7 gen 2009

Il «giallo» del nastro. Iannuzzi e il registratore al vertice: sembrava una penna, non l'avevo capito

L'assessore Oddati: il «sì» alla bobina è venuto da chi ha organizzato l'incontro
Armato: il via libera a Rosetta?
Si dicono tante cose...

NAPOLI — L'ispettore Clouseau sarebbe contento qui a Napoli, in questi giorni. Il giallo delle registrazioni del sindaco si è tinto di un rosa delicato come l'amicizia fra Teresa e Rosetta. Attenzione agli indizi: sono ingarbugliati come le più tradizionali ammuine di questa città. Andiamo con ordine: cosa ha detto il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino? «Ho registrato l'incontro di domenica mattina con i segretari provinciali e regionali, Luigi Nicolais e Tino Iannuzzi, perché sono stata autorizzata dal Pd nazionale. Era la condizione pregiudiziale che avevo posto per incontrare di nuovo gli uomini del partito». Bene: il nostro ispettore si scatena alla caccia.

Chi ha autorizzato Rosetta ad usare il registratore? Pd nazionale: un uomo di Roma o di Napoli? Il cerchio si stringe attorno a Teresa, l'amica del cuore di Rosetta. Teresa Armato, giornalista prestata al Parlamento, senatrice in carica del Pd, amica del cuore del sindaco di Napoli e anche della sua collega del Senato Anna Maria Carloni, moglie del governatore Antonio Bassolino. Teresa ci prova a trincerarsi dietro una dichiarazione ufficiale: «Io? Ho soltanto dato un contributo ad organizzare quell'incontro, finalizzato a trovare una soluzione fra tre persone a cui sono legata da amicizia e stima». Non vorrebbe parlare d'altro.

Ma l'inchiesta incalza. I due ospiti del sindaco alla riunione di domenica a Palazzo San Giacomo sapevano del registratore? Nicolais e Iannuzzi smentiscono, con decisione: quel registratore era nascosto. O quasi. Perché Luigi Nicolais dice di essere uscito da quella stanza con il sospetto di una strana scatoletta che era sul tavolo: «E ne ho parlato con Iannuzzi di quel sospetto: non è che il sindaco avrà registrato qualcosa? Gli ho chiesto. Tino ha scosso la testa, ridendo». Ma poi, a registrazioni svelate, è lo stesso Iannuzzi ad insospettirsi: si ricorda di aver giocato con una strana stilografica grigia posata su un posacenere. Un registratore sofisticato e stilizzato, degno di James Bond? Il nostro ispettore sta perdendo la pazienza. Inutilmente. Perché adesso il sindaco non risponde più. Non serve provare a chiederle: ma il registratore com'era? Dov'era? O qualsiasi altra cosa. E allora si va a memoria. L'altro giorno il sindaco aveva detto: «Qualcuno dice che questa giunta è sconfessata dal mio partito? Bene: vi faccio sentire le registrazioni. E scoprirete che non è vero».

Ma cosa c'è in quelle registrazioni? «Un colloquio normalissimo: perché il sindaco non le fa sentire a tutti così chiudiamo questa faccenda?», Luigi Nicolais è più che infastidito da tutta questa storia. Anzi: in parte è stata proprio questa vicenda, dice, che lo ha spinto a dare le dimissioni da segretario cittadino. Garantisce: «Quel colloquio di domenica è durato in tutto poco più di mezz'ora e io ho parlato circa il 10% di quel tempo. Ho chiesto il rinnovamento in quel colloquio, il sindaco ha risposto che non poteva fare di più». Ma chi ha ragione? Perché il sindaco non diffonde lo sbobinato di quelle che nel gergo della città sono state ribattezzate «intercettazioni »? Inutile cercare Rosetta. Per tutta la giornata ieri, è stato soltanto Nicola Oddati a dispensare spiegazioni dal fronte di Palazzo San Giacomo. Giovane, rampante, bassoliniano, Oddati è un uomo di punta della nuova giunta Iervolino. È deciso: «Ma quale registratore nascosto!». Fantastico: dunque vuol dire che era ben visibile ai due esponenti del Pd? Troppo semplice. Ecco invece la spiegazione di Oddati, ufficiale: «Il sindaco di Napoli aveva annunciato l'intenzione di registrare quest'ultimo incontro sul rimpasto della giunta con Nicolais e Iannuzzi proprio a chi del partito le aveva proposto, al telefono sabato sera, l'ennesima riunione ». Chi ha proposto la riunione ha autorizzato il registratore.

E la riunione l'ha proposta Teresa Armato. Dunque lei ha autorizzato il «metodo». Giusto? Teresa Armato è seccata: «Ma che io devo autorizzare un sindaco ad usare un registratore? Mi viene da ridere». D'accordo: non chiamiamola autorizzazione. Diciamo, più semplicemente, che Rosetta aveva parlato con Teresa con il gergo della loro amicizia collaudata. Magari Rosetta premeva e Teresa si è lasciata scappare un «Vabbé». Meglio? Teresa adesso vacilla, balbetta: «Si dicono tante cose in un momento di tensione. Non mi ricordo...». Il caso è chiuso. Lo sfogo di Nicolais «Un colloquio normalissimo: perché il sindaco non lo fa sentire a tutti così chiudiamo questa faccenda?»

Fonte: corriere.it

Nessun commento:

Posta un commento

Etichette

Post in evidenza

Regioni: molte spese, pochi valori

Non si può definire semplicemente corruzione, sprechi, malgoverno quanto sta emergendo a proposito delle Regioni Quando la quantità di un ...