7 mag 2010

Una donna del patronato della Cgil licenziata mentre si cura il cancro

La dipendente ha denunciato il sindacato per stalking, mobbing e diffamazione. Era malata da novembre

ANDRIA - Una dipendente del patronato Inca di Andria, Anna Dalò, ha denunciato il suo datore di lavoro, la Cgil locale, per stalking, mobbing e diffamazione perchè licenziata in tronco per «assenza ingiustificata», durante un periodo di malattia. La lettera di licenziamento è del 27 aprile scorso dopo che, in seguito a un lungo periodo di malattia, cominciato alla fine di novembre 2009 e proseguito con una diagnosi di neoplasia maligna alla tiroide e un intervento chirurgico, la donna era stata assente dal lavoro.

DIPENDENTE DAL 1986 - Anna Dalò, che dirigeva il servizio infortuni e malattie professionali, percependo uno stipendio di 1.000 euro al mese per 30 ore settimanali, dipendente Inca dal 1986, afferma di avere prodotto all’azienda, e li mostra ai giornalisti, tutti i certificati medici necessari, dal 26 novembre 2009 al 30 aprile 2010, per coprire le sue assenze dal lavoro. Secondo il dirigente dell’Inca di Andria, invece, la donna, dal 1 marzo 2010, è assente ingiustificata. In realtà il certificato relativo a quel periodo di malattia - secondo la donna - era stato lasciato alla portineria dell’Inca dal figlio della donna e non da lei personalmente, come altre volte era successo.

INGIUSTIFICATA - Anna Dalò ha, quindi, chiesto al suo medico una copia di quel certificato così da rispondere formalmente al richiamo ufficiale fattole dall’azienda che le chiedeva, entro cinque giorni, di giustificare l’assenza di marzo. Alla fine di marzo la donna, recatasi in ufficio per verificare che tutto fosse a posto e per comunicare che da aprile sarebbe potuta tornare al lavoro, ha incontrato il dirigente, nei corridoi, il quale le avrebbe riferito che lei era «assente ingiustificata». Il 19 aprile la donna è tornata al lavoro con un certificato di rientro. Il 27 aprile ha ricevuto per raccomandata la lettera di licenziamento. Ieri ha raccolto nel suo ex ufficio i suoi effetti personali.

«NESSUNO PRENDEVA PIU' IL CAFFÈ»- «Ero invisibile, - ricorda - nessuno mi parlava, se prendevano il caffè chiedevano a chi era nella mia stessa stanza ma non a me eppure, abitando vicino all’ufficio, quelle persone spesso le incontravo per strada, ci salutavamo». «Quello Inca - prosegue - è un servizio pubblico della Cgil finanziato dallo Stato per assistere i lavoratori più deboli, io l’ho sempre fatto, e non ho mai pensato che sarebbe accaduto questo a me». Il regolamento della Cgil, riferisce l’ex dipendente, all’articolo 21 prevede, in caso di assenza ingiustificata, sanzioni disciplinari. Le cause di licenziamento in tronco, invece, sono il furto, il trafugamento di documenti, reati compiuti in attività sindacale. Anna Dalò, inoltre, si chiede come mai, essendo assente ingiustificata dal 1 marzo, sia stata retribuita fino al 30 aprile. «Ho chiamato il segretario regionale della Cgil - prosegue Dalò - il quale si è mostrato sbalordito e ha detto che mi avrebbe fatto sapere: non vi è stato alcun seguito, altri invece, come la Filcams regionale e provinciale, mi sono stati vicini». «Oltre ad affrontare la malattia - continua la donna - devo incassare la delusione di vedere sgretolarsi il mondo secolare del sindacato e burocrati che ti rispondono "stiamo applicando il regolamento"».

LA REPLICA DEL SINDACATO: «SORPRESI» - Ed ecco la replica del sindacato rosso tramite una nota del segretario generale della Cgil Puglia, Gianni Forte: «Ci sorprende la decisione della signora Anna Dalò di ricorrere alla denuncia della Cgil Bat in quanto, pure in presenza di una inadempienza circa la mancata giustificazione della sua assenza dal lavoro per circa quattro mesi, e da cui scaturisce il provvedimento di licenziamento, la Cgil della Puglia, accogliendo la richiesta della federazione di categoria a cui la signora si è rivolta, ha già convocato un incontro per il giorno 11 maggio per ricomporre bonariamente il contenzioso. È una disponibilità - conclude Forte - largamente confermata e che credo la signora farebbe bene a valutare in maniera positiva e con fiducia».

Fonte: corrieredelmezzogiorno.it

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