5 mag 2010

D'Alema sbotta a Ballarò contro Sallusti: «Vai a farti fottere, sei un bugiardo»

L'accostamento tra il caso Scajola e l'«affittopoli» degli anni Novanta scatena lo scambio di accuse

«Vada a farsi fottere. Lei è un bugiardo e un mascalzone. Pagato per fare il difensore d'ufficio del governo». Ci sono stati un paio di minuti al calor bianco a Ballarò tra Massimo D'Alema e Alessandro Sallusti, condirettore del Giornale. La discussione, che era iniziata dalle dimissioni del ministro Scajola, si è spostata sui presunti favori ai politici per l'acquisto e gli affitti di favore cui avrebbero beneficiato. Sallusti ha chiamato in causa il direttore di Repubblica, Ezio Mauro, e lo stesso D'Alema, che ha subito ribattuto di aver pagato l'affitto delle sue case «a prezzi di equo canone». Ma i toni si sono immediatamente alzati.

AFFITTOPOLI
Sallusti ha accusato D'Alema di «moralismo» facendo poi un paragone tra la vicenda di Scajola e la cosiddetta «affittopoli» degli anni Novanta, quando alcuni politici, tra cui lo stesso D'Alema, furono criticati perché abitavano in affitto in case di enti previdenziali pagando l'equo canone. «L'accostamento è del tutto improprio - ha detto D'Alema con voce alterata - io come migliaia di persone pagavo ciò che era previsto dalla legge, e non troppo poco». Sallusti ha replicato ricordando che però D'Alema lasciò la casa dell'ente che aveva in affitto. D'Alema ha replicato: «È stato fatto un accostamento che non c'entra nulla. Io ero in affitto, non ero né ministro né capo di governo, ero in un ente previdenziale pubblico e pagavo l'equo canone previsto dalla legge. Quando uscì la questione che i politici non potevano restare, e io non pagavo con i soldi che mi dava uno speculatore amico mio, io la lasciai. Io ebbi gratuitamente la sensibilità di lasciare la casa». Sallusti ha però rintuzzato: «Anche Scajola ha lasciato il suo posto senza essere indagato».

«BUGIARDO»
«Lei è un bugiardo e un mascalzone», ha detto D'Alema rivolgendosi a Sallusti. «È pagato per venire qui a fare il difensore d'ufficio del governo. Le daranno un premio - ha continuato il presidente del Copasir - le manderanno qualche signorina». «Le signorine le usavano i suoi uomini in Puglia per corrompere», ha replicato il giornalista. «No, le signorine andavano dal suo presidente del Consiglio e datore di lavoro», ha ribattuto D'Alema. Il clima è rimasto infuocato per alcuni minuti, finché il conduttore Giovanni Floris ha lanciato un servizio sul dissenso dei finiani all'interno del Pdl. In seguito D'Alema si è scusato per aver alzato la voce

Fonte: corriere.it

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