4 giu 2009

Il caso. Esercito di falsi invalidi: in 12.000 smascherati dalla commissione

In una famiglia su due c’è un beneficiario di pensione Ottantamila malati su cinquecentottantamila abitanti

TARANTO — In una fami­glia su due in provincia di Ta­ranto c’è un invalido che per­cepisce un assegno o la pen­sione in quanto affetto da una menomazione fisica o mentale. Ottantamila malati, all’in­circa, su una popolazione di circa cinquecentottantamila abitanti. Di questi, almeno il 15 per cento (12 mila), sareb­bero dei falsi invalidi. A dirlo sono i dati nelle mani della speciale Commissione medi­ca superiore dell’Inps che da due mesi, qui a Taranto, sta lavorando per accertare le re­ali condizioni di salute di co­loro che percepiscono soldi dello Stato perché malati o dichiarati tali. Finora ne ha scovati ses­santa di non aventi diritto, su 400 visitati, ai quali è sta­to già revocato il vitalizio che oscillava dai 256 euro per gli assegni, agli 800 men­sili per chi usufruisce di ac­compagnamento. Il 15 per cento, quindi, è falso. Se la percentuale rimarrà tale (le previsioni sono addirittura in crescita), alla fine dei con­trolli, previsti per dicembre prossimo, dal campione di quattromila portatori d’inva­lidità remunerata, i simulato­ri saranno ben 600.

Dodicimi­la, invece, se si rapporta la stessa percentuale sull’intera popolazione invalida. I casi presi in esame riguar­dano le inabilità civili per handicap fisici e/o mentali, cecità e sordomutismo. Quel­lo che sta venendo fuori dal­le verifiche somiglia a que­sto: pseudo ritardati mentali che da soli conducono azien­de, gravi invalidi con la pa­tente regolarmente utilizza­ta, oppure beneficiari di ac­compagnamento per patolo­gie magari gravi ma oramai guarite da anni. Situazioni emblematiche al limite del grottesco che a fine verifica non mancheranno di interes­sare la Corte dei Conti. Potrebbe essere la giusti­zia contabile, se non quella penale, a voler chiedere con­to degli enormi esborsi pub­blici finiti per anni nelle ta­sche sbagliate. Intanto tocca agli ispettori dell’Istituto nazionale di pre­videnza sociale indagare sul campione di quattromila ta­rantini che hanno avuto o che riceveranno la raccoman­data con l’invito a presentar­si nella sede provinciale del­­l’Inps in via Golfo di Taran­to. Con loro dovranno porta­re tutta la documentazione che attesti il proprio stato. Ma soprattutto dovranno su­perare il giudizio degli esper­ti (due medici legali oltre al presidente provinciale del­­l’istituto di previdenza) che hanno il compito di smasche­rare le false invalidità.

Fino­ra è successo con una fre­quenza di uno e mezzo ogni dieci visitati. Le più diffuse irregolarità sono state riscontrate nelle pensioni per tumori, scom­parsi da anni, nei ritardi men­tali e nelle malattie dell’appa­rato scheletrico. Molti di lo­ro sono risultati talmente abi­li da svolgere lavori di forza e quindi totalmente autono­mi dal punto di vista dei mo­vimenti. La fascia d’età dei convocati va dai 18 ai 70 an­ni. La categoria invece risul­tata più veritiera è quella dei sordomuti seguiti dai ciechi. Questa verifica medica, mai effettuata prima da par­te dell’Inps, sta facendo emergere una falla nel siste­ma previdenziale italiano che ha permesso a tanti ina­bili di percepire indennizzi per lunghi anni, praticamen­te a vita, senza essere mai sot­toposti a verifiche. Dopo l’as­segnazione del punteggio da parte della commissione di prima istanza della Asl, esi­ste solo un controllo a sorteg­gio di una seconda commis­sione medica che non visita il paziente ma si basa sulla documentazione presente agli atti. Ora, invece, la visita è diretta. Gli ex pensionati re­vocati possono inoltrare ri­corso al tribunale ordinario.

Fonte: corrieredelmezzogiorno.it

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