18 dic 2009

Scacco alla camorra attiva nel Milanese, quindici arresti a Quarto Oggiaro. Fischi e insulti agli agenti.

Cocaina a fiumi: lo spaccio fruttava Circa 120 mila euro al mese
Il gruppo criminale, attivo nel traffico di droga, faceva capo alla famiglia Tatone.

MILANO - Quindici ordinanze di custodia cautelare - 11 arresti, quattro notifiche in carcere - sono state eseguite all'alba di giovedì dagli agenti del commissariato di Quarto Oggiaro. L'operazione ha colpito e si spera sradicato un gruppo criminale attivo da tempo nel traffico e nello spaccio di droga nel quartiere milanese e facente capo alla famiglia Tatone, originaria del Casertano. Il gruppo, secondo quanto emerso, esercitava un controllo del territorio con modalità di stampo camorristico. Le ordinanze sono state emesse dal Gip del Tribunale di Milano su richiesta della Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica. L'indagine ha avuto inizio a maggio 2007 e si è conclusa a luglio di quest'anno. Il gruppo criminale aveva messo in piedi un traffico di cocaina che alimentava la «piazza» dello spaccio rappresentata dallo stesso quartiere di Quarto Oggiaro. Fino a due chili di cocaina alla settimana fruttavano circa 120 mila euro al mese con lo spaccio, oltre alla vendita all'ingrosso di singole partite.

ZIO E NIPOTE - L'attività criminale era stata messa in piedi dalla famiglia Tatone, in particolare Nicola e Raffaele (zio e nipote, il primo già in carcere). Facendo leva sul timore generato dal «curriculum» criminale loro e dei familiari, non disdegnavano l'uso delle armi per risolvere controversie e governare relazioni. Il gruppo era riuscito ad attirare numerosi giovani del quartiere, ai quali i Tatone fornivano cocaina e mezzi: scooter in estate ed Smart in inverno, per gli spostamenti e per la consegna della droga. In questi anni di inchiesta sono state arrestate 68 persone, 41 sono state indagate, e sono stati sequestrati 12 appartamenti, 31 scooter, 13 auto, due pistole e due fucili. Sono stati inoltre trovati 53mila euro. L'indagine è stata coordinata dalla DDA di Milano e in particolare dai pm Ferdinando Pomarici e Silvia Perrucci.

LE SMART NERE - L'operazione, denominata «Smart» perché la banda usava Smart di colore nero per molte delle attività criminali, era partita nel maggio 2007 dal sequestro di due chili di cocaina in un appartamento. Nella casa abitava una donna madre di due bambini: l'organizzazione l'aveva convinta a nascondere la droga facendo leva sulle sue difficoltà economiche. La donna, dopo l'arresto, ha deciso di collaborare. Anche attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali è stato possibile ricostruire i meccanismi dello spaccio di droga, che avveniva in diverse «piazze» a Quarto Oggiaro. La principale era in via Pascarella. Gli spacciatori dovevano rispettare un orario molto rigido, dalle 20 alle 6 del mattino dopo. Chi sgarrava veniva punito. I principali esponenti dell'organizzazione giravano per il quartiere con spavalderia su auto di grossa cilindrata. Secondo gli investigatori, questo stile di vita serviva anche ad attirare nuove reclute tra i giovani. Il gruppo, che comprendeva un centinaio di persone, sarebbe stato smantellato.

FISCHI CONTRO GLI AGENTI - Al momento degli arresti, alcuni abitanti del quartiere hanno fischiato e insultato gli agenti. Dei 15 destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare, la maggior parte dei quali hanno tra i 20 e i 25 anni, quattro erano già detenuti. Tra questi ultimi Nicola Tatone, il capo della banda, e Alessandro Palmieri, uno dei suoi luogotenenti. Gli altri sono stati catturati giovedì. Tra loro c'è Raffaele Tatone, nipote di Nicola, anch'egli ai vertici del gruppo, e Roberto Forgione, il tesoriere, da due anni sorvegliato speciale, che avrebbe intenzione di collaborare con la magistratura.

Fonte: milano.corriere.it

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