3 apr 2014

Arrestati Nicola Cosentino e i suoi due fratelli: accusa di estorsione mafiosa

Costringevano i distributori del Casertano ad acquistare il petrolio della loro azienda di famiglia. Nella retata finiti anche due fratelli del boss casalese Michele Zagaria

NAPOLI - Arrestato Nicola Cosentino e i due suoi fratelli, Giovanni e Antonio. L'ex sottosegretario all'Economia e i suoi congiunti sono stati arrestati dai carabinieri di Caserta con le accuse di estorsione e concorrenza sleale aggravata dalla finalità mafiosa. Nel corso dell'operazione sono stati arrestati anche Pasquale e Antonio Zagaria (peraltro già in galera), fratelli del boss Michele, uno dei grandi capi del clan dei Casalesi.

IL «CARTELLO» - Gli arresti sono scattati perché i fratelli Cosentino avrebbero imposto, configurando una sorta di «cartello», la vendita nel Casertanodi prodotti petroliferi delle loro aziende di famiglia (Aversana Petroli, Aversana Gas e Ip Service). In tutto gli arrestati sono tredici (sei in carcere, tra cui i Cosentino, e sette ai domiciliari). Tra loro ci sono tre funzionari dell'Ufficio tecnico del comune di Casal di Principe, un funzionario della Regione Campania e due dipendenti della Kuwait Petroleum Italia.

PRESSIONI CRIMINALI - L'inchiesta della Dda di Napoli, coordinata dai pm Antonello Ardituro, Fabrizio Vanorio e Francesco Curcio, è scattata nel 2011 e ha consentito di ricostruire l'illecita attività di gestione delle aziende di famiglia con l'uso spregiudicato di pressioni criminali. In particolare con la complicità dei due funzionari della Kuwait Petroleum i «Cosentino's» si assicuravano il «rapido rilascio di permessi e licenze per la costruzione di impianti anche in presenza di cause ostative». I fratelli Cosentino, inoltre, scrivono i pm, «attraverso un sistema di coercizione in danno di amministratori e funzionari pubblici costringevano il comune di Casal di Principe e la Regione Campania ad adottare atti amministrativi illegittimi per impedire o rallentare la creazione di altri impianti da parte di società concorrenti».

LA DENUNCIA - Molto importante nell'inchiesta il ruolo svolto da Luigi Gallo, titolare di un distributore di benzina a Villa di Briano nel Casertano. L'inchiesta è scattata proprio grazie alle sue denunce. Gallo aveva chiesto l'autorizzazione per l'apertura di una stazione di benzina che, di fatto, avrebbe bloccato un'analoga concessione ai fratelli Cosentino per ragioni legate alla distanza minima di 5 chilometri tra le due "pompe", come richiedeva la normativa del tempo. I Cosentino prima avevano fatto in modo che la concessione della autorizzazione fosse (ingiustamente) concessa anche a loro da parte dell'Ufficio tecnico del comune di Casal di Principe, violando così la legge. Successivamente, aggiungono i pm, avevano minacciato pesantemente Gallo.

NESSUNA ESTORSIONE - Un comportamento, aggiungono i magistrati della Dda di Napoli e scrive l'aggiunto Giuseppe Borrelli, reso possibile dal fatto che i Cosentino continuavano ad avere un rapporto molto stretto con i Casalesi. Tanto che - scrive ancora Borrelli - «a Giovanni Cosentino è stata contestata anche una continua attività di riciclaggio a favore del clan, svolta attraverso il meccanismo del cambio degli assegni di provenienza illecita con denaro contante». Un legame che fa ipotizzare, secondo i pm, uno «stabile rapporto di cointeressenza di Nicola Cosentino e del fratello Giovanni con esponenti del clan dei Casalesi, con alcuni dei quali sussistono rapporti di parentela e/o affinità... Da questo legame discendeva poi il divieto imposto dai vertici del clan di operare estorsioni ai danni di impianti riconducibili ai Cosentino, a differenza di quanto avveniva per i concorrenti».

SECONDO ARRESTO - Per l'ex sottosegretario all'Economia è il secondo arresto in poco di un anno. Cosentino, infatti, il 15 marzo dello scorso anno si presentò, accompagnato dai suoi legali, al carcere napoletano di Secondigliano: su di lui pendeva un'ordinanza di custodia cautelare emessa nell'ambito dell'inchiesta denominata «Il Principe e la Scheda Ballerina». Dopo alcuni mesi trascorsi nel carcere di Secondigliano, a Cosentino il 12 giugno furono concessi gli arresti domiciliari, dapprima in una villetta del comune di Sesto Campano, in provincia di Isernia, e successivamente nella sua abitazione di Caserta. L'otto novembre scorso Cosentino, su decisione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, era tornato in libertà. Cosentino è imputato nel processo sul presunto reimpiego di capitali illeciti in relazione alla costruzione, mai avvenuta, di un centro commerciale a Casal di Principe

L'arresto dà un colpo importante anche al tentativo dell'ex coordinatore regionale del Pdl di tornare in politica. Nonostante la dichiarata volontà di dedicarsi solo ai processi in cui è coinvolto, Nicola Cosentino aveva «incoraggiato» una sorta di scissione in Forza Italia costituendo «Forza Campania» con sette consiglieri regionali, i cosiddetti «sette samurai».

LA SOLIDARIETA' DI FORZA CAMPANIA - «Siamo vicini a Nicola Cosentino e gli ribadiamo, oggi più di ieri, la nostra amicizia e la nostra solidarietà. Sentimenti che non si azzerano per una inchiesta giudiziaria, ma che si rafforzano semmai in un momento così difficile nella consapevolezza che noi tutti abbiamo dell'uomo e del politico che abbiamo conosciuto e apprezzato in questi anni di militanza e di comune passione politica. Non abbiamo mai rinnegato il rapporto umano e personale che ci lega a lui. E siamo convinti che la verità sarà presto accertata, anche se resta il dolore per il prezzo da pagare per ottenerla», scrive in una nota il gruppo regionale di Forza Campania.


Fonte: corriere.it

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