6 dic 2008

Etica tre per due

Evidentemente, esistono due etiche: la prima è in vigore nei tempi normali, la seconda scatta in quelli straordinari. E noi a Firenze stiamo vivendo giorni molto particolari. Questo abbiamo imparato, ed è almeno una certezza, dopo due settimane di dichiarazioni e commenti dei politici sull'indagine della Procura della Repubblica di Firenze su Castello. L'etica di tutti i giorni pervade tutto: è fatta di codici rigorosi (per il consiglio comunale, per l'università, per le imprese, per l'energia, l'acqua, il clima, i rifiuti. la finanza, la salute, il turismo, la spesa). Disegna una società kantiana («il cielo stellato sopra di me, la legge morale in me»), popolata di uomini saggi e giusti, che mangiano cibi biologici, naturalmente equi e solidali, vestono abiti confezionati in paesi dove è proibito lo sfruttamento del lavoro minorile e esiste almeno uno straccio di contratto di lavoro, fanno andare la lavatrice e la lavastoviglie di notte per preservare il pianeta, in bagno hanno la carta igienica riciclata per salvare la foresta amazzonica, la casa al mare è a impatto zero (cioè con pannelli solari e altro), dividono la spazzatura con rigore (umido, plastica e carta) per poi spesso gettare tutto in unico cassonetto perché gli altri non ci sono ma non importa, lo spirito dell'etica è olimpico, l'importante è partecipare. Se qualcuno viene eletto si impegna a comunicare «la proprietà, la partecipazione, la gestione o l'amministrazione di società ovvero di enti aventi fini di lucro; l'appartenenza ad associazioni, organizzazioni, comitati, gruppi di pressione che tutelino o perseguano interessi di natura finanziaria, nonché i ruoli di rappresentanza o di responsabilità eventualmente ricoperti ovvero il loro sostegno».

NEL MONDO PERFETTO. Perché la politica, nel mondo perfetto, è «al pieno servizio del bene comune, della giustizia sociale, di un modello inclusivo di convivenza». Nella vita di tutti i giorni non si assumono i figli, gli appalti hanno regole severe, non si vota nei consigli (di amministrazione, di facoltà, comunali eccetera) quando si discute di cose nelle quali c'è qualche interesse personale, ci si dà del «lei» se l'altro è un imprenditore e del tu se l'altro ha un ruolo sociale, economico, politico chiaramente inferiore e si vuol mostrare che il potere non conta nelle relazioni personali e che si è sinceri democratici. Il linguaggio è attento, educato, raffinato (oltre che grammaticamente, è soprattutto politicamente corretto). Il nero non è negro, e soprattutto non è mai abbronzato. Un parco non «fa cagare » e dalla camorra non c'è niente da imparare, anche se comunque è importante «la chiarezza d'espressione». Le vacanze si fanno dove: 1) non ci sono dittatori 2) il popolo non è sfruttato 3) i nostri soldi non andranno ad aumentare il divario fra ricchezza e povertà. Le vacanze preferibilmente si fanno: in paesi dove grande sia la povertà, ma i nostri soldi andranno direttamente a poveri locali, senza intermediari, che così avranno grande beneficio. In caso di malattia (dal raffreddore in su) si consumano con attenzione (ove sia possibile) medicine senza marchio, e anzi, a proposito del marchio, si privilegia sempre il prodotto locale a quello multinazionale, il cioccolato della piccola bottega a quello della Nestlè, perché anche comprare è una azione etica, nel mondo perfetto. Le imprese devono dimostrare di rispettare tutte le leggi (lavoro, sicurezza, ambiente), altrimenti vengono giustamente boicottate. I Comuni formano indispensabili commissioni o assessorati per le pari opportunità e per la pace, le Regioni organizzano convegni o meeting possibilmente in parchi naturali per discutere di ecologia e cambiamenti climatici. L'energia è sempre pulita, la finanza promuove il microcredito, gli uomini e le donne del Pd «rifiutano una gestione oligarchica o clientelare del potere, logiche di scambio o pressioni indebite».

E POI I TEMPI STRAORDINARI. Le cose cambiano quando i tempi si fanno straordinari. In caso di inchiesta della Procura della Repubblica, avvisi di garanzia, sequestri, intercettazioni, interrogatori, il mondo dei buoni e dei giusti è come «sospeso », ed entra in vigore un'altra etica, molto più semplice. E' come se valesse soltanto il codice penale. E' male quello che il codice penale punisce, tutto il resto si può fare. Se non è reato, è bene. I buoni e i giusti diventano garantisti, verso se stessi molto di più che verso gli avversari politici (ma non dovrebbe essere viceversa?), si cerca in ogni modo di non dimettersi, di resistere, attaccandosi a ogni cavillo (dell'avviso di garanzia, del codice etico, dello statuto non importa) che consenta di andare avanti. Con grande fiducia verso la magistratura, naturalmente.

Fonte: corrierefiorentino.it

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