18 ott 2009

Oltre 160mila auto fantasma. Intestate a prestanome e condotte da persone di cui non si conosce la vera identità.

Oltre 160 mila auto «fantasma» in tutta Italia: sgominata banda di «falsari»
Intestate a prestanome e condotte da persone di cui non si conosce la vera identità

ROMA - Oltre 160mila auto «fantasma». Intestate a prestanome e condotte da persone di cui non si conosce la vera identità. È l'incredibile «scoperta» fatta dopo oltre un anno di indagini dagli agenti dell'VIII Gruppo della Polizia municipale, diretti dal comandante Antonio Di Maggio, che hanno sgominato una vera propria banda di falsari con quartier generale a Roma ma operante in tutto il territorio nazionale. «Professionisti» della contraffazione in grado di sfornare a richiesta passaggi di proprietà, assicurazioni, certificati medici e permessi di soggiorno praticamente identici all'originale.

L'INDAGINE - Tutto è partito nei primi mesi del 2008, quando negli uffici di Tor Bella Monaca hanno preso corpo i primi sospetti su alcuni incidenti stradali che vedevano coinvolti veicoli con in corso passaggi di proprietà verso persone che non potevano acquistarli, extracomunitari senza permesso di soggiorno. L'indagine delegata dalla procura della Repubblica di Roma, Direzione distrettuale antimafia (sostituto procuratore Carlo La Speranza), dalla capitale si è rapidamente estende su tutto il territorio nazionale: dopo una serie di incidenti mortali o con feriti gravi, tutti opera di «pirati» della strada, i sospetti si sono concentrati su 840 soggetti che - in cambio di qualche centinaio di euro - si facevano intestare veicoli che poi cedevano a persone che altrimenti non avrebbero potuto comprarle. «In totale - spiegano i responsabili della Polizia municipale - si è accertato che in Italia circolino almeno 160mila veicoli condotti da persone di cui si disconosce l'identità e risulta impossibile risalire ad essi.

CRIMINI - Questo consente loro di utilizzare i mezzi per qualsiasi tipo di attività illecita con elevatissima probabilità che le loro condotte criminose rimangano impunite». A questo aspetto se ne aggiunge un altro, «quello legato all'evasione fiscale riguardo a bolli mai pagati o macchine acquistate da falsi invalidi con falsi certificati per le agevolazioni fiscali». Le decine di perquisizioni operate su tutto il territorio nazionale hanno portato ad individuare la centrale a Roma che operava per conto di migliaia di persone che, a richiesta, potevano ottenere qualsiasi certificazione: documenti d'identità, ricevute di pagamenti di bollettini di conto corrente con falsi bolli postali, false buste paga o certificazioni di enti pubblici. Molto «apprezzata» anche la possibilità di eludere il pagamento delle multe, non solo con ricorsi «tarocchi» attestanti versamenti mai effettuati, ma certificati con false ricevute delle Poste: per solo due degli indagati nel comune di Roma risultano multe mai pagate per oltre 80mila euro. Il comandante della Polizia municipale, Angelo Giuliani, ha espresso «grande soddisfazione per la brillante operazione portata a termine dall'VIII Gruppo». E nel ringraziare il comandante Di Maggio ha voluto anche sottolineare come «in un momento così delicato per la vita del Corpo, ancora una volta si dà dimostrazione delle alte professionalità che la Polizia municipale ha al suo interno. Uomini capaci e preparati che con la loro opera risultano agire in sinergia con le altre istituzioni con grande utilità verso i cittadini».

Fonte: corriere.it

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