23 ott 2007

"Orge alla cocaina per ballare in tv"

Lo sfogo di Carla, aspirante velina, illusa dal boss dello spaccio

TORINO - È già un pugno nello stomaco la notizia di un piccolo boss cinquantenne che spaccia cocaina a due ventenni in cambio di sesso. Ma a Vincenzo Carnovale non è bastato violare il loro corpo. Con una, come hanno ricostruito i carabinieri di Pinerolo, si è spinto oltre. Ha infranto il suo sogno di diventare velina, di sfondare nel mondo dello spettacolo. Per raggiungere quell’ebbrezza, quel senso di potenza, quell’adrenalina che scorre nelle vene che Carla aveva provato solo con la coca. Il boss e la sua banda sono stati arrestati. Carla - famiglia borghese, le mani nervose intorno alla frangetta, aspetto minuto che la rende ancora più giovane dei suoi 22 anni - sta cercando di riappropriarsi della sua vita.

All’inizio hai accettato di andare a letto con Vincenzo Carnovale in cambio della cocaina. Come sono arrivate le promesse di arrivare a lavorare in tv?
«All’inizio era lui a dirmi che conosceva le persone giuste per farmi avere un provino, poi mi ha fatto addirittura chiamare da un uomo che si è spacciato per un agente di fotomodelle. “Stai tranquilla che a te ci penso io” mi ha promesso».

E tu gli hai creduto?
«Sì. Con l’università era andata male. Ero iscritta a psicologia, ma non avevo voglia di studiare e capito che non ce l’avrei mai fatta a lavorare come psicologa. Mi piace ballare e ho creduto di poterlo fare anche per il pubblico della tele. Vincenzo mi sembrava sicuro di sé, a volte quando ci sentivamo al telefono mi diceva “sono a Milano per cercare i ganci giusti per te” e io gli credevo».

Ma come hai potuto accettare di andare con quell’uomo? A volte, addirittura alla presenza di altre ragazze...
«Stavo troppo male per la dipendenza dalla cocaina: ne avevo troppo bisogno. Per ogni grammo lui voleva 60 euro e, nonostante la mia famiglia stia abbastanza bene e io non abbia fratelli o sorelle con cui dividere quello che mi passano i miei, non potevo permettermi di pagare. Così ci stavo, anche se poi pensare a quelle orge mi faceva schifo».

Sniffi ancora?
«No, è tantissimo che non lo faccio più. Per questo Vincenzo ha perso la testa: quando ho capito che mi raccontava un mucchio di balle e che io mi stavo rovinando ho deciso di disintossicarmi. Gliel’ho detto, che con lui non ci volevo avere più niente a che fare. E allora lui ha perso la testa e mi ha minacciato. Anche se mi diceva sempre che mi amava».

Credi davvero che fosse innamorato di te?
«No, ora con tutto quello che è successo no. Prima, non so. Io, quando stavo con lui, ero sempre stra fatta: prima dei rapporti sessuali ci facevamo almeno due-tre pista di coca. Era un modo per tenermi su, per sopportare quello schifo».

È vero che lui ti cercava anche quando eri lontano da Pinerolo?
«Sì, una volta mi ha inseguito fino in un posto in montagna. C’ero andata con degli amici, lui mi ha telefonato “Smollali per un quarto d’ora, ho bisogno di stare un po’ con te: ho della coca purissima. E io ho eseguito i suoi ordini: abbiamo fatto sesso in macchina e poi sono tornata dai miei amici».

Quand’è che ti sei resa conto che la storia della velina era un’enorme bugia?
«Volevo incontrare di persona il suo amico, quello che diceva di essere un agente di fotomodelle. Ma Vincenzo ha cincischiato troppo, diceva sempre “domani, domani” e sto’ domani non arrivava mai».

Qualcuno ti ha aiutato a smettere di vederlo?
«Ho conosciuto un ragazzo: a lui ho raccontato cose che sapevano solo i miei genitori e lui mi ha aiutato a non sentirmi più così sporca».
Fonte: lastampa.it

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