6 feb 2009

Angelucci, regali a tutti i politici. Chiesto aiuto anche alla Turco

L'ipotesi di una truffa da 170 milioni. La difesa: mai usati giornali per fini personali
Biglietti per partite e crociere. Il patron: accuse infondate

ROMA — Contatti con politici e ministri, regali e biglietti omaggio per l'Olimpico, delibere pilotate, pressioni per fermare le indagini della procura di Velletri. «Un'inchiesta analoga a quella su Alfredo Romeo — osserva l'avvocato Paola Parise, che difende uno degli indagati — perché anche qui i politici non pretendono denaro: elargiscono favori al potente di turno ». Il risultato, però, per gli Angelucci non è stato di poco conto, se è vero quello che scrive il gip Roberto Nespeca nell'ordinanza: «L'attività investigativa ha accertato come il San Raffaele di Velletri sia riuscito a far determinare le tariffe sanitarie 2007 a proprio vantaggio, a scapito delle altre case di cura e della sanità pubblica e, di fatto, a compromettere l'attuazione del piano di rientro nei confronti del governo, che comporta come ulteriore conseguenza un ulteriore aggravio della finanza della Regione Lazio». Ma la giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera, che ha già avviato l'esame delle carte, sarebbe orientata a dire no alla richiesta di arresti domiciliari per Antonio Angelucci. Quale sia il grado di impatto della Tosinvest, è noto anche all'esterno del gruppo.

«Del resto professo' —commenta il 1˚ settembre 2007 la dirigente regionale Agnese D'Alessio con Agostino Messineo, direttore della Asl Rm H, entrambi indagati— Angelucci col suo yacht munito di elicottero, i figli voglio di', hanno portato tutta questa estate alle Eolie... sono andati a fare il giro sulle Eolie ... gratis con l'elicottero... tutti i funzionari della Regione Lazio... si sono sentiti tutti del jet-set». Ed è un benefit bipartisan, come quello delle vacanze, anche il biglietto per l'Olimpico di Roma. Alla distribuzione pensa la portavoce del gruppo Tosinvest, Daniela Ropstow, con cui Giampaolo Angelucci il 26 ottobre 2007 si lamenta: «Dagli 'na ridimensionata, Danie'. Non è che questi ci possono manda' i parenti». Il motivo del malumore di Angelucci jr. è che buona parte dei biglietti finisce ai dirigenti Tosinvest mentre dovrebbero avere altre destinazioni. Ma è sugli atti della Regione predisposti dai dirigenti del San Raffaele che è più pesante il gip. «Il sodalizio criminoso — scrive Nespeca — partecipa direttamente al processo decisionale relativamente alle vicende che riguardano la clinica, alle delibere in materia di tetti di spesa e di ripartizione dei fondi ». Un aiuto sostanzioso proviene da Mauro Casanatta, president dell'Aiop, l'Associazione delle cliniche private che, secondo il gip, è «asservita» agli interessi Tosinvest.

La bufera al San Raffaele scoppia quando si scopre che c'è un'inchiesta: «È scattata un'indagine su tutte le nostre strutture, tiettela per te 'sta cosa», dice Claudio Ciccarelli, direttore operativo del San Raffaele, a un certo Franco Pianozza il 7 luglio 2007. E dopo il 6 settembre, data del sequestro delle cartelle cliniche da parte del Nas, diretto dal capitano Marco Datti, il gruppo cerca di prendere le contromisure. Giampaolo Angelucci, non si sa come, riesce a leggere il verbale; il padre annuncia di voler protestare e chiedere aiuto al ministro della Salute Livia Turco, annunciando di volerle mostrare i verbali dei Nas per farle chiamare il comando generale dei carabinieri «e chiedere cosa sta succedendo». Emerge, tra l'altro, che la Asl Rm H, ai Castelli Romani, «preavverte» la clinica dei controlli. Una «gola profonda» sarebbe Agostino Messineo, il direttore del Servizio di prevenzione: considera «una pazzia» ogni verifica sulla Tosinvest. «Dopo aver letto l'ordinanza del giudice posso dire con serenità che le accuse nei miei confronti sono assolutamente prive di fondamento», ha sottolineato Antonio Angelucci. «Le aziende che ho creato hanno sempre operato correttamente e in modo rigoroso. Per La talpa controllare la regolarità delle operazioni e degli atti amministrativi è stata da tempo istituita una Commissione di professori universitari che ha accertato come nessuna irregolarità sia stata rilevata anche nella casa di cura di Velletri». E ancora: «Non ho mai utilizzato testate giornalistiche per fini personali anche perché sono gestite da giornalisti autonomi, liberi e del tutto indipendenti».

Fonte: corriere.it

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