27 gen 2010

Cinzia, viaggi, case. E non solo. Cazzola due ore e mezza dai pm. L'ex patron rilancia le accuse a Delbono. Verbali secretati.

Ha parlato per ben due ore e mezza, Alfredo Cazzola. Un fiume in piena. Sentito ieri per la prima volta dai magistrati nell’ambito dell’inchiesta nata dalle sue esternazioni contro Flavio Delbono, l’ex candidato sindaco del Pdl ha confermato tutte le accuse lanciate pubblicamente in campagna elettorale. E ne ha aggiunte di nuove. La Procura, intanto, ha deciso di secretare il verbale dell’audizione.

L'INTERROGATORIO - Una scelta tutt’altro che frequente. E che Cazzola ha commentato così, scherzando, con i tanti cronisti che lo aspettavano all’uscita della Procura: «Un’inchiesta delicata come quella sulla strage di Bologna? No, peggio». Viaggi, auto blu, appartamenti in uso alla Regione, ma anche altro. Altri «spunti» che l’ex patron rossoblù ha attinto (come tutti gli altri argomenti) dagli sfoghi dell’ex segretaria ed ex fidanzata di Delbono, Cinzia Cracchi, ma che per ora resteranno segreti. Custoditi nel fascicolo del pm Morena Plazzi e dell’aggiunto Massimiliano Serpi, titolari di questa nuova inchiesta che coinvolge il sindaco di Bologna.

L'INCHIESTA - A Delbono sono contestati i reati di abuso d’ufficio e peculato, proprio come alla sua prima grande accusatrice, Cracchi. Sarà lei, la donna che ha dato il nome al caso, il Cinzia-gate, la prossima a essere interrogata, e a breve. Nel frattempo, i pm esamineranno la tanta documentazione acquisita dalla Digos (4 faldoni che coprono un arco temporale di sei anni, dal 2002 al 2008) e, come auspica l’avvocato Bruno Catalanotti, difensore di Cazzola, «se necessario acquisiranno anche documenti di carattere bancario». Questo caso, dicevamo, è scoppiato nel pieno della campagna elettorale quando Cazzola, durante un faccia a faccia a Radio Città del Capo, ha accusato l’avversario candidato del Pd di aver usato soldi pubblici per fini privati. Cioè di aver portato con sé in missione in Italia e all’estero la sua ex a spese della Regione e di aver usato sempre per faccende private foresterie della Regione e auto blu. Di tutto questo, ieri, i pm gli hanno chiesto conto. «Abbiamo risposto a tutte le domande che ci sono state poste, da questo punto di vista abbiamo avuto un colloquio bello», si è limitato a dire l’accusatore alle 18 di ieri, quando ha lasciato piazza Trento e Trieste al termine di un’audizione iniziata alle 15.30.

FASCICOLO SECRETATO - «Altro non posso aggiungere perché il verbale è stato secretato», ha concluso. La secretazione viene accolta positivamente dal difensore di Delbono, l’avvocato Paolo Trombetti, che osserva: «Credo che questa decisione dipenda solo dal fatto che, davanti al grande interesse mediatico, la Procura giustamente intenda tutelare le sue indagini e forse anche la privacy» dei protagonisti. Mi sembra una cosa opportuna e corretta». Prima o poi potrebbe essere chiamato a rispondere davanti ai pm anche Delbono. Oppure potrebbe decidere di presentarsi spontaneamente in Procura, cosa che fino a ora Trombetti ha escluso ma che Catalanotti, provocatoriamente, gli suggerisce. «Proprio per smentire le presunte ingiuste accuse, auspico che il professor Delbono, senza attendere i tempi della giustizia, si premuri di esibire spontaneamente ogni utile persuasiva documentazione. Sono certo che il signor Cazzola sarebbe felice di constatare che il primo cittadino di Bologna non ha nulla da temere dall’indagine in corso», afferma l’avvocato.

Fonte: corrieredibologna.it

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