3 feb 2013

Bankitalia : «Mps ci ha nascosto documenti»

Tutto è venuto fuori grazie ai nuovi amministratori che «stanno cooperando con l'autorità giudiziaria»

Gli ex vertici di Mps hanno nascosto i documenti alla Banca d'Italia e la verità sullo scandalo derivati è venuta fuori grazie alla collaborazione dei nuovi amministratori. «La vera natura di alcune operazioni riguardanti il Monte dei Paschi di Siena riportate dalla stampa è emersa solo di recente - si legge in una nota di Bankitalia- a seguito del rinvenimento di documenti tenuti celati all'Autorità di vigilanza e portati alla luce dalla nuova dirigenza di Mps». Sempre Bankitalia rileva che «Gli approfondimenti e le indagini sono coperti da segreto d'ufficio e da segreto istruttorio. Nei mesi scorsi i vertici di Mps sono stati rinnovati» e «i nuovi amministratori stanno cooperando con l'autorità giudiziaria e con la Banca d'Italia per accertare le passate circostanze».

CONTRATTI TOSSICI
È questo l'aspetto più inquietante emerso all'indomani delle dimissioni di Giuseppe Mussari dal vertice dell'Abi, responsabile insieme all'ex dg Antonio Vigni, tra il 2008 e il 2009, delle operazioni di finanza strutturata realizzate dal Montepaschi. Contratti «tossici» che adesso costringeranno l'istituto a sottoscrivere ben 3,9 miliardi di Monti bond e a segnare in bilancio una perdita che potrebbe superare i 700 milioni di euro. Uno scandalo che ha avuto pesanti ricadute in Borsa col titolo che a fine giornata ha perso l'8,43%.

VIOLA
La conferma dell'omissione è arrivata in simultanea anche dall'amministratore delegato di Mps, Fabrizio Viola, intervistato da SkyTg24 e secondo il quale nè Via Nazionale nè la Consob erano state informate dell'esistenza di questi contratti. «Bisogna sottolineare - ha spiegato il banchiere - che si tratta di operazioni complesse caratterizzate da strutture contrattuale altrettanto complesse. Chiaramente la possibilità da parte delle Autorità di vigilanza di conoscere queste operazioni in modo compiuto dipende dalla corretta contabilizzazione delle medesime e soprattutto dalla corretta gestione della documentazione. Diciamo che in queste situazioni sono mancate entrambe le condizioni».

PROFUMO
Adesso, quindi, si prospetta la strada dell'azione di responsabilità ai danni dei precedenti amministratori. Un'idea su cui stanno ragionando sia il primo azionista della banca, la Fondazione Mps, che il presidente Alessandro Profumo. Proprio quest'ultimo, intervistato dal Tg1 ha detto: «Nella misura in cui ci saranno gli estremi per tutelare il valore patrimoniale della banca certamente noi ci muoveremo. Ad oggi stiamo facendo tutte le analisi per capire chi ha fatto che cosa». Si muove anche la Consob che a breve convocherà le parti in causa, dal collegio sindacale ai revisori dei conti, sia attuali che quelli della passata gestione (Kpmg ed Ernst&Young). Inoltre, si è appreso da fonti vicine alla Commissione dei contatti con il presidente Profumo che fanno seguito ai ripetuti incontri di questi giorni con i vertici della società. «La banca - ha detto - si impegna al rimborso fino all'ultimo euro» di queste obbligazioni, e un eventuale ingresso dello Stato nell'azionariato della banca ad oggi «non è in agenda» mentre non si temono scalate.

Fonte: corriere.it

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