29 ott 2008

Biglietti omaggio (la solita storia). L'aneddoto dell'assessore Umberto Croppi: due biglietti, ma entrano in quattro

ROMA — Sono strepitosi, a volte. Sono davvero oltre. Sono esattamente come uno se li immagina. Politici potenti e arroganti, politici banali, paonazzi, un po' volgari. Allora, sentite: erano giorni che quelli che gestiscono l'organizzazione di questo Festival venivano giù, sui gradoni dell'Auditorium, con gli occhi al cielo e le braccia larghe, e raccontavano: «No, sul serio: tipi così, mai visti al mondo...». Tu gli chiedevi: dài, spiegate. E loro: «Ti spieghiamo cosa?... No, credici: è una storia troppo triste, dacci retta, lascia stare». Ma che lascia stare. Infatti, dopo un po', sono crollati: «La verità? Dal gabinetto del sindaco Alemanno ci hanno massacrato di richieste». Richieste, scusate, per cosa? «Biglietti omaggio. Biglietti gratuiti. Per figli, per amici dei figli, per le fidanzatine dei figli e...». E poi? «Per le mogli, per le cognate, per la suocere...».

L'ASSESSORE PRETENDE - Storie spiacevoli. Complete di aneddoto. High School 3, anteprima, domenica pomeriggio: all'ingresso della sala si presenta Umberto Croppi, assessore alla Cultura del Campidoglio e amico personale del sindaco (la loro adolescenza politica, come noto, fu piuttosto nera e agitata). Croppi ha due biglietti e quattro persone al seguito. Dice: «Vabbé, dov'è il problema?». Gli spiegano che quattro meno due, fa due. Cioè mancano due biglietti. E lui: «Ne mancano due? Beh, facciamo che ora non mancano più». Lo guardano con aria interrogativa. «Entrano tutti e quattro. Punto, basta. Entrano e basta. Qualcosa da obiettare?». I deputati del Pd Giovanna Melandri e Dario Franceschini, a pochi passi, nella folla festante dei bambini, assistono muti. Inevitabilmente, lunedì sera, l'ufficio di presidenza del Festival è stato così costretto a spedire una lettera (per ovvio escamotage diplomatico inviata anche alla Regione e alla Provincia) in cui si avvertivano tutti «i soci fondatori del Festival» che, qualora volessero avanzare richieste per acquistare biglietti, è ora in funzione un numero telefonico specifico» (si noti la sottigliezza dell'indicazione: «per acquistare»).

IL MAESTRO BACCHETTA - Non casualmente, il maestro Mario Monicelli dice che «la Mostra di Venezia e il Festival di Roma non sono neanche in concorso. Venezia, infatti, ha una sua tradizione e una sua classe che Roma, purtroppo, non ha». Monicelli parla sotto la pioggia, davanti a una folla che neppure riesce ad ascoltarlo, sperduta com'è nelle piccole piazze e lungo i vicoli: proiezione pubblica in piazza Santa Maria dei Monti del suo primo, memorabile documentario: «Vicino al Colosseo, c'è Monti». C'è il rione Monti. Un rione bellissimo. E a entrarci, per dire, non si paga niente.

Fonte: corriere.it

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