6 mag 2009

La «favela delle vacanze» a Baia Domizia. Le 5.000 costruzioni che nessuno abbatte

In questa zona comanda la camorra. Un anno fa la procura aprì un'inchiesta che non ha dato risultati.

CASERTA — Mare sporco e «favela» della vacanze. Il litorale dell'alto Casertano che arriva fino al Garigliano non avrà mai una bandiera blu non solo perché non funzionano depuratori, ma anche perché alle spalle di Baia Domizia - insediamento per trascorrere le vacanze dove c'era anche un «camping» degli svedesi - sorgono oltre 5.000 case tutte abusive realizzate in spregio di qualsiasi norma urbanistica.

FAR WEST EDILIZIO - Una edificazione selvaggia che non ha fogne, ma che dispone di acqua e corrente elettrica sorta in questo terreno che è di proprietà del demanio, in spregio a tutte le leggi e le normativa. Tutto questo in località «Pantano», un territorio diviso a mezzo fra i Comuni di Sessa Aurunca e Cellole dove da vent'anni chiunque voglia si sceglie un pezzo di terreno e costruisce. L'unico permesso che si deve chiedere è alla camorra. Se si ha il placet del clan si può fare tutto quello che si vuole. Così nel corso degli anni è nato un «quartiere delle vacanze» del tutto fuorilegge: dalle baracche in lamiera, stile favelas, a villette più o meno aggraziate.

NESSUN ABBATTIMENTO - Un anno fa la denuncia del «Corriere del Mezzogiorno» con la pubblicazione delle foto di questo incredibile e immenso abuso. La denuncia fece arrivare anche le telecamere di Rai-Ambiente Italia. Il procuratore aggiunto della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, Carlo Fucci (che tra l'altro villeggia proprio a Baia Domizia) promise che avrebbe fatto aprire un fascicolo su questa «favela» delle vacanze. Detto fatto: il sostituto incaricato dell'indagine inviò una lettera ai due comuni che hanno competenza sul «Pantano» chiedendo una relazione «entro 15 giorni». Anche la politica si mise in moto e chi più, chi meno promise che le case sarebbe state abbattute. Sono trascorsi dodici mesi: non è stato fatto nessun abbattimento e la relazione che doveva essere inviata in due settimane non solo non è stata mai spedita, ma neanche preparata.

SI CONTINUA A COSTRUIRE - E visto che la favela delle vacanze non è stata toccata si continua a costruire. Alcune villette sono in fase di ultimazione e saranno pronte prima delle case dei terremotati dell'Abruzzo. La camorra è capace, infatti, di far tirar su una villetta a due piani in una settimana. Qui non è stata violata solo la Legge Galasso (quella del 1985) che imponeva tutele paesaggistiche, ma anche le disposizioni che riguardano le infrastrutture e la concessione dei servizi. Le fogne non ci sono e i canali di scolo vanno a finire tutti in un budello che poi si getta nel Garigliano e quindi in mare dove si formano grandi macchie nere e lo rendono non balneabile. Altro che bandiere blu. Anche se «Gomorra» è (poco) lontana, a Pantano sono arrivati i casalesi che hanno cominciato il sacco dell'area demaniale con l'alleanza delle cosche locali loro alleate.

UN DEDALO DI STRADE STERRATE - Il Pantano venne prosciugato da Mussolini negli anni Trenta e da allora è un terreno demaniale. I canali di bonifica che vennero realizzati fecero sparire da questa zona la malaria e il drenaggio è stato fatto facendo sfociare questi canali, più o meno ampi nel vicino Garigliano. E proprio in questi canali finiscono gli scarichi fognari delle abitazioni della favela. Cioè un dedalo di viottoli per lo più sterrati che portano dalla statale domiziana fino al mare. E accanto alle costruzioni ci sono depositi di rifiuti, anche questi illegali, dove si vedono resti di impianti igienici, di eternit, di materiale di risulta e anche tanta spazzatura. Anche lo smaltimento dell'immondizia è illegale, e qualcuno si è organizzato e la ritira dalle villette dietro un piccolo compenso; dopodichè va a scaricare il tutto nei cassonetti oppure in discariche abusive create poco più in là. E naturalmente nessuno ha mai pensato di pagare la Tarsu. Così addio a bandiere blu o almeno a un mare minimamente balneabile. Chi ha una casa a Baia Domizia frequenta le piscine dei vari lidi o ne ha una nel condominio. Grazie a questa mostruosità il mare è sempre più lontano. E parliamo di una località «marittima».

Fonte: corrieredelmezzogiorno.it

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