7 nov 2013

Arrestato il Superiore dell’Ordine dei Camilliani: per essere eletto, fece sequestrare due sacerdoti

Padre Salvatore fu riconfermato il 13 marzo ad Ariccia. Sei in carcere, il regista dell’intrigo è vicino a Flavio Carboni

ROMA - Per ottenere la riconferma alla guida del misericordioso Ordine, non ha esitato a far sequestrare per l’intera giornata due sacerdoti che avrebbero dovuto partecipare all’elezione. Solo così, “sottraendo” quei due voti rivelatisi decisivi al suo antagonista, padre Renato Salvatore, 58 anni, era riuscito a farsi riconfermare Superiore generale presso l’Ordine dei Ministri degli Infermi (noto come l’Ordine dei Camilliani, dal fondatore San Camillo De Lellis) lo scorso 13 maggio 2013, data-simbolo per la Chiesa (apparizione di Fatima). Ma quella votazione, adesso, è finita nella bufera: la Guardia di finanza di Roma, nell’ambito delle indagini condotte dal Gico e dalla Direzione Distrettuale Antimafia, ha arrestato lo stesso padre Renato Salvatore assieme ad altre cinque persone.

LA FINTA AUDIZIONE - Al centro dell’inchiesta figura Paolo Oliverio, commercialista e fiscalista, noto alle cronache giudiziarie per essere a più riprese apparso in scandali finanziari dai quali è sempre uscito senza condanne. L’accusa è di aver ideato una raffinata macchinazione: il “composito gruppo criminale”, spiegano in una nota le Fiamme gialle, aveva “organizzato ed eseguito una finta audizione nei confronti di due chierici, connessa a inesistenti indagini di polizia giudiziaria nei loro confronti, in tal modo impedendo loro di recarsi a votare il 13 marzo presso la Casa del Divin Maestro, ad Ariccia (Roma)”, dove era allestito il seggio. Il reato contestato per tutti è sequestro di persona in concorso, e di conseguenza sono state emesse le sei ordinanze di custodia in carcere.

PRESUNTO MANDANTE - Padre Renato Salvatore è una personalità nota nella Chiesa. Abruzzese di nascita, era arrivato alla guida dei Camilliani nel 2007, succedendo a padre Frank Monks. Ordinato presbitero nel 1983, dopo il dottorato in teologia morale padre Renato concentrò impegno ed energie in svariati campi del ministero camilliano: è stato cappellano, responsabile della casa di formazione della provincia romana, parroco nella Basilica di San Camillo, nonché docente presso il Camillianum e l’Università Lateranense. Per alcuni anni è stato anche il rappresentante del Pontificio Consiglio per la pastorale della Salute presso l’Oms a Ginevra. Ora, l’onta dell’inchiesta giudiziaria e del carcere con l’accusa di aver partecipato a un doppio sequestro pur di non perdere carica e potere d’influenza nelle alte sfere ecclesiastiche.

IL REGISTA - Gli investigatori del Gico e della Dda si sono concentrati sul ruolo avuto nell’intrigo da Paolo Oliverio, 47 anni. Il commercialista con fama di prestanome è stato coinvolto in passato nelle indagini sull’ex consigliere Idv della Regione Lazio Vincenzo Maruccio (arrestato un anno fa per distrazione di ingenti somme, che firmò numerosi bonifici a suo favore), in quelle sulla P3 e sull’eolico in Sardegna, relative al sistema finanziario facente capo al faccendiere Flavio Carboni (“con cui l’Oliviero vantava frequenti contatti finanziari e personali”, spiega ancora la Guardia di finanza), e infine nella più remota inchiesta su conti correnti “gestiti in Liechtenstein per conto di Renato Squillante e Attilio Pacifico”. L’interesse odierno di Oliverio a mantenere un “rapporto privilegiato” con padre Salvatore, invece, secondo gli investigatori aveva un preciso tornaconto: confermare il proprio potere nella gestione di alcuni nosocomi diretti dai Camilliani, tra i quali quello di Casoria, nel Napoletano. Oltre agli arresti sono state eseguite numerose perquisizioni, alcune delle quali ancora in corso.

Fonte: roma.corriere.it

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