1 set 2009

Alla Sun quattro milioni di straordinari nel 2006. Scandalo alla Federico II svelato dall’ europarlamentare Rivellini

Il preside Delrio: dal 2007 nuove procedure.

NAPOLI — Il 2006 fu un anno d’oro, per 35 anestesisti. Cinque percepirono ciascuno 150 mila eu­ro lordi per lo straordinario effet­tuato al Policlinico della Seconda Università. I restanti si accontenta­rono di 100 mila euro oltre allo sti­pendio base. Complessivamente, i 35 guadagnarono di straordinario 4 milioni lordi.
Emuli dell’eroe so­vietico Stakanov? Più che altro be­neficiari da un orario di lavoro ul­traleggero: qualunque prestazione assistenziale effettuata oltre le 12 ore settimanali e al di fuori della fa­scia oraria 8-14 era conteggiata co­me straordinario.

Non smette mai di stupire il pianeta sanità della Campania, come ha raccontato ieri in una conferenza stampa Crescen­zio Rivellini, europarlamentare del centrodestra ed ex consigliere re­gionale, presenti i presidi delle fa­coltà di Medicina del Sun e della Federico II, rispettivamente, Gio­vanni Delrio e Giovanni Persico. Straordinari d’oro anche alla Fede­rico II, quantifica Rivellini. Al Nuo­vo Policlinico, quello della Federi­co II, anestesisti e radiologi ricevo­no infatti fino a 15 mila euro al me­se, 60 euro per ogni ora extra. Non possono lamentarsi neppure gli au­tisti dei pulmini che trasportano gli utenti da una parte all’altra del complesso universitario della Fe­derico II. Effettuano ogni trenta giorni, da quando non è stata rin­novata la convenzione con l’azien­da di trasporti Anm, circa 150 ore di straordinario. Non si strugge di lavoro, suo malgrado, ma costa un bel po’, sotto forma di indennità di assistenza (circa 3 mila euro all’an­no) il primario per il prelievo e la conservazione di parti di cadaveri in forza al Vecchio Policlinico. La sala mortuaria è chiusa da 4 anni, ma la pianta organica prevede an­cora un dirigente di secondo livel­lo, quel che una volta si chiamava primario. Effettua in un anno qual­che consulenza per il Tribunale.

«Rivellini ha individuato alcune anomalie», ammette il professore Persico. Poi le giustifica così: «Al Policlinico abbiamo in organico una quindicina di anestesisti, tra ordinari, associati e ricercatori. I posti letto sono un migliaio. Inevi­tabilmente paghiamo fior di straor­dinari agli anestesisti che vengono da altre strutture, per esempio dal Cardarelli. Costa molto di più che se avessimo personale in organi­co, lo so, però con i concorsi uni­versitari non riusciamo a colmare i vuoti. La Regione non ha fatto un minimo di programmazione sani­taria e non assume da tempo». Cri­tica l’assessore di palazzo Santa Lu­cia, Mario Santangelo: «Il protocol­lo d’intesa delle due università è stato particolarmente complesso per la volontà di Santangelo di tra­sferire rapidamente la Sun. Tensio­ni che si potevano evitare». Sul ca­so degli autisti all’interno del Poli­clinico, dice: «L’azienda napoleta­na mobilità utilizzava autobus in­compatibili con la viabilità. I no­stri autisti sono pochi, rispetto alle esigenze. Ecco il motivo di così tan­ti straordinari».

Il professore Delrio, a sua volta, riconosce la fon­datezza delle perplessità di Rivelli­ni sugli straordinari milionari de­gli anestesisti alla Sun. «Per que­sto — dice — nel 2007 il consiglio di facoltà approvò la delibera che prolungò l’orario di sevizio in ordi­nario dalle 8 alle 20 e fino ad un massimo di 20 ore durante la setti­mana. Da allora lo straordinario scatta dopo le 20 e il sabato dopo le 14. Nel 2008 abbiamo anche ri­dotto le guardie notturne da 34 a 23 al giorno, mediante accorpa­menti di reparti». Quanto al prima­rio per il prelievo e la conservazio­ne di parti di cadaveri, privo però di sala mortuaria, annuncia novi­tà: «A gennaio l’azienda assegnerà nuovi compiti al collega, che at­tualmente prepara soprattutto ma­teriale per l’insegnamento. La sua è una indennità legata all’assisten­za che si è trascinata da quando, fi­no a 4 anni fa, c’era l’obitorio nella palazzina di Santa Patrizia». In atte­sa della probabile nomina al Carda­relli di 25 nuovi primari, dunque, si preannuncia un autunno caldo almeno quanto l’estate, per la sani­tà campana.

Fonte: corrieredelmezzogiorno.it

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