19 giu 2009

Patrizia voleva costruire campi sportivi a Carbonara e un residence a Japigia

Bufera scatenata dal no del Comune, la D’Addario si sarebbe rivolta direttamen­te al premier Silvio Berlusconi

BARI — Patrizia D’Addario si sarebbe rivolta direttamen­te al premier Silvio Berlusconi perché facesse sbloccare una sua pratica ferma al Comune di Bari. La richiesta di un per­messo per costruire un resi­dence, racconta la stessa im­prenditrice già ribattezzata la Noemi barese. Un’istanza per variare la destinazione della sua villa, la cui costruzione era già iniziata, nel quartiere Japigia di Bari. E dell’episodio ha memoria anche Salvatore Greco, il coordinatore di "Puglia prima di tutto" che ha candidato D’Addario. «Ne par­lò quando venne a chiedermi di essere inserita in lista». Effettivamente D’Addario è stata al Comune di Bari, negli uffici della ripartizione Urbani­stica, più di una volta.

Ma l’as­sessore Ludovico Abbaticchio fatica a ricordare. «Il nome non mi dice nulla, ma quando ho visto la foto sul giornale mi sono ricordato di averla ri­cevuta nel mio ufficio, come faccio con tutti i cittadini che lo chiedano, nell’assoluta tra­sparenza ». Impossibile, dice l’assessore, ricostruire l’intera vicenda dei rapporti tra l’im­prenditrice D’Addario e gli uf­fici, seguita non sempre dallo stesso funzionario. «Ricordo una breve interlocuzione. Il progetto per cui chiedeva il permesso, non era in sintonia con il piano regolatore. Le ho spiegato che non c’erano le ba­si di legittimità per autorizzar­lo, e la conversazione si è con­clusa così». Le istanze della D’Addario, in realtà, furono almeno due e presentate in momenti diver­si. Circa due anni fa chiese e ottenne il permesso per la rea­lizzazione di alcuni campetti sportivi a Carbonara. Nono­stante i permessi, però, i lavo­ri non partirono mai. Poi chie­se la possibilità di integrare questo progetto realizzando degli spogliatoi. E a questa ri­chiesta gli uffici comunali ri­sposero con un no: i suoli, lun­go una lama, rientravano in quelli per i quali il Putt (piano urbanistico territoriale temati­co) dispone l’inedificabilità as­soluta. Allo stato, quindi, i la­vori per i campetti sportivi possono essere ancora condot­ti, anche se la richiesta va ri­formulata perché nel frattem­po il permesso è scaduto. Ma si potranno realizzare a patto di rinunciare agli spogliatoi. Più recente è la vicenda del­la villa, la seconda istanza pre­sentata da D’Addario agli uffi­ci urbanistici del Comune. Un’istanza, in questo caso, mi­rata a variare la destinazione di un intervento già autorizza­to, avviato, riautorizzato e mo­dificato più volte. L’imprendi­trice ha avviato la realizzazio­ne di una villa su un suolo di sua proprietà nel quartiere Ja­pigia. E nel corso del tempo ha in parte cambiato e amplia­to il progetto iniziale affidan­dosi ad architetti diversi. Per farlo ha dovuto aggiornare la richiesta, via via che il proget­to cambiava. Ma tutto sarebbe accaduto senza particolari in­toppi. Lo stop dagli uffici del­l’urbanistica riguarderebbe in­vece il cambio di destinazione per realizzare in quella villa una struttura ricettiva, il resi­dence del quale D’Addario di­ce di aver parlato anche con Berlusconi. La richiesta, in realtà, sareb­be ancora all’attenzione del funzionario al quale il capo della ripartizione l’ha affidato. Il numero di pratiche, le ferie, alcune assenze per malattia non avrebbero ancora consen­tito di dare una risposta, alme­no non una risposta formale alla richiesta della signora. La vicenda, però, aveva scosso parecchio la D’Addario. Che in­fatti, quando si è presentata nella sede del movimento "La Puglia prima di tutto" a fine marzo, ne ha parlato alla pre­senza di diverse persone. Rac­contando la propria vicenda, le proprie esperienze come modella in America e come imprenditrice anche fuori da Bari, aveva annunciato di vo­lersi fare paladino della difesa dei cittadini contro il sistema «politico programmatico in­staurato dal sindaco Michele Emiliano».

Fonte: corriere.it

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