2 dic 2008

Il presidente racconta: «Ecco come è andato il concorso per magistrati». «Atteggiamento "truffaldino" da parte di non pochi candidati.

La relazione di Maurizio Fumo sul sito del ministero della Giustizia
Un vicequestore trovata in possesso di appunti nascosti tra la biancheria intima»

MILANO - Cosa è successo dentro i padiglioni della fiera di Milano durante il concorso per 500 magistrati? Adesso è possibile conoscere, dopo quella dei tanti partecipanti inviperiti, anche la versione del presidente della commissione Maurizio Fumo. La sua relazione, infatti, è stata pubblicata sul sito del ministero della Giustizia (Leggi >).

LA «SPILLATURA» - Fumo scrive che la commissione si riunisce il 13 novembre presso il Csm a Roma. Alla riunione partecipano «quasi» tutti i commissari. In questa riunione si decide di non ammettere testi commentati anche se le relative pagine fossero «spillate» per evitare che un candidato poco leale liberasse dalle cuciture la parte non consentita. E si decide che questa disposizione sia divulgata a beneficio dei candidati sul sito del ministero della Giustizia. Nonostante l'annuncio, al momento della prova, in tanti si presentano con i codici commentati. Fumo afferma che i candidati che si sono presentati con testi commentati, sebbene spillati, «sono stati invitati a strappare le pagine oppure a rinunciare al codice stesso». Infatti, il presidente scrive: i candidati che hanno aderito a tale invito e «che hanno materialmente eseguito l'operazione» sono stati ammessi con i codici «purgati». E poi aggiunge: «Va da sé che detti codici, benché privati della parte esplicativa delle norme, continuavano a recare sulla copertina «codice commentato». Questo avrebbe tratto in inganno i contestatori.

LA LISTAFANTASMA - Il presidente Fumo nella sua relazione scrive che i circa 30.000 volumi sono stati «controllati dal personale delegato al quale è stato chiarito che la "lista" dei codici della quale erano in possesso (per altro a seguito di una iniziativa non precedentemente nota alla commissione) aveva solo valore indicativo».

LA SEDE DELLE PROVE - Anche la situazione logistica descritta da Fumo appare quantomeno difficile: «La commissione era riunita all'estremità del secondo piano mentre la segreteria informatica si trovava al piano terra all'estremo opposto». Per di più i cellulari non funzionavano perché i settori riservati ai candidati erano stati «schermati». Risultato: la commissione, mentre nelle aule scoppiava la protesta, era isolata e le comunicazioni lente e difficoltose. Inoltre, «flussi violenti di aria fredda, provenienti dall'impianto di condizionamento», ha colpito «non pochi candidati». I responsabili sono riusciti solo parzialmente a risolvere e non in breve tempo tale problema», scrive Fumo.

LE MATERIE E LE TRACCE - «Le materie non sono state sorteggiate» afferma Fumo nella sua relazione, aggiungendo che «non esiste un vincolo normativo» che li obbliga «ma sono state individuate secondo criteri di opportunità, giorno per giorno». Quali sono questi criteri di opportunità?

UN COMMISSARIO SE NE VA - «Il prof. Fabio Santangeli ha rappresentato di doversi allontanare per tornare a Catania per precedenti impegni». Santangeli, secondo la relazione di Fumo, aveva anticipato che doveva andarsene, ma non aveva specificato di doversi allontanare prima della «dettatura». Non si sono capiti. Ma perché Santangeli è arrivato fino a Milano e se ne è andato dopo la selezione della materia delle tracce? «Né d'altronde il Santangeli avrebbe potuto essere trattenuto d'autorità», ammette Fumo. Quindi cosa accade? Che le tre tracce precedentemente individuate devono essere ri-individuate. Si ricomincia la procedura con grave ritardo sui tempi d'inizio della prova. Intanto tra i banchi cresce il disagio per questo ritardo. Ma la materia delle tracce, cioè «diritto amministrativo», non cambia. Quindi Santangeli esce di scena ma porta con sè il segreto che la prova scelta è di «diritto amministrativo».

ALTRI COMMISSARI SI ALLONTANANO - Fumo scrive ancora: «La professoressa Piccinini, nominata in sostituzione del prof. Del Prato, è stata presente solo nel giorno 19; il 20 e il 21 è stata assente per pregressi impegni universitari, adeguatamente documentati. Il prof. Paterniti, assente il 19, è giunto il 20; ha preso parte alla elaborazione delle tracce solo del giorno 21 e si è allontanato dalla sede di esame, senza addurre alcun impegno o impedimento, appena trascorse le quattro ore di dettatura». Occorre premettere che, trascorse quattro ore dalla dettatura delle tracce, un commissario può entrare o uscire dai locali dove si svolgono le prove, senza che il presidente possa far nulla. Ma non esistevano proprio commissari senza impegni pregressi?

LA CONTESTAZIONE - Nel frattempo nei padiglioni scoppiava il caos: la commissione non si vedeva; sui tavoli c'erano i codici «apparentemente» commentati; sui testi non consentiti c'era tanto di timbro del ministero. Gli esagitati avevano gioco facile. Molti, non tutti, aspiranti magistrati iniziavano i cori: «Vergogna, vergogna». Scrive Fumo: «La commissione colta, in primo tempo, di sorpresa per la violenza, la volgarità e la natura apertamente minacciosa... ha comunque mantenuto la calma». Dopo più di un'ora, la polizia penitenziaria, che faceva servizio di vigilanza, ha formato un cordone davanti al tavolo della commissione per proteggerla. Quindi Fumo ha fornito le sue spiegazioni non cadendo nelle provocazioni, ma le sue precisazioni, non hanno «raggiunto tutti i presenti» per gli evidenti disagi logistici.

NELLA BIANCHERIA INTIMA - Dopo l'ingresso alle 9 dei candidati «finalmente alle 14 era possibile procedere all'operazione di sorteggio della traccia e alla sua dettatura». L'ultimo candidato ha consegnato «il suo elaborato oltre le ore 23». Mentre le operazioni di chiusura sono «terminate alle ore 2 del mattino». Poi Fumo scrive che nei giorni successivi (20 e 21) le prove si sono svolte in maniera «abbastanza regolare». Tuttavia, come si spiega nella relazione, si è reso necessario un apposito «banco delle espulsioni», cui erano addetti «almeno tre commissari». Il presidente denuncia poi l'atteggiamento «obliquo e truffaldino da parte di non pochi candidati e, tra questi, un vicequestore trovata in possesso di una rilevante dose di appunti, nascosta tra la biancheria intima».

LA NOMINA DEL PRESIDENTE - Il presidente Fumo si è trovato a gestire il concorso con una nomina sopraggiunta solo tre giorni prima a causa della rinuncia di Antonio Gialanella «dimissionario, a quanto si sa, per sopraggiunti motivi personali», come scrive lo stesso Fumo nella relazione. Oggi la commissione sarà ascoltata alle 19 dal Csm che, nel frattempo, ha aperto un'inchiesta dopo le innumerevoli denunce e le interrogazioni dei politici. Anche il ministro Alfano ha definito «gravissimo e inaccettabile» quello che è avvenuto a Milano: «Non si dovrà ripetere mai più - ha spiegato il ministro -. Per questo proporrò una legge che preveda che il candidato trovato a tentare di imbrogliare al concorso di magistratura non solo sarà espulso, ma non potrà mai più parteciparvi. Penseremo altresì al licenziamento dei commissari d’esame che dovessero risultare compiacenti o collusi con il truccare il concorso, favorendo qualcuno».

Fonte: corriere.it

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