26 set 2012

Spaccio di cocaina, ai domiciliari il direttore delle Poste al Senato.

Il dirigente è coinvolto in un'operazione su un traffico internazionale di droga gestito da una banda italo-albanese

ROMA - Il direttore delle Poste di Palazzo Madama, sede del Senato della Repubblica, è stato arrestato (ai domiciliari) per spaccio di cocaina. Orlando Ranaldi, 53 anni, di Olevano Romano, è indagato nell'ambito di un'operazione su un vasto giro di spaccio di stupefacenti gestito da una banda italo-albanese a Valmontone, una cittadina a sud della Capitale. L'indagine coinvolge molti altri sospetti e ha condotto martedì 25 settembre a 10 misure cautelari: 6 in carcere e 4 ai domiciliari (compreso Ranaldi). Fra gli arrestati sei sono albanesi e quattro italiani.

RIFORNIMENTI DA OLTRE ADRIATICO
L'inchiesta è nata dalle indagini dei carabinieri della stazione di Valmontone che hanno scoperto un'alleanza italo-albanese per il rifornimento e lo spaccio di cocaina nel territorio della provincia a sud di Roma. All'alba di martedì, la notifica delle misure cautelari. Tra gli arrestati figurano anche un autista del Cotral (autobus di linea) e un vigile urbano, S.G., che si sarebbero prestati, anche con le loro auto di servizio, a smerciare droga per conto dell'organizzazione. Ancora in corso decine di perquisizioni nei confronti di altri soggetti legati alle attività illecite della banda.

SU TWITTER
Nobili valori, buoni sentimenti e anche quel tanto di indignazione per la malapolitica: il profilo twitter di Ranaldi restituisce l'immagine di un uomo, come si suol dire, tutto d'un pezzo. «Continua la fuoriuscita di volgarità e arroganza dalla politica che non viene scelta dai cittadini!», twittava qualche giorno fa il dirigente, dipendente delle Poste, al deputato Pd Mario Adinolfi. E ancora, Ranaldi si era lamentato con Riccardo Milana, parlamentare dell'Api: «I cervelli in Italia li abbiamo sempre avuti, diamo loro credibilità e sostegno!». In fondo, aveva spiegato, bisogna «cambiare davvero, con la testa e con il cuore! E senza il portafoglio. Basta gargarozzoni e musicanti!». Non era mancata una tirata contro il giustizialismo in politica. «Ma io dico: Di Pietro che ci azzecca con il Parlamento? È parte quando incassa, è giudice quando chiede!».

Fonte: corriere.it

Nessun commento:

Posta un commento

Etichette

Post in evidenza

Regioni: molte spese, pochi valori

Non si può definire semplicemente corruzione, sprechi, malgoverno quanto sta emergendo a proposito delle Regioni Quando la quantità di un ...