23 ott 2007

Sul pm di catanzaro: «mi ha indagato per farsi togliere l'indagine»

Caso de Magistris, il ministro della Giustizia invita i magistrati a non insabbiare l'inchiesta «Why not»

ROMA - «Voglio che l'inchiesta vada avanti con celerità» annuncia il ministro della Giustizia in merito alla decisione della procura generale di Catanzaro di avocare l'inchiesta «Why not» portata avanti dal pm Luigi de Magistris che vede tra gli indagati lo stesso Mastella. «Sono io che voglio che l'inchiesta vada avanti con celerità, non ho alcuna difficoltà, voglio che vada avanti e mi tolga di dosso gli schizzi di fango che mi sono arrivati» ha spiegato Mastella. Che è poi tornato a minacciare il ricorso al voto anticipato («Se cade la maggioranza si va alla urne») e sferrato un duro colpo al collega Di Pietro definito «analfabeta del diritto». Commentanto invece l'intervista di de Magistris al Corriere, nella quale il magistrato lamentava di essere in pericolo in vita, Mastella ha chiosato: «Quanto ai toni esasperati, al tritolo eccetera, quasi che qualcuno di noi o qualcuno legato a bande possa mandar tritolo, De Magistris stia tranquillo. Mi piacciono i fuochi pirotecnici ma non è che...».

PAPA - «Ho incontrato domenica il Papa a Napoli. Sono totalmente sereno», ha aggiunto il leader dell'Udeur. «La mia idea è come quella che hanno i cattolici del peccato: per commetterlo bisogna avere piena avvertenza e deliberato consenso. E io non credo di aver commesso nessun reato in piena avvertenza e deliberato consenso. Quindi sono tranquillo».

SCELTA CONSAPEVOLE - «De Magistris mi ha iscritto scientemente nel registro degli indagati di "Why not", sapendo che interrompeva l’inchiesta, visto che risultati reali fino ad ora non sono arrivati, anche perché ogni volta la Cassazione ha in larghissima misura bloccato i suoi atti. Non si può immaginare che lo abbia fatto per farsi togliere l’inchiesta e diventare eroe nazionale, sapendo che questa è la prassi?» ha poi aggiunto Mastella.

CICCHITTO - Intanto de Magistris non sembra piacere non solo a parte del centrosinistra, ma anche a parte del centrodestra. «Il provvedimento di avocazione dell'indagine Why not da parte della procura generale di Catanzaro è a nostro avviso giustificato», ha messo in chiaro il vice coordinatore di Fi Fabrizio Cicchitto. «A parte la gestione degli atti e la fuga continua di notizie - aggiunge Cicchitto - sono ormai mesi che il dottor De Magistris, che ha in mano un provvedimento giudiziario molto delicato, fa proclami e interviste politiche, in sostanza si comporta come un soggetto politico impegnato con tutti i mezzi a sua disposizione, da quelli giudiziari a quelli politici, in una sorta di crociata. Insomma, ci troviamo di fronte ad un totale annullamento della terzietà del giudice, che anzi diventa il protagonista politico, anche con la ricerca ossessiva di consenso dell'opinione pubblica, con manifestazioni conseguenti».
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ITALIA DEI VALORI - Di diverso avviso Italia dei Valori il movimento che fa capo al ministro Antonio Di Pietro. «Nella vicenda De Magistris collegata all’inchiesta "Why not" troviamo conferma a quanto di peggio si era detto in merito alla riforma dell’ordinamento giudiziario approvata nella passata legislatura dalla Cdl». È quanto afferma in una nota Massimo Donadi, capogruppo alla Camera di Italia dei Valori. «Una riforma - spiega Donadi - che faceva venir meno l’esclusività del Csm nell’avviare procedimenti disciplinari e la attribuiva anche all’esecutivo, aprendo così la strada a pericolose ingerenze e ad esiti paradossali come quelli che si stanno oggi verificando nell’inchiesta di Catanzaro. È evidente - conclude Donadi - che quest’intreccio di indagati che indagano i loro indagatori è tutto giocato sul filo del rasoio e che, qualora il Csm dovesse respingere la richiesta di trasferimento del sostituto procuratore De Magistris, vi sarebbero delle immediate e ovvie conseguenze politiche».
Fonte: corriere.it

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