17 gen 2008

Troppi assenti in FI, «graziato» Bassolino

Dodici senatori forzisti mancano all'appello. E l'Aula respinge la mozione di Calderoli

Il leghista Roberto Calderoli e il liberaldemocratico Lamberto Dini nell'aula del Senato (Ansa)
ROMA - Non è passata al Senato la mozione con cui la Cdl, primo firmatario il leghista Roberto Calderoli, chiedeva al governo di sciogliere il Consiglio regionale della Campania e di rimuovere il presidente della giunta, Antonio Bassolino, ritenuto responsabile della grave crisi sanitaria dovuta all'emergenza rifiuti a Napoli.

ASSENZE ECCELLENTI - A «graziare» il governatore è stata l'assenza dall'Aula di ben 12 esponenti di Forza Italia che con il loro voto favorevole avrebbero potuto consentire al testo di essere approvato, a maggior ragione dopo la presa di posizione di Lamberto Dini che aveva annunciato che lui e i liberaldemocratici non avrebbero votato la risoluzione della maggioranza «perchè si avvallano le posizioni del governo, un governo che dimostra di non voler accertare le responsabilità della crisi campana». Il documento di Calderoli è stato respinto con 144 no, 141 sì e 5 astenuti. Insomma: se i forzisti fossero stati presenti, i numeri per chiedere lo «sfratto» di Bassolino ci sarebbero stati.

«OCCASIONE PERDUTA» - Grande l'amarezza dello stesso Calderoli: «Abbiamo perso una occasione che difficilmente ci ricapiterà - ha detto l'ex ministro delle Riforme del governo Berlusconi - Oggi c'era quasi una congiuntura astrale che non si ripeterà tanto facilmente: c'erano i senatori dell'Udeur assenti, mancavano tutti i senatori a vita, quelli di Dini votavano con noi. Potevamo mandare a casa Bassolino e magari anche Prodi. Eppura Forza Italia lo sapeva bene che le mozioni si votavano oggi». Qualche cronista ha provato ad avanzare l'ipotesi di assenze dovute ad una mancata «precettazione» da parte dello stesso SIlvio Berlusconi: «Non gli potete chiedere di fare anche questo - lo ha però difeso il senatore leghista -. Oltretutto ha la mamma che sta male ed ha altre preoccupazioni. Erano altri a dover precettare tutti»..

Fonte: corriere.it

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