11 nov 2007

Mastella - Zelig. In Usa cambia faccia

Quello che in Italia il Guardasigilli non dice.

Ineffabile Mastella. Lo lasci fautore del sistema elettorale tedesco, proporzionalista incallito, avversario tenace del bipolarismo e, complice una qualche distrazione, lo ritrovi niente di meno che presidenzialista. Possibile?

Possibile. Proprio così.

A meno che il Clemente Mastella che ha rilasciato un'intervista al giornale degli italo-americani, «America Oggi», non sia un suo omonimo. Lo escludiamo, naturalmente. E, come ha notato Gianantonio Stella sul Magazine del «Corriere della sera», con il nostro stesso stupore, il ministro Guardasigilli, nella sua recente trasferta oltreoceano ha rivelato ciò che in Italia non può rivelare per ovvi motivi di collocazione politica. «La debolezza dei partiti in Italia - ha detto - reclama scelte diverse. Bisogna scegliere, o si vuole un premier con poteri più forti o si vuole andare alle elezioni con un sistema di tipo americano o francese, in cui il presidente è eletto direttamente».
Mastella li butta entrambi dalla finestra e si tiene stretto il nostro casereccio e sbrindellato sistema parlamentare? Neppure per sogno. «Mi piace il sistema Usa - ha affermato - più di quello francese...Ecco la vera democrazia: elezione diretta del capo del governo, ma anche un forte potere di bilanciamento ai rappresentanti dell'assemblea elettiva». Diavolo di un sannita! Che voglia rubare il mestiere ai presidenzialisti d'antan un po' in sonno ultimamente? Ma non basta. Riscopertosi novello Pacciardi, occhieggiando un po' a De Gaulle ed un po' ad Almirante, Mastella aggiunge: «Noi siamo l'unico Paese in Europa in cui il presidente del Consiglio non può mandare a casa un sottosegretario. Se Prodi volesse mandare a casa me, non potrebbe farlo! In altri Paesi europei, invece, il capo del governo può decidere».
Che dire? Benvenuto tra noi, ministro. Le sue parole sono peraltro molto più chiare di quelle di tanti che nel centrodestra hanno smarrito la strada e non trovano più la vecchia idea dell'elezione diretta del capo dello Stato, presupposto di una democrazia partecipativa e decidente. Complimenti vivissimi, anche se avremmo preferito leggere queste sue dichiarazioni su un giornale italiano e magari, coerentemente, vederla rompere gli indugi e trasferirsi nella sua vera Casa che è quella delle libertà, nel Polo, insomma, che ben conosce avendolo già frequentato.
Chissà che non accada. E senza scandalo, per favore. Scandaloso, semmai, è che Mastella resti dov'è a covare disagio e amarezza tra sinistre antagoniste e ircocervi partitici di nuovo conio nell'inutile ricerca del Centro perduto. Da quest'altra parte, nel centrodestra, potrebbe fare il presidenzialista senza imbarazzo, anzi riscuotendo apprezzamento e suscitando entusiasmo. E per di più senza doversi spostare a New York per far sapere al mondo di aver maturato convinzioni tanto dirompenti e così lontane dalla sua formazione politica. Auguri, ministro.

Fonte: iltempo.it

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