26 giu 2014

Spese pazze in Liguria: arrestate Fusco e Piredda, consigliere dell’Idv

Le «pasionarie» ai domiciliari per l’accusa di peculato relativa all’utilizzo dei fondi destinati al gruppo fondato da Di Pietro: acquisti per viaggi, frigo, parrucchieri

Dall’Italia dei valori agli arresti nell’inchiesta sulle «spese pazze» in Liguria. Vestiti, viaggi, profumi, capi d’abbigliamento. Persino «Gratta e vinci». Tutto con soldi pubblici. Le due consigliere regionali Marylin Fusco e Maruska Piredda sono state arrestate e messe ai domiciliari, dalla Guardia di finanza per una ipotesi di peculato relativa alle spese effettuate nel 2012 con i soldi del gruppo dell’Idv, di cui facevano entrambe parte.

Misure cautelari

Piredda è stata convocata negli uffici della Finanza a Genova e arrestata in esecuzione di una misura di custodia emessa dal gip di Genova. È stata trasferita nella sua casa di Milano. Fusco è agli arresti domiciliari a Montecatini.

«Sono incredula, sconvolta»

«Sono incredula, sconvolta» ha esclamato la Fusco mentre veniva arrestata. Fusco ha parlato con il suo legale, il genovese Stefano Savi, che l’ha raggiunta a Montecatini, dove è stata disposta la custodia cautelare ai domiciliari. La custodia cautelare si è resa necessaria in quanto «sia per Marylin Fusco che per Piredda si è profilata la possibilità di reiterazione del reato e il pericolo di inquinamento probatorio».

Maruska e Marylin

Chi sono le due donne finite in manette? Marylin Fusco nel maggio 2010 viene eletta consigliere regionale e successivamente nominata vicepresidente della giunta regionale Assessore all’Urbanistica. Nel novembre del 2012 aderisce a «Diritti e Libertà” diventandone capogruppo in consiglio. Maruska Piredda invece era la «pasionaria» hostess precaria dell’Alitalia che aderì all’Italia dei Valori; nel febbraio 2009 è stata candidata con Idv alle elezioni europee, senza successo, dello stesso anno per il collegio Nord Ovest.

L’esultanza per il fallimento trattativa Alitalia/Cai

Piredda divenne celebre proprio per una foto, scattata nel 2008, nel giorno in cui la trattativa per la privatizzazione di Alitalia, in procinto di essere acquistata da Cai, sembrava sul punto di saltare. In gran parte riuniti all’aeroporto di Fiumicino, tanti, tra i dipendenti Alitalia, esultarono. Anche se il rischio era quello del fallimento del vettore. Una contraddizione simboleggiata nell’immagine un po’ paradossale di Piredda esultante che fece il giro del mondo. Al Corriere raccontò: «L’esultanza? Era giusta...».

Il via dell’inchiesta

Le spese fatte dal gruppo regionale ligure dell’Idv nel 2012 erano finite sotto inchiesta della Procura di Genova nell’autunno dello stesso anno. A gennaio 2013 scattarono gli avvisi di garanzia per peculato per quattro ex consiglieri regionali del partito e due funzionari: Scialfa, Piredda, Fusco Quaini, passato poi in Sel e dimessosi alcuni mesi fa da consigliere regionale. Furono indagati anche il tesoriere del gruppo, Giorgio De Lucchi e una sua conoscente.

Le «spese pazze»: viaggi, parrucchieri, frigo, vino

Spese di fondi destinati ad attività politiche effettuate per pranzi, viaggi in taxi, cibo per animali, biancheria, acquisti vari sono contestati a Fusco e Piredda. «Spese pazze» relative agli anni 2010-2011-2012. Parte delle spese che sarebbero state effettuate illegalmente sono state menzionate dalle due indagate in conversazioni telefoniche intercettate. Le contestazioni nei loro confronti riguardano anche le attività svolte come consigliere. A Fusco viene contestato il fatto di avere speso i contributi destinati alle attività politiche per acquistare penne, usb, portachiavi, registratori, agende, accessori da scrivania, portafogli, cartelle, zaini, materiale da cancelleria non rinvenuti presso la Regione Liguria. Risultano viaggi Genova-Roma e Roma-Genova rendicontati due volte , spese di ristorazione e di trasporto non inerenti l’attività istituzionale. Spiccano varie spese per taxi utilizzati per recarsi in un centro estetico, per andare a cena insieme al marito e a un’amica.

Le contestazioni a Piredda: c’è anche un «Gratta e vinci»

A Piredda sono contestate, tra le altre, spese per cibo per animali, biancheria, sanitari, articoli di cancelleria, capi di abbigliamento, parrucchiere, gratta&vinci, lavanderia, calzature, parafarmaci, penne Montblanc, libri, profumi, borse, tessuti da arredamento. Alla consigliera vengono anche attribuiti pranzi con un’amica, con la figlia e con il marito

Fonte: corriere.it

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