22 ott 2007

Semafori truffa, blitz a Milano: sotto accusa la durata del giallo

Inchiesta della Guardia di Finanza, troppe multe in tutta Italia
Tra i quattro indagati anche il comandante dei vigili del comune di Segrate

MILANO - Al semaforo il giallo era troppo veloce. E questo serviva a far volare gli introiti della società che gestisce gli impianti di fotorilevazione delle multe. Più automobilisti finivano immortalati dalle macchinette T-red, più soldi finivano nelle casse della società vincitrice della gara d'appalto, la Scae. È la tesi alla base dell'esposto, firmato da centinaia di automobilisti, che ha fatto partire le indagini della procura di Milano sui semafori di Segrate, comune dell'hinterland milanese. Su richiesta del pubblico ministero Alfredo Robledo, titolare delle indagini, la Guardia di finanza ha sequestrato i cinque apparecchi che regolano il tempo dei semafori, i "vampiri rossi", come li ha battezzati la gente del posto. E nel registro degli indagati sono finiti, per turbativa d'asta, falso materiale e abuso d'ufficio, quattro persone: il comandante della polizia municipale, Lorenzo Giona, un funzionario dei vigili, Dario Zanchetta, Raul Cairoli, della Citiesse e Luigi Lucchini della Scae.

Non è la prima volta che in Italia si aprono indagini sui comandi di polizia municipale e sulle società che gestiscono le fotorilevazioni, contestate in varie regioni - dal Lazio alla Puglia, dalla Toscana all'Umbria - anche da prefetti e giudici di pace. Un servizio delle "Iene" aveva denunciato un episodio simile a Perugia. Nel caso di Segrate sott'accusa, negli esposti dai cittadini e da associazioni come Federconsumatori, sono i tempi del giallo, la fase cioè tra il via libera del verde e il rosso che impone lo stop.

Non esiste, per ora, una norma che dica quanto debba durare lo spazio tra il rosso e il verde ma una circolare del ministero dei trasporti di luglio, pubblicata sul sito Internet poliziamunicipale. it, dà delle indicazioni di massima, ricavate da uno studio del Cnr, il consiglio nazionale delle ricerche. La "determinazione dei tempi di giallo" indica durate di 3, 4 o 5 secondi: dipende dalla velocità di arrivo dei veicoli agli incroci che può essere, rispettivamente, di 50,60 o 70 chilometri all'ora. "Nella pratica - è scritto nella circolare ministeriale - si adottano generalmente tempi fissi di 4 e 5 secondi, rispettivamente su strade urbane ed extraurbane". Non si escludono, in alcuni casi, durate diverse, "ferma restando la durata minima di 3 secondi". Al minimo consentito per legge, si attengono quasi tutti i semafori delle città italiane: tre secondi a Roma, per esempio, all'intersezione tra via Cristoforo Colombo e circonvallazione Ostiense. Idem a Napoli (Riviera di Chiaia angolo Santa Maria in Porto), a Firenze (viale Guidoni, via Piagentina, lungarno Colombo) a Bologna (gli incroci di via San Donato), a Torino, a Milano (via Sforza e via porta Romana).
A Segrate, le contestazioni sono nate per i tempi del giallo sulla Cassanese, una strada ad alta percorrenza: circolano 62 mila veicoli al giorno in entrambi i sensi.

Ma il problema è anche la gara d'appalto: a vincerla è stata la Scae, una ditta di Segrate con la quale il Comune ha firmato un contratto che da un lato prevede, per l'azienda, introiti da 200mila euro all'anno, dall'altro assicura una percentuale sulle multe pari al 25 per cento: secondo gli automobilisti che hanno presentato l'esposto, da novembre, le contravvenzioni sono state 40 mila e gli utili per l'azienda superiori. Secondo l'accusa, inoltre, il Comune avrebbe deciso ancor prima della gara d'appalto di dotarsi degli impianti T-Red. Ma la ditta vincitrice non aveva i requisiti per fornirli. Adriano Alessandrini, sindaco di Segrate replica che "il sistema funziona, incidenti e multe si sono ridotti al minimo".
Fonte: repubblica.it

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