3 feb 2013

Mps : «Ce la faremo, finiti i cassetti segreti». Il PD c'entra.

Visco: «Bankitalia non è la polizia delle banche»
Ipotesi falso in bilancio, ma il titolo corre. Monti: «Basta intrecci politica-banche». Grillo-Show a Siena: «Buco da 14 miliardi»

Mps ottiene dai soci, con quasi il 99% dei voti a favore, il via libera a un maxi aumento di capitale da 4,5 miliardi di euro che permetteranno alla banca di accedere al (costoso) prestito governativo, i cosiddetti Monti-bond e allontanare lo spettro di una Lehman Brothers italiana. Una boccata di ossigeno necessaria alla terza banca del paese travolta dallo scandalo derivati. Ma se risparmiatori e piccoli soci tirano, almeno per ora, un sospiro di sollievo - con il titolo in Piazza Affari in recupero dell' 11% - la tensione non accenna a calare nella politica e nelle istituzioni. Mentre anche l'Europa accende un faro sulla banca senese che avrebbe perso con la finanza strutturata almeno 700 milioni di euro.

PROFUMO: IL BUCO? «NON C'E»
«La banca è solida, correntisti e risparmiatori possono stare assolutamente tranquilli; non ci sono più cassetti segreti da aprire» hanno cercato di rassicurare i nuovi vertici della banca alla fine di un'assemblea fiume. Il presidente Alessandro Profumo ha chiarito che il prestito sarà restituitoper gran parte entro il 2015 e per il resto «in brevissimo tempo, altrimenti i bond sarebbero trasformati in capitale trasferito al Tesoro che diventerebbe nostro azionista di stragrande maggioranza». Quanto al «buco» da 14 miliardi denunciato da Beppe Grillo, il leader del Movimento 5 Stelle che si è presentato da piccolo azionista in assemblea, Profumo ha replicato: «Non c'è, non capisco questi numeri. «Noi siamo impegnati responsabilmente a riposizionare la banca in una posizione centrale nel sistema - ha aggiunto Profumo - Abbiamo accettato questa responsabilità e la portiamo fino in fondo. Spero di convincere Grillo - ha concluso Profumo - a ricredersi sulla mia persona».

CONTROLLI E CONTROLLORI
Sull'efficienza delle verifiche della Banca d'Italia è stato sfiorato lo scontro istituzionale. Dopo la denuncia della stessa Banca centrale, secondo la quale la gestione di Giuseppe Mussari avrebbe tenuto nascosti i documenti relativi alla finanza «tossica», il governatore Ignazio Visco ha sostenuto a Davos che la Vigilanza «non è la polizia delle banche» e ha cercato di rassicurare sul fatto che «non c'è alcun problema di stabilità» per la banca e il sistema. Dal capo dello Stato, Giorgio Napolitano, come dal premier Mario Monti, è stata ribadita la piena fiducia sull'operato di via Nazionale. Nessun commento è giunto da parte di Mario Draghi, già numero uno in via Nazionale e attuale presidente della Bce, anch'egli presente venerdì al World Economic Forum di Davos.

MONTI: «IL PD C'ENTRA, BASTA COMMISSIONE BANCHE-POLITICA
Il fronte più caldo resta quello della politica: il caso Mps sta scavando un solco tra Mario Monti e Pierluigi Bersani, una distanza che nemmeno i contrasti sulle politiche economiche erano riusciti a creare. «Il Pd c'entra» ha attaccato il Professore per il quale «questi problemi, nel caso del Montepaschi, ma anche in altri casi, anche in altri Paesi, sono in gran parte derivati da una brutta bestia: c la commistione fra banche e politica».

L'EUROPA VIGILA
C'è un dossier Mps aperto alla Concorrenza che attende da Siena un piano di ristrutturazione che giustifichi il (temporaneo) prestito governativo. Ma il caso Siena è tenuto d'occhio a Bruxelles e a Francoforte anche ai fini del difficile negoziato in corso tra i governi sulle modalità di intervento dello European Stability Mechanism nelle ricapitalizzazioni dirette delle banche.

FALSO IN BILANCIO
Mentre i vertici e la Fondazione azionista valutano la possibilità di promuovere un'azione di responsabilità nei confronti dell'ex management guidato da Giuseppe Mussari, si fa più concreta anche l'ipotesi di apertura di un'inchiesta sul falso in bilancio.

Fonte: corriere.it

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