9 nov 2008
L' "Espresso": a Cortona c'è un Casale Bassolino. Lui replica: non possiedo nulla. Però..
NAPOLI - Una polemica al calor bianco. Da una parte i magistrati Noviello e Sirleo che sequestrano oggetti e anche la «traccia» di un assegno da 81 milioni della vecchie lire del governatore Bassolino. Dall'altro il presidente della Regione che parla di un'indagine «incomprensibile e profondamente ingiusta». Al centro una nuova «campagna» del settimanale L'Espresso che racconta la storia con tanti dettagli.
Un assegno di 81 milioni di vecchie lire per acquistare parte di quello che l'Espresso già definisce il «casale Bassolino». Una casa in mattoni rossi, un «lussuosa villa» dice il settimanale, sulle colline di Cortona, meta prediletta dai vip. Una residenza su cui si è appuntata l'attenzione del pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, i due magistrati che seguono il «caso rifiuti» con 28 persone alla sbarra, tra cui il governatore campano. Per la Procura, sostiene l'Espresso, proprio nella ristrutturazione della casa (450 metri quadrati coperti) - ufficialmente di proprietà dell'oncologo Pino Petrella, ex amico di Bassolino (amicizia interrotta dopo la bufera di un'inchiesta su presunte pressioni su direttori generali di Asl) ed ex deputato Ds - «potrebbero essere stati reinvestiti e occultati i presunti profitti patrimoniali di Bassolino». Per questa vicenda Bassolino ha ricevuto il 2 ottobre un avviso di garanzia.
Il 6 ottobre una ventina di finanzieri sono stati spediti dai pm a Cortona e Roma per perquisire la villa e gli studi professionali di Petrella. Non solo, ma anche negli uffici della «Ciemme» con sede in viale Augusto a Napoli. Sia Petrella sia i responsabili della «Ciemme» non sono indagati ,a risultano solo coinvolti come «terzi» rispetto al governatore. Una lunga perquisizione, con sequestro di computer, agende e una «traccia» del famoso assegno da 81 milioni di lire per le quali l'oncologo Petrella chiede il dissequestro e la restituzione al tribunale del Riesame (che dovrebbe decidere entro fine settimana). I pm motivano il sequestro sostenendo che ci sarebbe stato un «commissionamento di lavori edili nonché la simulazione d'acquisto da parte di Petrella al fine di nascondere la compartecipazione di Bassolino».
Dopo che la cosa è venuta fuori, ora si ci sbizzarrisce a ricordare le visite di Bassolino, vere o presunte, a Cortona in quella villa che Petrella completò nel 2005 e che, secondo l'Espresso, tra costi di acquisto e ristrutturazione, è «costata complessivamente circa un milione di euro». Così si racconta che durante i lavori, il governatore sia stato avvistato un paio di volte a Cortona o nei dintorni, posto nel quale poi sarebbe tornato per le seconde nozze di Petrella. Una presenza che non passa inosservata, tanto che i giornali locali scrivono: «Bassolino compra casa a Cortona». Petrella da parte sua smentisce su tutta la linea e, a Marco Lillo e Claudio Pappaianni che hanno firmato il servizio, dice: «Bassolino non ha mai dormito nel casale e ho pagato tutto io». Tanto che il nome del casale è «Milu», dal nome della moglie Miriama e della figlia, Lucreazia: «Altro che casale Bassolino», sbotta l'oncologo.
Bassolino attacca in modo diretto: «Non possiedo casali e neppure una casa in proprietà. Sono invece titolare, contrariamente a quanto a volte scrivono alcuni organi di stampa, e come è del tutto naturale, di un (uno e solo) conto corrente, quello dove vengono versate le mie indennità. Questa è la realtà. L’unica casa che ho comprato quando ero parlamentare, e che ho pagato con lungo e oneroso mutuo, l’ho data ai miei figli prima di risposarmi. Diversi anni fa, mi è stato proposto di partecipare alla ristrutturazione di un immobile nella zona di Cortona e, aderendo all’invito, ho versato un assegno di 81 milioni di vecchie lire. Ma quando poi mi sono reso conto che c’erano esigenze differenti e che il progetto diventava per me troppo costoso, la mia partecipazione all’iniziativa non ha avuto più seguito. L’unico proprietario di tutto il casolare era ed è il professor Petrella, con il quale, peraltro, non ci sentiamo da anni. Come sempre, da parte mia, esprimo rispetto per la magistratura. Ma questa nuova indagine dei pm Noviello e Sirleo è per me incomprensibile e profondamente ingiusta».
Fonte: corriere.it
Il termine scandalo deriva dal greco skàndalon, che significa ostacolo, inciampo. Il significato più antico del termine rinvia ad azioni o discorsi che danno cattivo esempio.
Nell'accezione corrente uno scandalo è l'effetto di un'azione che, una volta divenuta di pubblico dominio, causa un turbamento della sensibilità morale pubblica, prevalentemente in materia di sesso, denaro ed esercizio del potere. Il turbamento deriva in genere, più che dall'infrazione di singole norme, dal fatto che le azioni considerate "scandalose" sono caratterizzate da una commistione impropria delle categorie citate, che tale commistione è stata resa pubblica e/o che le azioni "scandalose" hanno com protagonisti personaggi pubblici.
I motivi di scandalo variano quindi in funzione delle epoche, delle culture e delle classi sociali in cui tali comportamenti vengono messi in atto e resi noti. Essendo la notizia pubblica di un fatto il motore principale dello scandalo, nella società moderna essi vengono frequentemente amplificati - e spesso costruiti - dai media, che promuovono a scandalo (cioè a questione etica di interesse generale) pettegolezzi sulla sfera privata (familiare, affettiva, sessuale) di persone note.
Gli ambiti in cui possono avvenire gli scandali sono i più vari, in ambito politico-finanziario possono riguardare episodi di corruzione e abuso di potere; in ambito privato possono riguardare l'infedeltà coniugale, la sessualità o l'omosessualità delle persone coinvolte, l'abuso fisico a danni di soggetti deboli (es. la pedofilia); in ambito sportivo è spesso motivo di scandalo una condotta sleale (ad esempio, casi di corruzione e doping).
Concernendo azioni "discutibili", molto spesso gli scandali hanno conseguenze politiche e giudiziarie. Ancor più spesso vengono strumentalizzati a scopo politico o economico.
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Casale in Toscana, l'ex proprietaria:
RispondiEliminaanche Bassolino trattò.
Le motivazioni del Riesame sul sequestro dell'immobile
NAPOLI — L'ex proprietaria del casale di Farneta che risulta appartenere a Pino Petrella ricorda bene: alle trattative per l'acquisto prese parte anche Antonio Bassolino. Orsola Polezzi, questo il nome della donna, lo ha raccontato ai pubblici ministeri Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, che indagano sui presunti illeciti nella gestione dei rifiuti in Campania. La circostanza emerge dalle motivazioni della sentenza con cui il Riesame ha ritenuto legittimo il sequestro nei luoghi di residenza e domicilio di Petrella. Tra gli oggetti sequestrati, un assegno di 81 milioni di lire staccato da Bassolino a Petrella.
Il governatore è indagato per concorso in inquinamento e mancata bonifica dei luoghi: vicenda collegata al processo — la cui prossima udienza è fissata per mercoledì prossimo — in cui è imputato assieme agli ex vertici di Impregilo. «Si evidenzia la circostanza — scrivono i giudici del Riesame — che detto reato è caratterizzato dal dolo specifico del conseguimento di un ingiusto profitto. Di qui la pertinenza dell'accertamento relativo agli acquisti patrimoniali riferibili per interposta persona al Bassolino ed alla ricostruzione dell'ammontare delle somme impiegate e dei relativi flussi». Quanto ai «fondati motivi» che hanno legittimato la perquisizione ed il sequestro, «va evidenziato che, a differenza di quanto dedotto dalla difesa, essi non si sostanziano in meri sospetti o opinioni soggettive dei pm». Oltre alla testimonianza della precedente proprietaria del casale di Farneta, i giudici (Annalisa De Tollis, Antonia Napolitano Tafuri e Luigi De Magistris) citano le fatture emesse dalla «Banelli impianti srl», la ditta di Cortona che realizzò l'impianto elettrico e quello idrico. «In tali fatture, emesse nei confronti della Ciemme di Pozzuoli in data 4 giugno 2007 (poco più di un anno fa, dunque, ndr), viene espressamente menzionato l'espletamento di lavori di impiantistica «come da preventivo presso appartamento Bassolino sito in località Farneta ».
I giudici del Riesame parlano poi di «formidabile riscontro documentale di fatture aventi a oggetto lavori eseguiti presso dimore attribuite a Bassolino, ma intestate ad altri soggetti» e di «necessità di occultamento di flussi finanziari che va verificata». Per lunedì prossimo, intanto, è fissata l'udienza preliminare dell'inchiesta «Rompiballe ». Venticinque gli impu-tati, tra cui l'ex subcommissario Marta Di Gennaro. Stralciate dal procuratore le posizioni di Alessandro Pansa, Corrado Catenacci, Ciro Turiello, Claudio De Biasio, Armando Cattaneo ed Enrico Pellegrino. La clamorosa decisione di Lepore sarà discussa dal consiglio giudiziario il primo dicembre prossimo: i pm Noviello e Sirleo, che non l'hanno condivisa, hanno infatti presentato alcune osservazioni. Ci sarà un confronto tra la posizioni dei due sostituti e quella di Lepore e dell'aggiunto Aldo De Chiara, coordinatore della sezione. Il consiglio valuterà poi se archiviare o inviare gli incartamenti al Csm.
corriere.it