20 feb 2014

Quei disperati in galleria, già sotto accusa per assenteismo

I guai dei contestatori, operai di un Consorzio campano per i rifiuti. Un’inchiesta tv di «Report» sollevò lo scandalo delle assunzioni fittizie

SANREMO - Il palco della messa in scena è la galleria dell’Ariston. Una donna che sviene, la sicurezza che la soccorre, i complici che sgattaiolano sulle impalcature, minacciano di buttarsi di sotto. Ai tempi del Datagate, delle intercettazioni di massa, della sorveglianza globale, della sicurezza occhiuta, la sceneggiata napoletana ha ancora il suo perché.
È così che una donna (Maria Rosaria Pascale) e tre uomini (Antonio Sollazzo, Marino Marsicano e Salvatore Ferrigno) sono riusciti a beffare la security (di questura e teatro) e ottenere all’ora di punta l’attenzione forzata dei teleflaneurs, gli osservatori del paesaggio televisivo. Della truppa di tre solo due (Sollazzo e Marsicano) sono riusciti a raggiungere l’obbiettivo: sono tutti operai del Consorzio Unico di bacino delle province di Napoli e Caserta (Cub, si occupa di rifiuti) che non prendono lo stipendio da 16 mesi. I soldi per l’incursione li hanno raccolti facendo una colletta tra gli 800 colleghi: circa 460 euro per viaggio e biglietti, due (da 100 euro l’uno) li hanno acquistati in biglietteria, altri due dai bagarini.

Un piano pensato a tavolino secondo la questura di Imperia: «I quattro hanno studiato e premeditato il blitz nei dettagli. Tutti sono accusati di violenza privata (per aver costretto Fazio a leggere la loro lettera, ndr ) e procurato allarme». Secondo la questura i quattro sono noti alle forze dell’ordine per vari reati: truffa per assenteismo dal posto di lavoro, reati contro il patrimonio, interruzione di pubblico servizio, violenza e minaccia a pubblico ufficiale, manifestazione non autorizzata. Sono stati sottoposti a Daspo, il provvedimento che impedisce di assistere a manifestazioni sportive. Ora hanno avuto anche il Daspo canoro, perché la polizia gli ha consegnato il foglio di via obbligatorio per tre anni da Sanremo.

Antonio Sollazzo nega la premeditazione: «Non avevamo organizzato la protesta così come l’avete vista in tv, volevamo solo avvicinarci ai fotografi e chiedere a Fazio di leggere la nostra lettera, ma senza azioni eclatanti».
Un piano pensato a tavolino anche secondo Beppe Grillo. Dagli autori del Festival, però. Insinua il leader cinque stelle: «Martedì ero a farmi prendere per i fondelli (usa l’espressione più breve ed efficace, ndr ) da Fazio con i finti operai che si buttavano dall’Ariston». Il conduttore risponde irritato: «È un’accusa infamante».

I consorzi di bacino sono finiti tempo fa sotto la lente di «Report» e anche della magistratura perché negli anni hanno assunto dipendenti in numero esorbitante. Situazione diventata ancora più scandalosa quando il servizio di raccolta differenziata è stato affidato alla municipalizzata Asia. Di fatto i dipendenti del Consorzio erano pagati per non lavorare.Per i quattro dimostranti è arrivato anche il Daspo televisivo. Il direttore di Rai1 Leone ha assicurato che non avranno ulteriori vetrine in programmi della tv di Stato: «Chi si espone in termini mediatici come al Festival di Sanremo per una protesta, per quanto legittima, non può avere un altro proscenio mediatico, perché al di là di tutto potrebbe creare un effetto emulazione, e la cosa da dramma diventerebbe farsa» .

Fonte: corriere.it

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