19 lug 2011
Mario Cal lascia due lettere, una alla moglie e una alla segretaria. E spunta il «giallo» della pistola
L'avvocato di Cal: «Sapeva che non c'erano i mezzi per far fronte ai debiti». Spostata l'arma del suicidio
MILANO - Non conosce i motivi del suicidio. Ma conosceva bene lo stato d'animo di Mario Cal l'ex vicepresidente della Fondazione San Raffaele che si è ucciso con un colpo di pistola oggi a Milano. «Cal era molto preoccupato, non tanto per l'inchiesta, quanto per la situazione del San Raffaele» ha detto il suo avvocato, Rosario Minniti, che segue la vicenda del noto ospedale milanese e che questa mattina si trovava in Procura a Milano. «Era preoccupato per la situazione del San Raffaele perché non c'era più la liquidità per pagare i fornitori» ha aggiunto Minniti. Cal era stato sentito tempo fa solo come persona informata sui fatti dal pubblico ministero Luigi Orsi nell'ambito di un procedimento conoscitivo sui conti in rosso dell'istituto di ricovero e cura a carattere scientifico milanese. Il gruppo ospedaliero, indebitato per circa 900 milioni di euro, è alle prese con un nuovo piano industriale, una ristrutturazione finanziaria e una contemporanea riorganizzazione aziendale con una probabile apertura a nuovi soci, in particolare il Vaticano, che si è offerto di ripianare i debiti. Lo scorso 7 luglio sono entrati nel consiglio di amministrazione della Fondazione San Raffaele del Monte Tabor il presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi, il docente dell'università Bocconi Maurizio Pini, il preside della facoltà di Medicina e chirurgia dell'università Vita-Salute San Raffaele Massimo Clementi, l'ex ministro Giovanni Maria Flick, l'imprenditore Vittorio Malacalza e il presidente dell'ospedale Bambin Gesù di Roma Giuseppe Profiti, diventato una settimana dopo vice-presidente, «delegato con tutti i poteri».
PREOCCUPATO - Secondo Minniti a preoccupare Cal non era quindi tanto la situazione debitoria, quanto il fatto che i crediti contratti dal nosocomio, della cui Fondazione era stato vicepresidente, non rientrassero. Di fatto, spiega il legale «non c'erano i mezzi per far fronte al pagamento dei debiti». L'avvocato si è detto «molto dispiaciuto per la perdita di un caro cliente e un amico a cui sono stato vicino nei momenti di difficoltà, ma questa volta non mi è stato possibile».
LA DINAMICA DEL SUICIDIO - Cal si era presentato nel suo ex ufficio intorno alle 10.30, ha salutato la segretaria e si è chiuso dentro per alcuni minuti per raccogliere i suoi effetti personali dato che era dimissionario dalla settimana scorsa. Alcuni minuti dopo è risuonato il colpo di pistola. La segretaria, ancora in stato di choc, ha sentito un’esplosione provenire dall’interno della stanza, ha aperto la porta e ha trovato l’uomo steso a terra in una pozza di sangue. Cal si è sparato con una pistola a tamburo Smith and Wesson regolarmente detenuta che portava sempre con sè per paura di aggressioni.
LE LETTERE - Mario Cal ha lasciato due lettere. Una è indirizzata alla moglie, l'altra, stando alla prime informazioni, alla segretaria. Da quanto si è saputo le due lettere, di poche righe, sono state scritte a mano probabilmente poco prima che l'ex amministratore si togliesse la vita. Le due missive avrebbero più che altro un contenuto affettivo e, da quanto è stato riferito, non conterrebbero alcun riferimento alla grave situazione economica del San Raffaele. La moglie di Cal ha detto di non avere avuto «nei giorni scorsi sentore né avvisaglie, anche perché era un uomo forte». Neppure le più strette collaboratrici di Cal avevano avuto la percezione di quanto stava per accadere.
IL «GIALLO» DELLA PISTOLA - Nell'inchiesta aperta come di prassi dalla procura, spunta anche «il giallo» della pistola. L'arma con cui l'ex vice presidente del San Raffaele, Mario Cal, è stata infatti spostata e infilata in un sacchetto da una persona che deve essere ancora identificata, probabilmente una delle prime ad entrare nella stanza dove l'ex braccio destro di Don Verzè si è ucciso. Inoltre il pm di turno, Maurizio Ascione, ha disposto accertamenti sulla pistola usata da Cal per appurare il perchè sia stata spostata da un dipendente e infilata in un sacchetto, anche se qualcuno sostiene che l'arma sia stata spostata durante l'intervento per soccorrere Cal che è morto poco dopo in rianimazione.
PIANO DI SALVATAGGIO - Sulla morte dell'ex vice Don Verzè è intervenuto anche Giovanni La Croce , l'attestatore del piano di salvataggio del gruppo ospedaliero per il quale la scomparsa di Cal, «è un evento tragico che rende ancor più improcrastinabile il deposito della domanda di concordato preventivo (l'intesa con i creditori che evita il fallimento, ndr) in tribunale».
IL VATICANO- La Santa Sede ha preso in mano la questione del salvataggio del San Raffaele, insediando nel consiglio d'amministrazione il nuovo vice presidente Giuseppe Profiti. Da Oltretevere però nessun commento. E soprattutto i media legati al Vaticano non hanno dato notizia del suicidio di Cal. Una notizia che ha ha sicuramente suscitato dolore e sgomento.
Fonte: corriere.it
Il termine scandalo deriva dal greco skàndalon, che significa ostacolo, inciampo. Il significato più antico del termine rinvia ad azioni o discorsi che danno cattivo esempio.
Nell'accezione corrente uno scandalo è l'effetto di un'azione che, una volta divenuta di pubblico dominio, causa un turbamento della sensibilità morale pubblica, prevalentemente in materia di sesso, denaro ed esercizio del potere. Il turbamento deriva in genere, più che dall'infrazione di singole norme, dal fatto che le azioni considerate "scandalose" sono caratterizzate da una commistione impropria delle categorie citate, che tale commistione è stata resa pubblica e/o che le azioni "scandalose" hanno com protagonisti personaggi pubblici.
I motivi di scandalo variano quindi in funzione delle epoche, delle culture e delle classi sociali in cui tali comportamenti vengono messi in atto e resi noti. Essendo la notizia pubblica di un fatto il motore principale dello scandalo, nella società moderna essi vengono frequentemente amplificati - e spesso costruiti - dai media, che promuovono a scandalo (cioè a questione etica di interesse generale) pettegolezzi sulla sfera privata (familiare, affettiva, sessuale) di persone note.
Gli ambiti in cui possono avvenire gli scandali sono i più vari, in ambito politico-finanziario possono riguardare episodi di corruzione e abuso di potere; in ambito privato possono riguardare l'infedeltà coniugale, la sessualità o l'omosessualità delle persone coinvolte, l'abuso fisico a danni di soggetti deboli (es. la pedofilia); in ambito sportivo è spesso motivo di scandalo una condotta sleale (ad esempio, casi di corruzione e doping).
Concernendo azioni "discutibili", molto spesso gli scandali hanno conseguenze politiche e giudiziarie. Ancor più spesso vengono strumentalizzati a scopo politico o economico.
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