20 dic 2007

«È socio di Messina Denaro»: arrestato a Castelvetrano re dei supermarket

E' socio del superlatitante Matteo Messina Denaro in una società che gestisce 46 supermercati con il marchio della Despar, colosso della grande distribuzione alimentare.
Con l'accusa di concorso in associazione mafiosa è finito in carcere poche ore fa Giuseppe Grigoli, 58 anni, imprenditore di Castelvetrano: per la Procura antimafia di Palermo la sua società, la "Gruppo 6 G.D.O. srl" è la capofila di interessi mafiosi che portano a Matteo Messina Denaro (pure lui destinatario dell'ordine di custodia cautelare). I pm antimafia hanno iniziato a ricostruire i rapporti illeciti che ci sarebbero tra i due concittadini, Grigoli e Matteo Messina Denaro, partendo dai "pizzini" che il quarantenne latitante scriveva a Bernardo Provenzano. Grazie all'alleanza di ferro con Messina Denaro, sostiene chi indaga, Grigoli avrebbe potuto espandere passo dopo passo l'impero economico della "Gruppo 6 G.D.O. srl" da Castelvetrano fino a tutta la provincia di Trapani e a gran parte delle confinanti province di Palermo e Agrigento. Un potere di condizionamento enorme, sostengono i pm che hanno condotto l'inchiesta, Roberto Piscitello, Costantino De Robbio, Michele Prestipino e Marzia Sabella, coordinati dagli aggiunti Roberto Scarpinato e Giuseppe Pignatone. Un potere sempre più forte che avrebbe addirittura portato Matteo Messina Denaro, lo si legge in uno dei suoi ultimi "pizzini" inviati a Provenzano prima che questi venisse catturato, a insistere presso il "capo dei capi" perché gli fornisse un nome di un suo fedelissimo per poter rilevare un punto vendita con l'insegna della Despar anche a Corleone. Un supermarket a pochi passi dal covo in cui Provenzano ha condotto i suoi ultimi mesi di latitanza e che il cognato del boss, Filipp Guttadauro, avrebbe potto gestire in prima persona .
Agli atti della Procura antimafia ci sono anche i "pizzini" in cui Matteo Messina Denaro spiega a Provenzano di aver sempre avuto il via libera dei "colleghi" di Agrigento per espandere il proprio giro d'affari legato ai supermercati, ma di aver avuto un intoppo con alcuni boss emergenti che pretendevano da Grigoli il pagamento del pizzo. A questo punto, ha raccontato il "pentito" Maurizio Di Gati, ad Agrigento arrivò un "pizzino" di Provenzano il quale decretava che "Messina Denaro e Grigoli sono la stessa cosa": il che voleva dire che non si poteva pretendere il "pizzo" dal socio di un superlatitante.
L'inchiesta che ha portato all'arresto è stata condotta dalla Dia (che ha sequestrato la società con un capitale sociale di 12.500.000 euro) dallo Sco della polizia, dalla Squadra mobile di Palermo e di Trapani.
"Come emerge dalle lettere di Provenzano e Messina Denaro e dalle indagini" spiega il dirigente della Squadra mobile di Trapani, Giuseppe Linares, "Grigoli è un imprenditore che da estorto diventa soggetto che crea ricchezza per conto di Cosa nostra. E' il modello di imprenditore che la nuova svolta di Confindustria deve puntare a isolare".

Fonte: ilsole24ore.com

Nessun commento:

Posta un commento

Etichette

Post in evidenza

Regioni: molte spese, pochi valori

Non si può definire semplicemente corruzione, sprechi, malgoverno quanto sta emergendo a proposito delle Regioni Quando la quantità di un ...