18 mag 2010

Corruzione, falso e abuso d'ufficio. Arrestato Fasano, l'ex sindaco di Gallipoli

L’inchiesta su illeciti nella gestione di appalti e nella nomina di dirigenti di enti locali

Il politico, anche ex assessore provinciale del Pd, si dimise dal partito dopo alcune intercettazioni col boss Padovano

LECCE - L’ex sindaco di Gallipoli ed ex assessore provinciale ai lavori pubblici Flavio Fasano, avvocato 51enne, del Pd e l’imprenditore Luigi Siciliano, di 68 anni, di Salve sono stati arrestati stamattina dai carabinieri del Ros, in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Lecce. Sono accusati, a vario titolo, di concorso in turbativa degli incanti e violazione del segreto d’ufficio, falso, induzione in errore, determinato dall’altrui inganno e corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio. Al centro dell’inchiesta ci sono presunti illeciti nella gestione di appalti pubblici e nella nomina di dirigenti di enti locali. Ad altri due indagati è stato invece imposto l’obbligo di dimora: si tratta dell’imprenditore leccese Giovanni Lagioia, presidente della sezione comunicazione di Confindustria Lecce, e del dirigente della Provincia di Lecce Stefano Zampino.

L'INDAGINE
L'indagine costituisce il secondo stralcio di quella denominata «Galatea», già condotta dal Raggruppamento operativo speciale dei Carabinieri. Questo filone d'inchiesta sui reati contro la pubblica amministrazione è stato condotto dal mese di novembre 2008, parallelamente a quello relativo all'omicidio del capo clan della Sacra corona di Gallipoli Salvatore Padovano, ucciso il 6 settembre dello stesso anno su ordine, secondo gli inquirenti, di suo fratello Rosario il cui avvocato nel processo è proprio l'ex sindaco di Gallipoli Fasano. Alcuni risultati emersi in questo ambito investigativo hanno consentito di far emergere le responsabilità degli indagati in episodi di corruzione, con riferimento a tre vicende: la gara d'appalto per la rimozione della cartellonistica pubblicitaria e la gestione degli spazi pubblicitari, bandita dalla Provincia di Lecce nel mese di dicembre 2008; il progetto per la realizzazione dell'Istituto Nautico di Gallipoli, avviato dalla Provincia nel 2009; l'assunzione illegittima di un coindagato nel procedimento, in qualità di dirigente del Comune di Parabita. Sono state inoltre notificate ulteriori 2 misure cautelari dell'obbligo di dimora a carico di un imprenditore di Lecce e di un dirigente della Provincia che dovranno rispondere delle stesse ipotesi di reato. I carabinieri hanno già sequestrato diversi documenti in vari uffici pubblici: Provincia di Lecce, Camera di Commercio di Lecce, Comune di Gallipoli, Comune di Acquarica del Capo, Comune di Parabita e Monte dei Paschi di Siena sede di Lecce. Contestualmente all'esecuzione delle misure cautelari, sono stati notificati 7 avvisi di conclusione delle indagini nei confronti di altrettante persone, indagate, a vario titolo, per corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio e abuso d'ufficio. Sono: l'imprenditore gallipolino, Alfredo Barone, il sindaco di Parabita (Lecce), Adriano Merico, il collaboratore di Merico, Stefano Prete, il segretario comunale di Acquarica del Capo, Giuseppe Leopizzi, il consigliere comunale di Matino, Mirko Vitali, poi Michele Patano, direttore tecnico del Cotup, e Michela Corsi, funzionaria dell’autorità di vigilanza sui contratti pubblici.

LO SCANDALO E LE DIMISSIONI
Flavio Fasano si era dimesso dal Pd nel novembre del 2009 e aveva rinunciato a una candidatura alle scorse elezioni regionali. Da anni «referente» di Massimo D’Alema nel collegio camerale ioni­co, l'ex primo cittadino aveva lasciato il partito in seguito alla pubblicazioni di alcune intercettazioni imbarazzanti in cui il politico e avvocato parlava con il suo assistito, Rosario Padovano, tre giorni dopo l'omicidio di suo fratello Salvatore Padovano, capo dell'omonimo clan e della cui esecuzione, secondo gli inquirenti, sarebbe mandante proprio suo fratello Rosario.


Fonte: corrieredelmezzogiorno.it

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