3 dic 2013

Voto di scambio e favori ai boss. In manette ex sindaco simbolo antimafia

L’ex primo cittadino di Isola di Capo Rizzuto, Carolina Girasole è ai domiciliari. Arrestato anche il marito

ISOLA CAPO RIZZUTO(Crotone)- Uno dei simboli della lotta alla mafia calabrese, l’ex sindaco di Isola Capo Rizzuto, Carolina Girasole, è stata arrestata dalla Guardia di Finanza con l’accusa di voto di scambio aggravato dall’articolo 7, per aver favorito la cosca degli Arena, una delle più potenti del territorio. Caterina Girasole ha ottenuto gli arresti domiciliari. Con lei sono stati arrestati il marito Franco Pugliesi e il boss Nicola Arena con i suoi figli. Il sindaco antimafia è “caduta” sull’appalto dei finocchi. Tutto infatti ha avuto inizio con il sequestro di un vastissimo terreno di proprietà degli Arena, coltivato a finocchi. Il sostituto procuratore generale Salvatore Curcio, che ha coordinato l’inchiesta durata tre anni, attraverso le microspie e le intercettazioni ambientali ha potuto ascoltare in diretta le conversazioni e i traffici tra la Girasole, i membri della giunta e gli uomini di Arena.

Nonostante il sequestro del terreno coltivato a finocchi – scrive la Guardia di Finanza – la “famiglia” di ‘ndrangheta ha continuato a gestire i propri poderi. Sino a quando la magistratura li ha definitivamente confiscati. C’era però da gestire gli ettari di finocchi ormai pronti per la raccolta. Il podere è stato affidato al Comune, così come il raccolto. L’Amministrazione guidata dalla Girasole ha cercato di “piazzare” i finocchi e quindi regalare i terreni a Libera ma don Ciotti non ha voluto saperne, sostenendo che l’associazione non ha mai gestito il raccolto altrui. La giunta comunale a questo punto ha deciso di indire una gara d’appalto per la vendita dei finocchi.

Ad aggiudicarsi la gara a prezzo irrisorio sono stati sempre gli Arena attraverso dei prestanome. Costo 250 mila euro. La cosca ha provveduto alla raccolta e ha piazzato sul mercato il prodotto, ricavandone un milione di euro. In segno di riconoscenza Nicola Arena classe ’37, il capo della cosca e il figlio Massimo, hanno inviato alla Girasole, al suocero e alla mamma quattro cassette di finocchi. Nei dialoghi intercettati dalla Guardia di Finanza, il boss parla apertamente dei favori avuti dalla Girasole e commenta: «A questa possiamo chiedere tutto, l’abbiamo messa noi». Il gip, nel provvedimento di arresto, è andato oltre la richiesta del pubblico ministero Curcio, accusando la Girasole di concorso esterno in associazione mafiosa. L’abitazione dell’ex sindaco antimafia è stata perquisita. Tra gli arrestati figura anche un poliziotto in servizio alla Questura di Cosenza. Avrebbe fornito alla cosca notizie sulle attività d’indagine. Durante il suo mandato di sindaco Caterina Girasole ha subito attentati e intimidazioni.

I politici dal Pd, alla lista Monti, dove si era candidata alle passate elezioni, si sono spesso spesi per la Girasole, manifestando la loro solidarietà all’ex primo cittadino. Insieme ad Elisabetta Tripodi, sindaco di Rosarno, Maria Carmela Lanzetta, ex sindaco di Monasterace, la Girasole è stata invitata in ogni parte d’Italia per parlare di antimafia. Oggi, alla luce dell’inchiesta della Guardia di Finanza, è stato possibile accertare che i danneggiamenti sono stati opera di criminalità comune e non della ‘ndrangheta. Addirittura, quando al Municipio i ladri hanno portato via i computer, la cosca Arena si è prodigata a farli ritrovare. Il sindaco si sarebbe rivolto a Francesco Gentile, uomo degli Arena, per riottenere tutti i computer. Un anonimo con una telefonata ai carabinieri, qualche giorno dopo il furto, ha permesso il ritrovamento della refurtiva.

Fonte: corriere.it

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