27 ott 2009

Abusi edilizi e corruzione a Firenze: sette arresti. Tra gli arrestati l'ex capogruppo Pd a Palazzo Vecchio Alberto Formigli

Formigli ai domiciliari, 24 indagati
La principale ipotesi di reato è di associazione a delinquere finalizzata ad abusi edilizi.

FIRENZE - Imprenditori, politici, professionisti e tecnici del Comune: una rete che nel corso degli anni è riuscita a imporre il monopolio nell’edilizia a Firenze. Un intreccio indissolubile in grado di formare una vera e propria società che «non è azzardato definire criminale», come scrive il gip Rosario Lupo nell’ordinanza. Un anno dopo la maxi inchiesta su Castello un nuovo terremoto giudiziario sconvolge Firenze. Sei persone sono finite agli arresti domiciliari, una in carcere a Sollicciano, diciassette iscritte sul registro degli indagati. Corruzione e concessioni edilizie in cambio di favori e regali. Pubblici ufficiali a disposizione di imprenditori e professionisti per agevolare e gestire pratiche edilizie. Dopo due anni di indagini delle sezioni di polizia giudiziaria della Stradale e della Municipale, coordinate dal procuratore capo Giuseppe Quattrocchi e dai sostituti Leopoldo De Gregorio e Giuseppina Mione, l’inchiesta nominata «Mani sulla città» è arrivata a un punto fermo.

LE MANI DI QUADRA SULLA CITTA' - E le mani sulla città, secondo gli inquirenti, sono quelle di Quadra, la società di progettazione che a Firenze avrebbe collezionato favori su favori nell’ufficio edilizia di Palazzo Vecchio. In carcere è finito Giovanni Benedetti, 51 anni, geometra dell’ufficio edilizia privata del Comune. Agli arresti domiciliari Alberto Formigli, 48 anni, ex capogruppo del Pd in Comune, Bruno Ciolli, 63 anni, funzionario all’ufficio edilizia privata da poco in pensione, Riccardo Bartoloni, 54 anni, ex presidente dell’ordine degli architetti e socio di Quadra come Alberto Vinattieri, 48 anni. Per loro l’accusa è di associazione per delinquere e corruzione. Domiciliari anche per gli imprenditori Paolo Perugi, 56 anni, e Francesco Bini, 34 anni. Indagato anche l’attuale vice presidente del consiglio comunale Salvatore Scino, del Pd che sarebbe stato favorito da Benedetti in una dichiarazione di inizio attività di alcuni lavori. Il ruolo di intermediario politico era di Formigli, fondatore e socio occulto di Quadra, definito dal gip il «cavallo di Troia» negli uffici di Palazzo Vecchio per portare avanti gli interessi della società. Ufficialmente non era più socio di Quadra dal marzo 2004, quando aveva ceduto le sue quote a Bartoloni e Vinattieri, ma di fatto continuava a partecipare in prima persona alle riunioni, a pagare mille euro al mese per le spese, e a occuparsi di tutta la gestione, piano ferie compreso. Dall’altro lato dava parere favorevole tutte le volte in cui il consiglio comunale era chiamato a deliberare pratiche gestite da Quadra, inve­ce di astenersi. Indagato per associazione a delinquere anche il suo alter ego, Antongiulio Barbaro, 49 anni, successore alla presidenza della terza commmissione urbanistica dopo che Formigli diventa capo gruppo, al quale è del tutto sottomesso, scrivono gli inquirenti. Per lui la procura aveva chiesto l’arresto ad aprile — quando è stata presentata la richiesta in tribunale — ma il gip non l’ha ritenuto necessario dopo la sua uscita di scena con le ultime elezioni comunali. «Andare alla Quadra significava ottenere i permessi che si volevano», hanno spiegato i pm. In un «rapporto anomalo tra pubblici ufficiali controllori e imprenditori controllati», scrive il gip.

DOPPIA CORSIA PREFERENZIALE - A Palazzo Vecchio Quadra disponeva di una doppia corsia preferenziale: sul fronte amministrativo i due geometri dell’ufficio edilizia privata, il capo Bruno Ciolli e il vice Giovanni Benedetti. Sul fronte politico Formigli e il suo successore Barbaro. Imprenditori e professionisti entravano ed uscivano da Palazzo Vecchio come se fosse casa loro, racconta l’inchiesta. Sono 21 le pratiche edilizie finite nel mirino della procura, quasi tutte «garantite» dal marchio Quadra: si va dai complessi residenziali costruiti dal gruppo Margheri e dalla trasformazione dell’ex cinema Stadio in appartamenti, alla progettazione della piscina Costoli. Incarico quest’ulti mo che Quadra aveva ottenuto dalla Uisp (Unione sport per tutti), di cui Formigli è dirigente. Il gip ha respinto alcune richieste di interdizione per tre imprenditori (Mario Margheri, Lorenzo Giudici, Antonio Giaffreda) perché — spiega — la misura sarebbe inadeguata ad impedire la corruzione. Bastano poche immagini catturate dagli investigatori della polizia stradale o alcune conversazioni captate dalle microspie negli uffici di Palazzo Vecchio o di Quadra per capire fino a che punto arrivava l’intreccio tra i personaggi di questa vicenda. Quando Bartoloni detta alcune modifiche per far approvare un progetto a scrivere sotto dettatura, nel suo stesso ufficio, è il geometra Benedetti prima che Ciolli firmi la pratica come capo ufficio. O quella volta in cui un ispettore va in Palazzo Vecchio e trova Bartoloni in persona che lavora al computer di Benedetti; e ancora quando il geometra Alberto Vinattieri, già dipendente part-time del Comune, viene visto normalmente lavorare al tavolo di Benedetti. Benedetti che affida a Quadra una pratica per cinque istanze di condono edilizio presentate dalla zia senza sborsare un euro. A dimostrazione della «società» messa in piedi dal gruppo, spiega poi il giudice Lupo, è l’alto tenore di vita dei tecnici di Palazzo Vecchio.

VIAGGI ALL'ESTERO - Sul conto corrente di Bruno Ciolli e su quello della figlia ci sono numerosi versamenti non riconducili all’attività lavorativa di due dipendenti: gli investigatori trovano 57 mila euro sul conto di Bruno, 114 su quello della figlia Monica. La stessa che acquista un appartamento nel complesso Dalmazia di viale Corsica dal gruppo Margheri pagandolo solo 183 mila euro. Non è stata trovata traccia del pagamento di 70 mila euro che lei sostiene di aver pagato in nero e di altri 36 mila euro denunciati nel contratto. Ci sono poi gli affari in Ucraina di Ciolli e Benedetti, l’uomo che in alcune conversazioni viene indicato come il «portaborse di Ciolli che lo segue come un cagnolino». Talmente uniti da scambiarsi il badge per coprirsi durante le assenze dall’ufficio. Insieme avevano contatti con professionisti e imprenditori all’estero per l’attività di compravendita di immobili. E Ciolli con la Western Union spedisce continuamente denaro in Ucraina e risulta socio di due pizzerie. Laggiù può contare su un’ampia scelta di ragazze che fungono da presta nome per aprire conti correnti e ricevere così i bonifici dall’Italia. Ma nel Capodanno 2008 Ciolli non è in Ucraina. Sceglie New York per le sue vacanze. Ha terminato le ferie, per questo dal 27 dicembre al 2 gennaio usufruisce di un permesso straordinario retribuito per gravi motivi familiari. La mamma è malata, racconta.

Fonte: corrierefiorentino.it

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