14 ott 2007

Francia, morto Bob Denard l'ultimo soldato di ventura

Lo chiamavano "cane da guerra", organizzò decine di golpe in Africa
Una vita da mercenario tra interessi di Stato e affari sporchi

Nella sua autobiografia si è definito "il corsaro della Repubblica". Ennesimo modo per non chiamarsi con il suo vero nome, fardello da sempre impegnativo per chi faceva un mestiere come il suo. Tutti lo conoscevano come Bob Denard. Mercenario, soldato di ventura, ideatore di svariati colpi di Stato in Africa, anzi nella Françafrique, la parte di mondo che Parigi governava attraverso gente come lui. Mai ufficialmente in azione, mai ufficialmente in nome della Francia, mai ufficialmente investiti di gradi e missioni. Spesso aiutati, spesso scaricati. Oggi Bob Denard è ufficialmente morto. Con lui sono morti tutti i nomi con cui era conosciuto in diverse parti del mondo dalla Rhodesia all'Angola al Bénin allo Yemen: Bourgeaud, Maurin, Mahdjou, Thomas, Bako. Morto anche il nome di battaglia: chien de guerre, cane da guerra. E morto il suo nome da musulmano convertito: Said Mustafa Mahdjoub.

"Confermo che è morto", si è limitata a dire la sorella Georgette senza specificare né il luogo né il giorno del decesso. Denard aveva 79 anni e da tempo soffriva di Alzheimer, era stato di recente processato e condannato a quattro anni di reclusione di cui tre con la condizionale per "associazione a delinquere con l'obiettivo della preparazione di un crimine".

Un crimine tra i tanti, uno dei lavori sporchi finito male, la sua ultima impresa: il sequestro di Said Mohamend Djohar, presidente dell'ex repubblica federale islamica delle Comore, il piccolo arcipelago nell'Oceano Indiano fra le coste del Mozambico e il Madagascar. Era l'ottobre del 1995: Denard con meno di trenta uomini tentava l'ultimo golpe. Su commissione dei servizi francesi, diceva lui. Da solo e con un'organizzazione criminale, dissero i giudici pur ammettendo che "era evidente che i servizi segreti erano a conoscenza del progetto di colpo di stato e dei preparativi in corso". Ma lo scopo sarebbe stato creare "alle isole Comore una zona franca e un sistema bancario offshore". Una vicenda da American Tabloid con l'Africa anziché Cuba sullo sfondo.

Scaricato, usato oppure cane da guerra ormai cane sciolto. Non esiste un'unica versione per chi viveva come Denard, non c'è certezza della verità. Ex sottufficiale dell'esercito, aveva preso parte ad altri golpe nelle isole Comore, Yemen del Nord, Angola, Cabinda, Rhodesia, Benin. Ma le Comore gli segnarono il destino.

Nel 1989 era comandante della guardia presidenziale del presidente Ahmed Abdallah, predecessore di Mohamed Djohar. Il presidente Abdallah era stato ucciso nel novembre dello stesso anno, nel palazzo presidenziale, in presenza di Bob Denard. Al processo per omicidio, l'ex mercenario era stato assolto con il beneficio del dubbio. Per questo, ha sempre sostenuto, era tornato laggiù: per pagare il suo debito d'onore, oltre che per ordine segreto della Francia.

Anche in Italia Denard è conosciuto. Nel 2001, Guido Papalia, procuratore della Repubblica di Verona, lo accusò di reclutare mercenari negli ambienti dell'estrema destra in una dei suoi progetti che avevano a che fare ancora con le Comore.

Ma tutta la vita fu un rincorrersi di azioni, omicidi, gloria, vendetta, cadute e condanne. Come quella del 1993 per il golpe in Benin. E a ritroso lo troviamo appoggiare, con alterne fortune, ribelli o monarchici in Nigeria, Angola, Zaire, fino a tornare agli anni Sessanta quando nella sua prima vera azione in grande appoggiò i ribelli del Katanga, nell'allora Congo belga.

E ancora indietro fino alla gavetta nell'esercito regolare in Indocina e prima ancora l'infanzia da figlio di un ufficiale anticomunista. Fino alla nascita, al suo nome di battesimo, così poco usato da finire dimenticato. Un altro dei nomi morti con lui, Gilbert Bourgeaud.

Fonte: repubblica.it

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