5 feb 2010

Sprechi, l'assessorato all'Agricoltura assume i consulenti a pranzi e cenette.

Dalla Regione 240mila euro per gli esperti ai banchetti

NAPOLI — Una virtù va riconosciuta alla giunta di Palazzo Santa Lucia: la tenacia. Perché nonostante le critiche e le minacce politiche, il governatore ed i suoi fedelissimi non hanno mai smesso di nominare consulenti. Anche oggi, a poche settimane dalla fine del mandato ed in prossimità delle elezioni. Finita la pacchia di Agenda 2000, quella dei fondi europei 2000-2006 che ha regalato qualche vagonata di tecnici esterni garantiti da lauta ricompensa, ecco che provvidenzialmente è arrivato in soccorso il nuovo «Piano di risorse comunitarie 2007-2013» per replicare e moltiplicare le consulenze. Tra i più originali assertori dell’affidamento di incarichi c’è, sicuramente, l’assessorato all’Agricoltura. Che è riuscito addirittura a bandire una gara d’appalto per organizzare, e non è certo un eufemismo, pranzi e cenette.

L’idea è stata partorita dalla poco nota sigla Sesirca. Al secolo «Settore sperimentazione, informazione, ricerca e consulenza in agricoltura» di Palazzo Santa Lucia. Facendo leva, per l'ennesima volta, sull'assunto che nella pianta organica dell’ente c'è carenza di personale specializzato — perché è proprio vero che per noleggiare una sala riunioni c'è bisogno di un professionista esterno con esperienza pluriennale — la Regione ha indetto una «procedura per l'affidamento triennale della realizzazione di eventi quali: convegni, conferenze stampa e seminari, comprensivo di tutte le relative prestazioni». Il costo complessivo dell'operazione è di 240 mila euro per tre anni. Ed il mandato non è certo tutto incluso. Giammai. Il compito principale della società di consulenza, o del gruppo di professionisti che otterranno l'appalto, sarà quello di stilare preventivi economici. In particolare per i «welcome o coffee break, i lunch e le cene» a margine delle presentazioni del nuovo Psr, il Programma di sviluppo rurale 2007-2013 che porta in dote parecchi milioni di euro da gestire. I convegnisti, secondo quanto recita la delibera di giunta numero 479, saranno anche di bocca buona. Perché nella pausa tra una relazione e l'altra, vedranno servirsi, come prevede l’appalto, «caffè, dolci vari adatti, succhi, acqua minerale».

A pranzo potranno godere della successione di portate con «3 antipasti, 2 primi (di cui 1 con condimento a base di soli prodotti vegetali), 2 secondi (carne e pesce), 4 contorni (verdure ed ortaggi sia cotti che crudi), frutti (varia), 3 tipi di dolci (di cui almeno 1 senza farcitura e 1 a base di frutta), vino rosso e bianco, acqua minerale liscia e gassata, bibite, caffè». Infine a cena saranno gastronomicamente solleticati da «un antipasto misto, 2 primi (di cui 1 con condimento a base di soli prodotti vegetali), 2 secondi (carne e pesce), 2 contorni (verdure ed ortaggi sia cotti che crudi), frutta (varia), dolce a scelta, vino bianco e rosso, acqua minerale liscia e gassata, bibite, caffè». Ma sia chiaro che, anche in questo caso, la Regione ha voluto mantenere una linea di coerenza politica, organolettica e programmatica. Stabilendo che «per la preparazione di coffee break, del lunch e della cena — è precisato nel bando di gara — bisogna privilegiare prodotti freschi e tipici campani». Evitando, così, di rendere infelici i convegnisti che potrebbero essere infastiditi da qualche prodotto surgelato. A desinare non saranno neanche in pochi, sono tanti gli affamati previsti: si parte da «gruppi di persone fino a 50» per arrivare a «oltre 300». Garantita la qualità del prodotto da deglutire, la Regione ha anche pensato alla comodità degli ambienti dove ospitare i partecipanti. Mica è opportuno mandarli in una fredda e buia sala di periferia. Anche qui viene in soccorso il capitolato d'appalto: «Le sale dovranno appartenere a strutture alberghiere di buon livello — è specificato nel bando — almeno quattro stelle per le conferenze stampa e i convegni, o location di interesse storico-culturale facilmente raggiungibili e munite di parcheggio». Ma il lavoro dei consulenti sarà veramente duro. Perché oltre alle cibarie dovranno impegnarsi nell'individuare il «costo delle penne» per gli eventi. Mica semplici stilo, ma biro «personalizzate con apposita serigrafia raffigurante l'immagine dell'evento». Anche qui la Regione non dimentica di essere guidata da un'amministrazione ecologically correct, perché le penne dovranno assolutamente avere un «rivestimento in materiale riciclato». Che dire poi dello snervante servizio di fotocopiatura per il quale il consulente dovrà rendicontare «il costo per ogni 50 fotocopie in bianco e nero» e il «sovrapprezzo espresso in percentuale per stampa e fotocopiatura a quattro colori». Naturalmente anche le nuove tecnologie e gli esperti di comunicazioni vanno pagati. Ed infatti l'appalto non ha dimenticato davvero nulla: neanche i costi «per la diffusione di un comunicato stampa» e la «definizione di una mailing list, inclusa la stampa». Ma il vero capolavoro del bando di gara della Regione è la richiesta di preventivo per un click. Al massimo per due click. Comprensivi, forse, dell'usura del dito che dovrà premere il pulsante di un computer, collegato ad internet, per stabilire la connessione. Quindi ecco previsto «il costo della spedizione, tramite e-mail, con successiva riconferma prima dell'evento» dell'invito al convegno. Non potevamo mancare, naturalmente, anche le hostess. E che non siano delle dilettanti. Bensì «di buona professionalità», altrimenti si rischia di far sminuire il ruolo della Regione Campania. Infine una sollecitazione ai superburocrati di Palazzo Santa Lucia. Visto che la corsa ai consulenti sembra irrimediabilmente ripresa in questo lasso finale di legislatura, forse sarebbe opportuno assoldarne qualcuno che mastichi l’inglese. Per evitare, come successo a pagina 5 del bando di gara, che la versione anglosassone del pranzo, ovvero il «lunch», si trasformi nel «lanch». Che, probabilmente, deve essere la trasposizione partenopea della colazione di metà giornata «made in Uk».

Fonte: corrieredelmezzogiorno.it

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