10 nov 2009

Micro-telecamere nascoste anche tra i fiori: ecco le «sale operative» dei clan. Interi quartieri erano tenuti sotto controllo

Sistemate per le strade e sui muri e collegate a monitor.

BARI — Erano nascoste nei posti più impensabili, mimetizzate nei fiori o sotto la statua di Padre Pio, camuffate da bulloni o da chiodi. Svolgevano una triplice funzione: osservare gli spostamenti delle forze dell’ordine, controllare il territorio di competenza e anticipare le mosse dei clan nemici. Decine di microtelecamere di ultimissima generazione sono state scoperte dalla polizia. Erano state installate abusivamente in giro per la città, da via Caldarulo a via Calefati, passando per via Principe Amedeo. A piazzarle i luogotenenti e personaggi di spicco della criminalità barese. Mafiosi in alto nella scala gerarchica dei clan Strisciuglio, Parisi, Di Cosola che avevano pensato di difendere le proprie abitazioni e gli affari illeciti filmando e registrando, minuto per minuto, tutto quello che accadeva nell’area circostante.

Ogni angolo era immortalato dalle micro telecamere; gli occhi elettronici erano collegati ad un sistema di registrazione custodito all’interno degli appartamenti dei mafiosi. Attraverso un registratore e una serie di monitor, potevano controllare quello che accadeva all’esterno. Dall’arrivo delle forze dell’ordine, ai movimenti dei singoli pusher, ma anche eventuali incursioni da parte di esponenti dei clan rivali. Una forma più aggiornata e tecnologica delle classiche sentinelle. Probabilmente, la ripresa delle ostilità tra le diverse fazioni che si contendono il mercato della droga ha consigliato ai 'mam masantissima' di prendere qualche precauzione. Ieri mattina, gli agenti delle Volanti hanno denunciato cinque persone: si tratta di tre pregiudicati agli arresti domiciliari e due sorvegliati speciali. Dei cinque, due sono legati alla cosca degli Strisciuglio e hanno precedenti per detenzione e spaccio di droga e traffico ille galedi armi. Non piccoli criminali, ma personaggi con uno spessore criminale rilevante all’interno dei clan baresi. Tanti e diversi gli accorgimenti utilizzati per mimetizzare le micro telecamere: spesso venivano nascoste colorandole con la stessa tonalità delle mura perimetrali delle abitazioni; oppure venivano occultate dietro la statue dei Santi. Al Libertà, i poliziotti hanno scovato una telecamera ai piedi di una statuetta adornata di San Pio. C’è chi le nascondeva all’interno dei tubi idrici o tra le piante del giardinetto condominiale.

Gli agenti, grazie alla collaborazione e alle segnalazioni dei poliziotti di quartiere, sono riusciti ugualmente a smascherare i sistemi di videosorveglianza illegali. Telecamere grandi quanto una noce sono state trovate in via Bruno Buozzi, in via Appulo, via Principe Amedeo, via Calefati, via Pasquale Caldarulo e a Enziteto. Ma l’attività è proseguita per l’intera giornata di ieri e gli investigatori sono convinti che altre microspie verranno scovate. Con le telecamere, i pregiudicati riuscivano a tenere sotto controllo vaste aree attorno ai loro appartamenti. Spesso venivano monitorate quattro, cinque strade contemporaneamente. Così le abitazioni dei malviventi diventavano dei bunker, fortezze per proteggere loro stessi e le attività illecite. Come la detenzione di sostanze stupefacenti o di armi da piazzare sul mercato nero. O da far cantare.

Fonte: corrieredelmezzogiorno.it

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