ros, tra i protagonisti della cosiddetta trattativa Stato-Mafia. Da quanto si è saputo, Rognoni al momento avrebbe indicato come proprio legale l’avvocato Daniele Ripamonti.

Fonte: milano.corriere.it

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