11 lug 2015

Maria Giulia Sergio, l’italiana che è andata in Siria a combattere la jihad

Fatima (questo il suo nuovo nome), 27enne di Torre del Greco fa parte di una famiglia interamente convertita all’Islam

Fa parte dei foreign fighters italiani. Ed è l’unica donna di questo gruppo di giovani che si sono radicalizzati e hanno deciso di andare a combattere la guerra santa. Sul suo profilo Facebook non c’è un volto. Ma un velo nero. Sullo sfondo la Mecca, a simboleggiare una scelta di vita. Maria Giulia Sergio ha 27 anni ed è partita per la Siria.

La vittoria sui miscredenti
La sua storia non è molto diversa da quella di tante altre spose della jihad ed è fortemente legata da un lato alla conversione all’Islam e dall’altro al matrimonio. Fatima (questo il nome adottato dopo la conversione) è originaria di Torre del Greco (Napoli). Non cresce nella comunità musulmana, non è religiosa. Con la famiglia ad un certo punto da Sud si trasferisce a Inzago, nell’hinterland milanese (lo stesso da cui proviene Haisam Sakhanh). Qui, durante gli anni dell’adolescenza spinta probabilmente dalla sorella Marianna, che nel frattempo si è sposata con un algerino, si converte. Maria Giulia cambia il suo nome in Fatima, pronuncia la shahada (la professione di fede). Lascia il primo compagno e si sposa nella moschea di Treviglio con un albanese che ha contatti con Bilal Bosnic, imam arrestato in settembre in Bosnia con l’accusa di arruolamento. Inizia a indossare il niqab (il velo integrale). In paese ricordano un episodio: «Si presentò in Posta con la sorella completamente velata. E si rifiutò di mostrarsi in volto, come le chiedeva un’impiegata per identificarla. Fu necessario l’intervento della polizia», raccontano a Inzago. E’ giovane, ha cambiato molte volte città e non ha molti punti di riferimento. Nel frattempo si è spostata con il marito nella zona di Grosseto, dove vive la famiglia dell’uomo. Anche il padre Sergio e la madre Assunta si convertono. L’Islam diventa la ragione di vita di Fatima, come si nota anche sul suo profilo Facebook. «Allahumma rinsalda le nostre gambe e dacci la vittoria sui miscredenti», scrive sulla sua bacheca. Il 16 settembre 2011 sottoscrive un appello a favore del niqab. «Nel nome del Dio unico» è l’ incipit dell’appello rivolto al senatore Ciampi, ex presidente della Repubblica. In quello stesso appello si legge anche la firma di Giuliano Delnevo, il ragazzo genovese, morto in Siria.

L’ipotesi dei servizi è dunque che Maria Giulia si sia radicalizzata insieme al marito albanese e insieme abbiano deciso di partire. E’ la Siria la loro meta. Lui vuole andare a combattere. E lei a fare la moglie di un martire. Già, perché è la Guerra Santa la missione di questa giovane, la cui storia in parte ricorda quella di Hayat Mouaddiene. In settembre avrebbe lasciato l’Italia acquistando a Roma un biglietto aereo per la Turchia. Poi avrebbe proseguito via Gaziantep per la Siria con un gruppo di jihadisti albanesi. E da lì più niente, nessuno ne sa più nulla. Il suo cellulare non dà più segnali. Come se Maria Giulia fosse stata inghiottita nella nulla.

Fonte: corriere.it

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