19 lug 2011
Quegli strani affari all'estero dietro il buco
MILANO - «Su invito del presidente relaziona sull'argomento il vicepresidente dott. Mario Cal...». Si alza l'uomo dei conti. È il manager del San Raffaele che ha le chiavi della cassaforte. Dentro ci sono più debiti che soldi. Ma anche molti segreti. Quel giorno e quel consiglio di amministrazione hanno cambiato la vita dell'ex ciclista che è stato braccio destro, amico e «voce» di don Luigi Verzé. Forse è lì che la luce ha cominciato a spegnersi. Il colpo di pistola è l'ultima scintilla prima del buio.
Alle 10 di mattina del 23 marzo 2011, nell'Aula consiliare dell'Istituto scientifico San Raffaele al settimo piano di via Olgettina 60 a Milano, Mario Cal doveva relazionare il consiglio di amministrazione della Fondazione Monte Tabor sul piano di ristrutturazione dei debiti. La Fondazione governa il gruppo. È il momento in cui la crisi dell'ospedale diventa pubblica. È il giorno in cui Mario Cal, 72 anni, esce dall'ombra di don Verzé, 91 anni, amico da 35 anni. Cal è vicepresidente con ampi poteri, il bilancio è in rosso profondo. All'inizio i messaggi sono rassicuranti: «Mancanza di liquidità passeggera». La realtà è ben più drammatica. Non è ristrutturazione ma salvataggio. Quasi un miliardo di debiti su 660 milioni di ricavi. I fornitori premono, i decreti ingiuntivi si susseguono.
Cal è l'interfaccia con banche e fornitori. Aveva elaborato un piano di rientro a inizio 2011: bocciato dalle banche. Gli argini erano già rotti. Di colpo il San Raffaele si trova nella tempesta. Sembra che i debiti siano emersi improvvisamente. Ma non è così. Don Verzé con le sue relazioni ad altissimo livello (Silvio Berlusconi su tutti) e con quella grande abilità nel mescolare scienza e sanità, no profit e business, biotecnologie e jet personali, ha tenuto a distanza banche creditrici e fornitori.
Cal intanto dava una veste contabile minimamente dignitosa agli slanci spesso visionari dell'onnipotente prete-manager. Come la cupola di 60 metri d'altezza sovrastata da una statua di 8 metri dell'angelo San Raffaele. Megalomania allo stato puro che però richiede liquidità. Ed evidentemente c'era. O si trovava. Curare le persone che cos'ha da spartire con gli hotel in Sardegna? O le piantagioni di manghi e meloni in Brasile? E quanti milioni sono stati buttati nella società neozelandese proprietaria del jet su cui viaggiava don Verzé? Era Cal a gestire i «capricci». Quando il coperchio è stato appena un po' sollevato, la «spazzatura» estera è piovuta sui bilanci.
Adesso ci sono gli uomini della Santa Sede. Strana operazione: si sono insediati prima ancora di aver tirato fuori un euro, senza aver fatto una valutazione accurata del gruppo e per questo assumendosi rischi elevati. Perché? Per convenienza dell'affare? Per bloccare il concorrente Giuseppe Rotelli? Per salvare l'Opera? Per evitare lo scandalo di un fallimento e l'irruzione dei pm? Entro fine mese, secondo alcune valutazioni, finiranno i soldi. Il concordato preventivo sembra l'unica strada.
Ma che fine farà la «consorteria» dei Sigilli? Sono i fedelissimi di don Verzé riuniti nell'Associazione Monte Tabor, la super holding semisegreta dove si contano i «soci dedicati» (quelli con più poteri) e i «soci ordinari». Qui, nell'ombra, per anni hanno governato uno dei più grandi e protetti imperi della sanità.
La cassaforte adesso ha perso il suo custode. E forse non è un caso che ieri mattina, subito dopo il suicidio, nell'ufficio di Cal si siano presentati, a caccia di carte contabili, Luigi Orsi e Laura Pedio, i due pm che si occupano dell'inchiesta conoscitiva sulla situazione debitoria del gruppo. Tra quelle carte dovrebbe esserci un documento datato 29 giugno 2011: c'è scritto che don Verzé e Mario Cal avranno per tre anni tutti i poteri sulle attività estere e su altre società. Un colpo di coda. Poi il colpo di pistola.
Fonte: corriere.it
Il termine scandalo deriva dal greco skàndalon, che significa ostacolo, inciampo. Il significato più antico del termine rinvia ad azioni o discorsi che danno cattivo esempio.
Nell'accezione corrente uno scandalo è l'effetto di un'azione che, una volta divenuta di pubblico dominio, causa un turbamento della sensibilità morale pubblica, prevalentemente in materia di sesso, denaro ed esercizio del potere. Il turbamento deriva in genere, più che dall'infrazione di singole norme, dal fatto che le azioni considerate "scandalose" sono caratterizzate da una commistione impropria delle categorie citate, che tale commistione è stata resa pubblica e/o che le azioni "scandalose" hanno com protagonisti personaggi pubblici.
I motivi di scandalo variano quindi in funzione delle epoche, delle culture e delle classi sociali in cui tali comportamenti vengono messi in atto e resi noti. Essendo la notizia pubblica di un fatto il motore principale dello scandalo, nella società moderna essi vengono frequentemente amplificati - e spesso costruiti - dai media, che promuovono a scandalo (cioè a questione etica di interesse generale) pettegolezzi sulla sfera privata (familiare, affettiva, sessuale) di persone note.
Gli ambiti in cui possono avvenire gli scandali sono i più vari, in ambito politico-finanziario possono riguardare episodi di corruzione e abuso di potere; in ambito privato possono riguardare l'infedeltà coniugale, la sessualità o l'omosessualità delle persone coinvolte, l'abuso fisico a danni di soggetti deboli (es. la pedofilia); in ambito sportivo è spesso motivo di scandalo una condotta sleale (ad esempio, casi di corruzione e doping).
Concernendo azioni "discutibili", molto spesso gli scandali hanno conseguenze politiche e giudiziarie. Ancor più spesso vengono strumentalizzati a scopo politico o economico.
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