9 nov 2009

Misura cautelare per Cosentino. Il sottosegretario all'Economia indagato per presunti rapporti con il clan dei Casalesi

Il deputato in corsa per la poltrona di presidente della Regione Campania

NAPOLI - Un provvedimento cautelare, sulla cui esecuzione dovrà pronunciarsi la Camera dei deputati, è stato emesso nei confronti del sottosegretario all'Economia e coordinatore del Pdl in Campania. La notizia sul coinvolgimento del parlamentare casertano - finora tra i più accreditati per la candidatura del centrodestra alla presidenza della Regione Campania - in una inchiesta della Dda su presunti rapporti con il clan dei Casalesi circolava da tempo, ma solo nelle ultime ore sono giunte le indiscrezioni secondo le quali il gip Raffaele Piccirillo aveva da poco firmato una misura cautelare. Una indiscrezione trapelata nonostante tutti i magistrati titolari delle indagini si siano rifiutati di confermarla. Tanto che non è stato ancora possibile capire se Cosentino sia destinatario di una ordinanza di custodia in carcere, o agli arresti domiciliari, oppure di una misura interdittiva.

LE ACCUSE - Gli inquirenti avrebbero formulato nei suoi confronti una ipotesi di concorso esterno in associazione camorristica. Le posizioni di altri indagati - destinatari anch'essi di richieste di provvedimenti restrittivi da parte della procura di Napoli - sarebbero state stralciate e occorrerà pertanto attendere alcuni giorni per conoscere nei dettagli gli sviluppi dell'indagine condotta dai pm Alessandro Milita e Giuseppe Narducci. Da quanto si è appreso, la misura cautelare dovrebbe pervenire martedì alla Camera per poter essere esaminata, in prima istanza, dalla giunta per le autorizzazioni a procedere. «Alla presidenza della Camera non risulta pervenuta, allo stato, alcuna richiesta da parte dell'autorità giudiziaria di Napoli», ha sottolineato in serata Fabrizio Alfano, portavoce del presidente della Camera.

LE INDAGINI - L'inchiesta della Dda di Napoli è scaturita dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. Nel corso di quest'anno più volte organi di stampa avevano diffuso dichiarazioni di pentiti che chiamavano in causa Cosentino. Tra gli ultimi verbali noti, quello con le rivelazioni di Gaetano Vassallo, imprenditore ritenuto contiguo ai Casalesi, che da tempo sta collaborando con la giustizia. L'imprenditore avrebbe, tra l'altro, fatto riferimento a comunanze di interessi dei Casalesi e di Cosentino per la realizzazione dell'inceneritore di Santa Maria La Fossa, accuse dalle quali Cosentino si è difeso sostenendo di essersi sempre opposto all'impianto. Il parlamentare, a proposito della diffusione delle accuse dei pentiti, ha denunciato nei giorni scorsi l'esistenza di una «macelleria mediatica». L'avvocato Stefano Montone, uno dei legali del sottosegretario, si è recato dal procuratore Giovandomenico Lepore e dal gip Piccirillo. Il penalista negli ultimi tempi aveva informato i magistrati che Cosentino era disponibile a presentarsi per dichiarazioni spontanee o per rendere interrogatorio, ma gli inquirenti, ha spiegato il legale, non hanno ritenuto di dover accogliere tali richieste.

«SOLIDARIETA'» - Il Popolo della libertà della Campania, in una nota, «esprime fraterna solidarietà all'onorevole Nicola Cosentino, nella convinzione che presto si dimostrerà l'assoluta estraneità del coordinatore regionale del Pdl, dalle ipotesi di reato contestategli». «Resta inteso che il Popolo della libertà della Campania non consentirà alcuna strumentalizzazione politica dell'iniziativa intrapresa dalla magistratura», conclude la nota.

Fonte: corriere.it

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