23 gen 2009

Derivati, a Milano contestata la truffa a quattro banche

Il nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Milano, insieme ai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria presso il Tribunale di Milano, ha notificato giovedì mattina nove avvisi di garanzia, firmati dal pm Alfredo Robledo, con l'invito a presentarsi davanti all'autorità giudiziaria.

Delle nove persone coinvolte sette sono funzionari degli istituti di credito selezionati come "arranger" dal Comune di Milano quando era sindaco Gabriele Albertini. Le banche, a seguito delle condotte illecite nelle diverse operazioni per la maxi-ristrutturazione del debito di Palazzo Marino, dal giugno 2005 all'ottobre 2007, avrebbero guadagnato complessivamente un importo superiore ai 96 milioni di euro con pari decremento patrimoniale del Comune.

L'ipotesi di reato è truffa aggravata nei confronti dell'ente pubblico da parte degli istituti di credito con il concorso dei pubblici funzionari. Le banche coinvolte sono Jp Morgan, Ubs, Deutsche Bank e Depfa. Tommaso Zibardi e Carlo Arosio sono di Deutsche Bank, Matteo Stassano e Gaetano Bassolino (figlio di Antonio, governatore della Campania) sono di Ubs Limited, Antonia Creanza e Fulvio Molvetti fanno parte di Jp Morgan, Marco Santarcangelo è di Depfa Bank. Agli indagati è contestato il fatto di avere certificato il falso in relazione alla convenienza economica per il Comune che avrebbe sborsato alle banche tra i 96 e i 162 milioni di euro in più rispetto al dovuto.

Le indagini hanno messo in luce anche una mancata tutela, garantita all'ente pubblico dalla normativa inglese vigente che regola tale tipo di contratto (stipulato a Londra) della qualificazione di "intermediate customer" ad esso spettante e quindi violando le protezioni di trasparenza come la tutela degli interessi del cliente, la gestione di conflitti di interesse, il rapporto di fiducia con la clientela. Queste protezioni sono assicurate dai principi del Financial Services Authority Handbook a tale tipologia di clienti.

Gli altri due indagati, per concorso in truffa, sono l'ex direttore generale del Comune di Milano, Giorgio Porta, e Mauro Mauri, che era l'esperto della commissione tecnica comunale per valutare le condizioni della ristrutturazione del debito del Comune di Milano, complessivamente 1 miliardo e 700 mila euro.

«Sull'integrità morale, professionale e personale dei miei ex collaboratori non posso che dire il massimo di bene, come Cesare di sua moglie Calpurnia», ha commentato Albertini. «Quelle persone oggi accusate di truffa aggravata per 80-90 milioni di euro ai danni del Comune - ha aggiunto - sono le stesse che grazie all'operazione dei derivati, dal 2005 al 2007, hanno portato nelle casse di Palazzo Marino 198 milioni». Una cifra, quest'ultima, che l'ex sindaco di Milano desume dalla Nota descrittiva dell'operazione di emissione del bond e del connesso swap del giugno 2005 redatta nel novembre 2007 per la Corte dei Conti dall'allora direttore generale Gian Pietro Borghini, durante il mandato dell'attuale sindaco Letizia Moratti.

Pur riconoscendo «piena fiducia alla magistratura», Albertini ha ricordato che le commissioni negoziate con le banche, tramite gara, furono dello 0,01% e che «Mauri trattò lo spread in modo strepitoso. Se ci son state commissioni occulte - ha poi concluso - del tutto ignote all'organo politico, qualcuno ne dovrà rispondere».

Di altro avviso il consigliere comunale del Pd, Davide Corritore: «Davanti a questo scenario ora si apre la strada non solo per poter recuperare gli 80-90 milioni di ingiusti profitti realizzati dalla banche, ma anche per arrivare a contestare contratti tossici che espongono il Comune di Milano a rischi finanziari fino al 2035».

«Ci aspettiamo che il sindaco Moratti agisca in modo forte - ha aggiunto l'esponente del Pd - nei confronti di tutti coloro che si sono resi responsabili». È stato proprio Corritore il primo a sollevare nel 2007 i rischio dei contratti di derivati per Palazzo Marino (quattro in tutto, rinegoziati più volte dal 2005 con Deutche Bank, Depfa Bank, Ubs e Jp Morgan, per un valore complessivo di 1,685 miliardi e perdite stimate intorno ai 300 milioni) e a scegliere la via di un esposto alla Procura contro le presunte truffe delle banche legate alle commissioni occulte.

«Sui derivati - ha conlcuso l'esponente del partito democratico - si è violato più volte la legge. Senza entrare per il momento nel merito delle responsabilità individuali, questa vicenda può travalicare i confini di Milano e avere ricadute positive per tutti quei Comuni italiani esposti con contratti di derivati».

In effetti attualmente in Europa non c'è un paese in cui Comuni, Province e Regioni utilizzano i derivati in modo così massiccio come l'Italia. Nel caso l'ipotesi accusatoria della procura di Milano dovesse trovare riscontri potrebbero esserci conseguenze in tutta la penisola. Intanto va registrato che sembra molto difficile, se non impossibile, che gli indagati aderiscano all'invito a presentarsi in procura nei prossimi giorni per essere interrogati. «Noi non accettiamo giochi al buio - ha detto uno degli avvocati difensori - non avrebbe senso farsi interrogare a indagini preliminari in corso, se ne riparla a inchiesta chiusa».

Fonte: ilsole24ore.com

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