«Nonnini» capitani d'impresa frodano un miliardo

«Nonnini» capitani d'industria e nullatenenti diventati, d'un colpo, grandi imprenditori. Una sola la finalità: frodare il Fisco attraverso un carosello di società fantasma, italiane e straniere, che in poco tempo hanno sottratto all'Erario 1 miliardo. Poco meno di quanto iscrive ogni anno in bilancio il ministero dell'Istruzione sotto la voce "pulizia degli edifici scolastici". L'associazione a delinquere – scoperta dalla Gdf di Padova e Venezia - era costituita da imprenditori veneti e lombardi, da "faccendieri" napoletani e da cittadini stranieri, una vera e propria holding di "carta" del crimine transnazionale che ha portato gli 007 delle Fiamme gialle ad indagare in tutta Europa, dalla Germania alla Grecia, dall'Inghilterra all'Austria.

Anziani appositamente assoldati e nullatenenti si prestavano a creare "castelli" di società con sede operativa in stanze deserte dotate solo di fax, scrivania e una sedia per un'unica impiegata, solitamente estranea alla frode, che si trovava a gestire l'emissione di fatture dagli importi incredibili che arrivavano addirittura a 4 milioni l'una.

"Cartaccia – spiega la Gdf - che avrebbe dovuto giustificare trasporti effettuati da camion "fantasma" carichi di telefoni cellulari che partivano da Padova, giravano mezza Europa con merce inesistente, per poi comparire, dopo al massimo due giorni, nuovamente nella città". Il guadagno? Evadere l'Iva e sottrarre importanti fette di mercato offrendo lo stesso prodotto ad un prezzo altamente concorrenziale. La galassia di imprese fantasma (dette in gergo "cartiere"), dopo brevi periodi di attività (un paio d'anni al massimo), venivano messe in liquidazione o trasferite all'estero e lasciate quindi morire senza assolvere ad alcun debito con il Fisco.

Fonte: ilsole24ore.com