18 apr 2009

Il «sistema» Soria e le accuse. Il racconto di una segretaria. E le spese per resort, mazzi di fiori e aerei

L'ordinanza. Un conto mensile gestito dalla madre. «Così sbloccavo i soldi per il prof»

Il gip scrive: Soria è un individuo incline alle ingiurie e alle prevaricazioni, che sfrutta la sua posizione di potere

TORINO — Spiega una segretaria: «Avevamo una cassa presidenziale che funzionava così: il professore ci chiedeva un anticipo per le spese per il mese in corso e noi sbloccavamo i soldi, 3-4 mila euro alla volta. Questa piccola contabilità veniva gestita dalla mamma del professore…». E un'altra: «Ho assistito un sacco di volte a irregolarità di cassa della presidenza. Con quei soldi altro che Grinzane… noi compravamo di tutto per Soria, specie i suoi continui viaggi a Roma». «Tanto per fare un esempio», scrivono i magistrati: «l'archivista personale di Soria ricorda acquisti tipo mazzi di fiori da mandare alla madre per il compleanno, creme di bellezza per sé e per altri, soggiorni nei centri benessere. Tutti attribuiti poi all'Associazione come spese di rappresentanza».

Nelle 36 pagine dell'ordinanza che tiene in carcere da due giorni Giuliano Soria, fondatore del Premio Grinzane, non ci sono solo i grandi affari (quasi un milione di euro secondo l'accusa) del professore accusato di malversazione, appropriazione indebita, violenza sessuale, ingiurie, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. C'è il «sistema Soria ». Il «convinto e reiterato comportamento nel tempo» di un uomo che per 27 anni ha fatto la fortuna del Premio, sì. Ma soprattutto la sua. Con un fiume di denaro usato come patrimonio personale e una gestione «a dir poco clientelare», dicono gli investigatori, della sua multinazionale della cultura: regali, inviti a cena, viaggi, casse di vino pregiato... Il professore, annota il gip Silvia Salvatori, era convinto di poter contare sulla sua personalità di «individuo incline alle ingiurie e alle prevaricazioni, in grado di sfruttare sapientemente la sua posizione di potere e di influenza per assoggettare alle proprie pretese le persone con cui entrava in contatto anche attraverso l'umiliazione psicologica dei vari dipendenti ». Per esempio Nitish, il mauriziano che lo accusa delle molestie e che lui, stando all'indagine, ha più volte maltrattato con «contumelie e intemperanze».

L'ordinanza dice che l'ha costretto «a spostare nottetempo quadri» a «cambiare l'acqua dei fiori a ogni ora», a «essere disponibile 24 ore su 24», a «subire, anche in presenza di altri, approcci sessuali, insulti verso sua madre», a «mangiare carne proibita dalla sua religione o cioccolato scaduto» e, non ultimo, a «non percepire compensi per 4 mesi». Tutto in nome della sua «autorità». Che usò con molti collaboratori. A una dipendente disse: «Oca, sindacalista di merda, lei non capisce un cazzo. Io sono il presidente e quindi faccio quello che mi pare». Ma il comportamento più stupefacente di Soria, rivelano gli inquirenti, è quello post-scandalo. Il professore chiamò un collaboratore (Pasqualino Pulcino) e si fece comprare una scheda telefonica per evitare intercettazioni. Poi cercò di aggiustare le versioni sulle molestie e sui soldi. Fino a inventare un furto. Al telefono con la domestica Vincenza Marazzotta, spiegò cosa rispondere sul muratore tuttofare, Giovanni Ruggeri, che lavorò a casa sua per tre anni con pagamento a nome Grinzane-Cavour. «Lei dica che Giovanni è stato da noi dieci giorni, solo a dare un aiuto, a venire a controllare le cose dopo che hanno rubato qui, al quinto piano... E poi un'altra cosa: lei sa bene con quanto affetto ho sempre trattato Nitish. Solo un grande affetto, vero?».

A Veronica Basilotta, impiegata convinta di aver ricevuto l'ispettorato (era la Finanza) per controlli al Grinzane lui disse al telefono: «Lei doveva buttarsi per terra e poi denunciarli per molestie». Ad Antonella Cavallo, collaboratrice, spiegò: «Stringiamo i ranghi, nessuno parli con l'esterno, vigilanza assoluta». Ma più di tutto si fece insistente con Giuseppe Cavaliere, titolare del muratore. «Se ti chiamano non devi negare tutto. Devi solo evitare di dire che hai fatto lavorare il tuo uomo al terzo piano per casa mia. Dì che il lavoro era per il Grinzane agli altri piani». Alla polizia tributaria della Finanza sono convinti che il caso Soria sia solo all'inizio. Ieri gli uomini del colonnello Francesco Greco hanno sequestrato 40 scatoloni di carte in Regione e altre nel Castello astigiano di Costigliole D'Asti, una delle sedi del Premio, altre ancora in una società di Bologna.

Tutto questo mentre la governatrice Mercedes Bresso annunciava una costituzione di parte civile, se le accuse arriveranno a un processo, e i finanzieri perquisivano le abitazione di due nuovi indagati, uno dei quali è il fratello, Angelo Soria, funzionario regionale nel settore delle comunicazioni (l'altro è un imprenditore). La procura di Giancarlo Caselli indaga anche sulla recente cena a casa Soria: giornalisti, politici e un imprenditore del vino. A lui il professore avrebbe chiesto, non si sa a che titolo, un milione e 200 mila euro.

Fonte: corriere.it

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