26 ago 2010

Taranto: case popolari, assegnazioni pilotate. Accusati due funzionari del comune, Ranieri e Albano

A Taranto sono indagate dieci persone. Avrebbero favorito parenti e amici assegnando gli alloggi

TARANTO — Avrebbero favorito parenti e amici assegnando loro alloggi popolari a cui non avevano diritto. Di questo sono accusati due funzionari del comune di Taranto, Annamaria Ranieri e Egidio Albano, indagati da mesi dalla magistratura tarantina che, nei giorni scorsi, ha fatto notificare agli interessati i relativi avvisi di conclusione delle indagini preliminari. Il reato che gli contesta il pubblico ministero Italo Pesiri è quello dell’abuso d’ufficio.

Secondo l’accusa, quindi, i due dipendenti pubblici, approfittando del proprio ruolo di consulenti e dirigenti amministrativi del Comune, avrebbero manomesso gli elenchi dei senzatetto aventi diritto a un alloggio di residenza popolare, anteponendo nella graduatoria alcuni nominativi che erano privi o con scarsi requisiti. Questo, sostiene sempre la pubblica accusa, avrebbe portato un ingiusto vantaggio ai favoriti (otto in tutto), a discapito di altri candidati con più titoli, che si sono visti invece escludere dalla lista degli assegnatari. Il periodo in cui sarebbero stati commessi i reati risale agli anni 2006-2007, quando l’amministrazione dell’epoca assegnò agli aventi diritto decine di alloggi realizzati dall’Istituto autonomo case popolari (Iacp). Furono proprio gli esclusi, vedendosi scavalcare da altri nomi, a presentare un esposto alla procura della Repubblica di Taranto, che avviò l’inchiesta conclusa con gli avvisi di garanzia di questi giorni. Oltre ai due funzionari indagati, la stessa cosa è capitata ai presunti «raccomandati», che sono Massimiliano Lupoli, Salvatore Albano, Francesco Di Somma, Giovanni Tortorella, Vincenzo Serino, Nicola Solito, Letizia Pignatelli ed Angelo Masella. Tutti regolarmente beneficiari di contratto di proprietà per altrettanti alloggi di edilizia popolare. Alcuni indagati, sostiene il pm Pesiri nelle contestazioni di reato, avrebbero presentato delle autocertificazioni dei titoli con una data antecedente a quella dell’avvenuta assegnazione, altri non comparirebbero in nessuna graduatoria, altri ancora avrebbero addirittura occupato abusivamente un altro alloggio. Ancora più interessante ai fini dell’accusa è la parentela che intercorrerebbe tra due assegnatari favoriti e i funzionari comunali sotto inchiesta. Annamaria Ranieri ed Egidio Albano, ad esempio, sarebbero parenti di Massimiliano Lupoli e Salvatore Albano.

Questa nuova inchiesta condotta dal pm Pesiri arricchisce il già nutrito numero di indagini della magistratura a carico di chi, a vario titolo, ha gestito la cosa pubblica negli ultimi dieci anni a Taranto, periodo culminato con il tristemente noto dissesto finanziario che ha messo in ginocchio la città. La dirigente Annamaria Ranieri, ad esempio, è stata indagata anche nello scandalo per la gestione del Parco Cimino, dove comparivano in tutto 39 persone tra ex amministratori, funzionari comunali e imprenditori, tra cui l’ex sindaca Rossana Di Bello e il suo vice Michele Tucci, accusati di truffa aggravata, corruzione e altri reati. I dieci indagati dei presunti abusi nell’assegnazione delle case popolari, sono tutti assistiti dagli avvocati Luca Balistreri, Massimo Saracino, Vincenzo Monteforte, Fabrizio Lamanna, Adriano Minetola e Ciro D’Alò. Ora gli accusati avranno i consueti venti giorni di tempo per presentare le proprie memorie difensive o controdeduzioni alla pubblica accusa.

Fonte: corrieredelmezzogiorno.it

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