25 nov 2007

Multe, 2007 da paura. La politica economica dei comuni basata sul semaforo.

Un miliardo e mezzo di euro. Tremila miliardi delle vecchie lire. Diciamo una buona fetta di manovra finanziaria. È quanto se ne andrà dalle tasche degli italiani a causa delle multe. Certo, se fossimo più attenti ai semafori rossi, ai limiti di velocità e ai divieti di sosta, pagheremmo di meno. Ma non tanto. Infatti, le multe sono diventate parte della politica economica dei comuni. Che si trovano quasi costretti a fare cassa alle spalle degli sventurati automobilisti che passano per il loro paese.

Ammette “la colpa” Secondo Amalfitano, coordinatore nazionale dei piccoli comuni dell’Anci, che spiega: “È vero. I comuni adottano la tecnica delle multe. Ma lo fanno per sopravvivere”. Amalfitano ne spiega le motivazioni: “Da alcuni anni ormai si sta manomettendo l’assetto secolare dei comuni con provvedimenti isolati e senza visione complessiva costringendo al taglio i bilanci. Questo stravolge gli enti locali. E per i piccoli comuni la cosa è ancora più grave”.

Sta di fatto che la somma totale derivante dalle multe è cresciuta di oltre il 50% negli ultimi cinque anni. E poi c’è una delle questioni fondamentali. La legge sulla sicurezza stradale prevede che i soldi incassati dalle multe siano investiti in sicurezza stradale. Cosa che puntualmente non avviene, perché ci sono da ripianare i bilanci locali. Ancora il coordinatore dei piccoli comuni dell’Anci cerca di capire le motivazioni: “Chiudere una buca per un comune diventa problematico e difficoltoso con i bilanci attuali”.

In numeri assoluti, ovviamente, Roma e Milano la fanno da padroni per numero di multe. Ma in termini relativi sono proprio i piccoli comuni ad essere le sanguisughe degli automobilisti. Il primato del rapporto tra gli introiti da contravvenzioni e il numero di abitanti spetta a Santa Luce: 1.600 anime in provincia di Pisa per un incasso di 1,7 milioni di euro grazie alle contravvenzioni nel 2005. Ovvero 1.100 euro ad abitante. Quando la media nazionale è di 35 euro l’anno.

Amalfitano prova a spiegare: “Un taglio ad un piccolo comune è gravissimo. Di qui la necessità della fantasia italica di aggrapparsi a quello che c’è in giro: le multe in primis“. Non è la solita faccenda dei costi della politica, è questione di sopravvivenza”.

Fonte: panorama.it

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