La ex presidente della Regione Umbria ha sempre sostenuto la correttezza del proprio operato. Viene ipotizzato il rischio di reiterazione del reato
La presidente di Italferr, Maria Rita Lorenzetti, è stata messa agli arresti domiciliari stamani nell'ambito di un'indagine della Procura di Firenze relativa a lavori della Tav in Toscana. A suo carico - secondo le prime informazioni - verrebbero ipotizzati i reati di corruzione e associazione per delinquere. Lorenzetti, ex presidente della Regione Umbria, ha sempre sostenuto la correttezza del proprio operato.
Viene ipotizzato il rischio di reiterazione del reato nell'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari notificata stamani alla presidente di Italferr Maria Rita Lorenzetti. Un provvedimento particolarmente corposo, di poco meno di 500 pagine. Lorenzetti, Pd, ha guidato la Regione Umbria per due mandati, fino alla scorsa legislatura.
Sono sei le persone finite agli arresti domiciliari nell'ambito dell'indagine della procura di Firenze sugli appalti per la Tav. Tra loro, come detto, la presidente di Italferr Maria Rita Lorenzetti. Notificate inoltre anche cinque misure interdittive.
La Lorenzetti è accusata di essersi adoperata perché venissero pagate due società impegnate nei lavori della Tav a Firenze, per le quali i versamenti erano in ritardo: emerge dall'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari che le è stata notificata stamani
In cambio la Lorenzetti avrebbe ricevuto presunti favori professionali per il marito. Per questa vicenda la presidente di Italferr aveva ricevuto un avviso di garanzia nel gennaio scorso quando la sua abitazione era stata perquisita.
Parla di "vantaggi per il marito assolutamente inesistenti" l'avvocato Luciano Ghirga, difensore della presidente di Italferr Maria Rita Lorenzetti. Il legale incontrerà nelle prossime ore la sua assistita. "I fatti contestati nell'ordinanza di custodia cautelare - ha detto l'avvocato Ghirga - sembrano essere gli stessi dell'avviso di garanzia del gennaio scorso. La dottoressa Lorenzetti ha sempre sostenuto la sua estraneità a tutti i fatti contestati".
Nell'inchiesta sui lavori Tav a Firenze, il gip Angelo Antonio Pezzuti ha deciso gli arresti domiciliari per Gualtiero (detto Walter) Bellomo, membro della commissione Via del ministero dell'Ambiente; Maria Rita Lorenzetti presidente di Italferr, ex presidente della Regione Umbria (Pd); Furio Saraceno presidente di Nodavia; Valerio Lombardi, tecnico di Italferr; Alessandro Coletta, consulente, ex membro dell'Autorità di vigilanza sugli Appalti pubblici; Aristodemo Busillo, della società Seli di Roma, che gestisce la grande fresa sotterranea ''Monna Lisa'' per realizzare il tunnel alta velocità sotto Firenze. Il gip ha respinto la richiesta del carcere, fatta dai pm, per Bellomo.
Inoltre ha deciso la misura interdittiva di due mesi dallo svolgimento di attività per società ed enti di appartenenza a carico dei dirigenti della CoopSette di Castelnuovo di Sotto (Reggio Emilia) Alfio Lombardi, Maurizio Brioni, Marco Bonistalli, del presidente del cda di Seli Remo Grandori e dell'ad di Italferr Renato Casale. Nessuna misura interdittiva, diversamente da quanto chiesto dal pm, per Piero Calandra, membro dell'Autorità di vigilanza per i Lavori pubblici, che sarà interrogato dal gip il 25 settembre.
Lorenzetti da domani non più presidente Italferr
Maria Rita Lorenzetti da domani non sarà più presidente di Italferr, per la scadenza dell'incarico. A riferirlo è il suo difensore, l'avvocato Luciano Ghirga.
"Domani - ha spiegato il legale - è in programma l'approvazione del bilancio dell'Italferr e quindi Lorenzetti avrebbe naturalmente cessato dal suo incarico. Indipendentemente dall'indagine - ha concluso l'avvocato Ghirga - che l'ha portata agli arresti domiciliari".
Gip, l'ex presidente dell'Umbria perseguiva finalità criminali
''Grazie al ruolo'' di presidente di Italferr e ''alle entrature politiche'' come ex presidente della Regione Umbria e membro della direzione nazionale del Pd, Maria Rita Lorenzetti ''dovrà perseguire tre obiettivi precisi di comune interesse che diventano per ciò stesso le finalità dell'organizzazione criminale''. Lo scrive il gip di Firenze Angelo Pezzuti nell'ordinanza in cui dispone gli arresti domiciliari per sei dei 31 indagati dell'inchiesta sul tunnel Tav a Firenze.
Maria Rita Lorenzetti, scrive anche il gip, ''con la collaborazione della struttura operativa di Italferr (Lombardi e Casale) e della struttura imprenditoriale di Nodavia (Coopsette, con Saraceno e poi Alfio Lombardi, Brioni, Bonistalli), nell'organizzazione accusata di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione ed abuso d'ufficio nell'esecuzione dell'appalto per l'attraversamento di Firenze, dovrà ''far in modo che grazie a modifiche normative ed accomodanti disposizioni delle pubbliche amministrazioni a copertura del loro operato, la gestione degli scarti della fresa (per scavare il tunnel sotto Firenze, ndr) sia fatta in deroga alla disciplina sui rifiuti''; ''risolvere positivamente le problematiche insorte, anche penali, relative alla scadenza dell'autorizzazione paesaggistica dell'opera''; ''ottenere il massimo riconoscimento possibile delle riserve contrattuali poste dagli appaltatori (Nodavia e le società subappaltatrici, ndr) per una maggiorazione delle spettanze economiche di centinaia di milioni di euro aggiuntivi rispetto al prezzo di aggiudicazione'', ''ottenendo i favori e la disponibilità di pubblici funzionari organicamente coinvolti nell'associazione'' a delinquere.
''L'emanazione del decreto sulle terre'' di scavo dal tunnel della Tav sotto Firenze ''è vista'' dal gruppo dominato da Maria Rita Lorenzetti, ''come snodo fondamentale per incominciare i lavori'' e ''non viene presa in considerazione altra soluzione che possa essere rispettosa dell'attuale disciplina vigente''. Lo scrive il gip di Firenze nell'ordinanza in cui dispone gli arresti ai domiciliari di sei persone fra cui l'ex presidente della Regione Umbria e presidente di Italferr.
''Lorenzetti si è molto impegnata per l'emanazione del decreto sulle terre'' ed ''ha seguito tutte le fasi della sua approvazione influendo in ogni modo per la sua conclusione favorevole''.
Il decreto del ministero modifica lo status delle terre di scavo, considerate rifiuti da smaltire in discarica, in sottoprodotti. Una questione di cui si occupa l'ex presidente delle Regione Umbria attraverso un'attività di persuasione per la quale si avvale di altri co-indagati.
Parlando con Renato Casale di Italferr, Lorenzetti viene intercettata dai carabinieri del Ros di Firenze in cui dice che ''il decreto deve definire le condizioni in base alle quali terre e rocce da scavo si possono considerare sottoprodotti'' e non rifiuti: un vantaggio per lo smaltimento giacché il sito individuato, l'area ex mineraria di Santa Barbara, in Toscana, non è qualificata come discarica e quindi non avrebbe potuto ricevere le terre. Per arrivare al decreto che qualifica le terre di scavo in modo diverso dalla normativa (rifiuti) Lorenzetti si sarebbe attivata presso ministero dell'Ambiente, tramite il geologo, co-indagato, e anche lui ai domiciliari, Gualtiero (Walter) Bellomo, presso il Consiglio di Stato, la Regione Toscana.
''Soprattutto la Lorenzetti, con espressioni esplicite e intenti manifesti, fa chiaramente il gioco del general contractor (Nodavia, ndr) e del socio di maggioranza Coopsette che giuridicamente dovrebbe essere la sua controparte contrattuale a cui deve far arrivare il massimo del profitto possibile con totale pregiudizio del pubblico interesse che dovrebbe sovrintendere la gestione di un appalto tale''. Così il gip sull'arresto di Maria Rita Lorenzetti, presidente di Italferr, nell'inchiesta Tav di Firenze.
''Maria Rita Lorenzetti - prosegue il gip Pezzuti - fa l'interesse di Nodavia e di Coopsette'' anche ''con completo accantonamento della cura degli interessi dell'ente pubblico che stanzia i soldi e dello Stato che si accolla integralmente l'onere finanziario dell'opera''.
Capo di Nodavia, la stazione di Firenze piu' corta di 70 metri?
Parlando con un tecnico, il presidente di Nodavia, Furio Saraceno, arrestato oggi ai domiciliari, nell'inchiesta Tav di Firenze, ''non riesce a credere che possa esser stato operato un accorciamento della stazione (sotterranea, ndr) di 70 metri''. ''Com'e' possibile? - dice intercettato - Non e' possibile arretrare la stazione di 70 metri o l'accorci perche' se l'arretri di 70 metri vai in via Circondaria''. Lo si evince dall'ordinanza del gip che ha disposto misure ai domiciliari per sei indagati.
Maria Rita Lorenzetti al legale, che ho fatto per accuse così gravi?
E' "molto provata e dispiaciuta per un provvedimento inaspettato" la presidente dell'Italferr Maria Rita Lorenzetti messa oggi agli arresti domiciliari per l'indagine sui lavori della Tav condotta dai pm di Firenze. Lo ha detto al suo difensore, l'avvocato Luciano Ghirga, che l'ha incontrata nella sua abitazione di Foligno. Al legale la Lorenzetti ha detto di "non sapersi immaginare quali suoi comportamenti possano avere portato ad accuse tanto gravi".
"La mia assistita - ha spiegato l'avvocato Ghirga - non riesce a capire quali suoi comportamenti possano avere portato a un provvedimento del genere. Maria Rita Lorenzetti è stata sempre una persona intransigente nelle sue azioni. Ora è molto dispiaciuta per i suoi familiari e per gli umbri che comunque continuano a dimostrarle affetto". Secondo l'avvocato Ghirga, nell'ordinanza di custodia cautelare "non ci sono fatti nuovi rispetto a quelli già contestati con l'avviso di garanzia di gennaio".
"Agli atti - ha proseguito - non ci sono intercettazioni di telefonate che provino alcuna attività illecita. Solo conversazioni relative ai suoi rapporti politici e istituzionali".
L'avvocato Ghirga è poi tornato a sottolineare che il marito della Lorenzetti, architetto, "non ha mai avuto alcun tornaconto per l'attività della moglie". "Mai alcuna utilità" ha affermato il legale. L'avvocato Ghirga ha quindi annunciato ricorso al tribunale del riesame contro l'ordinanza di custodia cautelare.
Lorenzetti a Finocchiaro, C'è un amico che fa squadra
Walter Bellomo, membro della commissione Via al ministero dell'Ambiente, arrestato ai domiciliari per i lavori Tav di Firenze fu segnalato da Maria Rita Lorenzetti alla senatrice Anna Finocchiaro per un incarico di prestigio esaltando suoi meriti e capacità ''nel gioco di squadra''.
Lo evidenzia il gip nella sua ordinanza citando una intercettazione in cui Lorenzetti, considerandolo ''veramente un amico'', rassicura Bellomo di aver parlato di lui in termini lusinghieri alla Finocchiaro.
Bellomo poteva influenzare il rilascio di un parere favorevole sulla Via e il 5 luglio 2012, saputo che il cantiere di Firenze era all'ordine del giorno della commissione plenaria per avere l'autorizzazione paesaggistica, che era scaduta, Maria Rita Lorenzetti gli telefona dicendo: ''Tu sei proprio bravo... L'ho detto ad Anna (Finocchiaro, ndr), l'altra sera siamo stati a cena insieme'', e siccome ''c'è la possibilità che con la spending review cancellino i cda e mettano dirigenti del ministero'' ''allora lei mi ha detto ...se ne fa un altro... vediamo un'altra cosa''. ''Le ho detto - proseguiva la Lorenzetti intercettata dal Ros - 'lui lo merita... è uno bravo... Anna ti devi mettere d'impegno'. Di Bellomo, cui il gip attribuisce capacità di ricatto nell'ambito dell'ordinanza, Maria Rita Lorenzetti dava il giudizio di uno ''competente'' con ''professionalità'' e con ''capacità di relazione: autorevolezza nelle relazioni e fare squadra non è una cosa semplice''.
Dalle indagini è emerso pure che Lorenzetti si adoperò per procurare un posto di lavoro alla Coop Centro Italia, in Umbria, ad una parente di Bellomo, per incentivarlo ad aiutare la ''squadra'' indagata dalla procura di Firenze.
LE INTERCETTAZIONI: Lorenzetti: "Architetto della Regione Toscana str...e terrorista"
Le intercettazioni del Ros dei carabinieri hanno scoperto che veniva condotta una 'guerra' al dirigente della Regione Toscana, responsabile del procedimento Via (Valutazione di impatto ambientale), architetto Zita, poi destinato ad altro incarico, che riteneva di dover considerare rifiuti le terre di scavo del tunnel Tav di Firenze e non prodotti da poter accumulare fuori da discariche autorizzate. ''Stronzo'', lo definisce l'ex presidente della Regione Umbria, Maria Rita Lorenzetti, presidente di Italferr oggi arrestata ai domiciliari su ordine del gip di Firenze. ''Bastardo'' gli fa eco il co-indagato Valerio Lombardi, tecnico di Italferr. I due, indagati per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, sono al telefono e vengono intercettati: Lombardi parla di una ''bozza di delibera'' della Regione Toscana destinata a creare ''qualche problemino: ieri abbiamo avuto una riunione in Regione Toscana nella quale ci hanno detto che... vabbè... il terreno proveniente dalla fresa è un rifiuto... e questo è scontato''.
Parole a cui Lorenzetti reagisce insultando il dirigente regionale, quindi occupandosi di lui: ''Ma questo Zita è presente anche nelle commissioni al ministero dell'Ambiente? Sta nelle commissioni Via?''. Ricevendo risposta affermativa, quindi si informa su chi fosse il referente del funzionario presso il ministero dell'Ambiente. Sempre nella primavera 2012 in un'altra conversazione Lorenzetti dice che l'architetto Zita (sulle terre di scavo) fornisce informazioni diverse perché il suo obiettivo è ''fare il terrorista''. ''Zita è chiaro che fa il mestiere suo... non lo vuole questo decreto''. Anche un altro arrestato, il geologo Bellomo, attacca Zita in una conversazione con Valerio Lombardi: ''Un mascalzone''. Il gruppo guidato dalla Lorenzetti cerca di neutralizzare le sue posizioni finché Lombardi comunica che Zita è stato sostituito alla commissione Via della Regione Toscana.
Gioco di squadra, tra i favori un incarico al marito della Lorenzetti
L'inserimento del marito, architetto Domenico Pasquale, negli appalti post-terremoto in Emilia Romagna, sarebbe uno dei favori ricevuti dall'ex presidente dell'Umbria, Maria Rita Lorenzetti, nel 'gioco di squadra' contestato a 11 indagati dell'inchiesta Tav di Firenze dal gip Angelo Pezzuti, che ha disposto sei ordinanze agli arresti domiciliari e cinque misure interdittive dai rispettivi uffici per altrettanti indagati.
'Poveraccio, il marito mio, a questo punto mi tocca fargli un monumento... non c'entra un cazzo! Non è vero niente''', diceva Maria Rita Lorenzetti in un'intercettazione telefonica collezionata dal Ros dei carabinieri dopo che erano uscite le prime indiscrezioni su questo scambio di favori oggi chiosato dal gip Pezzuti nell'ordinanza. ''L'unica cosa - proseguiva al telefono con un interlocutore - che lui c'ha è che lui ha vinto una gara della Regione Emilia per una scuola del comune di Novi... che non gli ha portato nessuno... se non il fatto che hanno fatto bene l'offerta''. ''Si dice - continuava Lorenzetti -: 'pretendeva incarichi per il marito'... ma di che cazzo parlano!''.
Invece, secondo il gip Pezzuti, Maria Rita Lorenzetti, da oggi agli arresti domiciliari, avrebbe avuto l'incarico per il marito avendo messo a disposizione dell'associazione a delinquere la propria rete di relazioni personali e politiche ''per consentire, in particolare tramite il membro della commissione Via al ministero dell'Ambiente Walter Bellomo (arrestato anche lui oggi), l'approvazione del piano di utilizzo delle terre di scavo per i lavori Tav di Firenze'' e per avere ''tramite Sandro Coletta e Piero Calandra, l'emissione di un parere interpretativo da parte dell'Autorità di vigilanza per i contratti pubblici che avrebbe consentito l'avvio di un accordo bonario per la valutazione di riserve presentate da Nodavia per i lavori Tav di Firenze per un importo di circa 250 milioni di euro''.
"Gioco di squadra", favori a membro commissione Via
Gualtiero detto Walter Bellomo, il geologo siciliano arrestato stamani ai domiciliari nell'ambito dell'inchiesta sul nodo Tav di Firenze, nel 'gioco di squadra' che faceva capo all'ex presidente dell'Umbria, Maria Rita Lorenzetti, avrebbe ricevuto come favori più incarichi per l'esecuzione di lavori ferroviari sulla tratta Cefalù-Castelbuono; un incarico di consulente ambientale da parte di Coopsette per la costruzione della nuova tangenziale esterna est di Milano; la riconferma a membro della commissione Via; l'interessamento per l'assunzione di una parente ad un supermercato della Coop CentroItalia di Perugia. Favori, scrive il gip Angelo Pezzuti, che Bellomo avrebbe ricevuto ''come contropartita per l'apporto fornito per l' approvazione del Put (piano di utilizzo delle terre, ndr) per i lavori Tav a Firenze e delle varianti all'autorizzazione paesaggistica da parte della commissione Via presso il ministero dell'Ambiente, nonché per il rapido e positivo esame da parte del gruppo istruttore Via del progetto per la realizzazione dell'autostrada Cispadana appaltata ad un'Ati partecipata da Coopsette''.
Lorenzetti, per lei una vita in politica
Ha alle spalle una vita passata in politica, con quello che è l'attuale Pd, la presidente dell'Italferr Maria Rita Lorenzetti, messa oggi agli arresti domiciliari in un'indagine della procura di Firenze. Lorenzetti è nata nel 1953 a Foligno, dove risiede con la famiglia. E' laureata in filosofia e dipendente della Provincia di Perugia. Nel 1984 è stata eletta sindaco di Foligno, diventando una delle prime donne-sindaco d'Italia. E' stata eletta per la prima volta in parlamento nel 1987 ed ha proseguito la sua attività alla Camera dei deputati per quattro legislature, ricoprendo anche l'incarico di presidente della Commissione ambiente e lavori pubblici.
Fra i suoi impegni nell'attività parlamentare, il contributo al varo di leggi quali la normativa sulla Protezione civile, la Merloni ter, il regolamento sulla qualificazione delle imprese, la legge per la prevenzione dei rischi idrogeologici, tutti i provvedimenti relativi alla ricostruzione di Umbria e Marche dopo il terremoto del 1997. E' stata eletta presidente della giunta regionale dell'Umbria nel 2000, con il 56,4 per cento dei consensi. Cinque anni dopo, stavolta con il 63,1% delle preferenze, è stata rieletta per un secondo mandato. Maria Rita Lorenzetti aveva anche ipotizzato di candidarsi per un terzo mandato, dovendo però rinunciare per questioni statutarie del suo partito. Il 5 agosto 2010 è stata nominata presidente di Italferr, società del gruppo Ferrovie dello Stato che opera nel settore dell'ingegneria dei trasporti ferroviari e dell'Alta Velocità.
Arrestato: volevo essere deputato Pd, mi hanno tradito
''Mi sono rotto i c... di lavorare per una squadra e poi al momento di dover trovare sempre qualcosa o qualcuno che mi deve scavalcare. Dovevo essere candidato qui nella quota Bersani perchè in Sicilia la Finocchiaro aveva un posto. Mi aveva detto che sarei stato io''. Così Gualtiero 'Walter' Bellomo, geologo della commissione Via del ministero dell'ambiente, già dirigente siciliano dei Ds e coordinatore provinciale Pd a Palermo, si sfogava nel gennaio 2013 con un collega venendo intercettato dal Ros dei carabinieri di Firenze impegnato nell'inchiesta sui lavori Tav della procura fiorentina. Bellomo annuncia di volersi dimettere dalla commissione Via lamentandosi, riporta il gip di Firenze, che la senatrice Anna Finocchiaro (Pd) ''gli ha preferito nell'inserimento della lista, in un posto sicuro per l'elezione, un altro'' candidato.
''Devo dirti che ci sono rimasto molto male - continuava al telefono -, tra l'altro mi hanno rotto i c.... ieri era il mio compleanno, mentre ero con mia moglie fuori: 'Anna vuole il curriculum...', ... quando lei aveva in mente di mettere questo ragazzo in una postazione dove è certo che anche se perdiamo le elezioni questo è deputato''. In un'altra conversazione dei giorni seguenti sempre Bellomo torna sull'esclusione dalla lista per le elezioni politiche del 24 e 25 febbraio 2013 da parte della Finocchiaro dicendo al suo interlocutore che ''il tradimento viene proprio dalle persone per cui io mi sono ammazzato la vita'' cioè da quella persona che '' da quattro anni ogni mercoledì mi fa la lista delle cose che ha interesse che io gliele risolva. Proprio da questa persona io devo essere pugnalato alla schiena''.
Walter Bellomo, una vita nel Pci-Pds e ora in Pd
Camicia bianca e solito look con barba e occhialini da intellettuale, Walter Bellomo, arrestato stamani nell'ambito dell'inchiesta sulla Tav di Firenze per presunti illeciti commessi come membro della commissione Via del ministero per l'Ambiente, solo ieri sedeva tra le prime file di una iniziativa politica a Palermo a sostegno di Gianni Cuperlo, candidato alla segreteria nazionale del Pd, anche se tra i democratici viene collocato in area renziana. Da anni impegnato in politica, Bellomo ha fatto parte del Pci e poi delle sue diramazioni. Il picco della carriera lo raggiunge nel 1996, quando viene eletto segretario cittadino del Pds, a Palermo. Da allora però il suo percorso nel partito è stato difficile: tornò alla ribalta qualche anno dopo, mettendosi a capo dell'area sinistra ecologista del partito, senza troppo successo, e cercando gloria schierandosi a fianco di alcuni big del Pds-Ds. Non è mai riuscito a strappare una candidatura ne' all'Assemblea regionale ne' in Parlamento, per lui solo consulenze, ottenute grazie al partito e alla sua professione di geologo.
Codacons pronto a costituirsi parte civile
Il Codacons ha annunciato che si costituirà parte civile nella vicenda. "E' nostra intenzione tutelare gli interessi degli utenti del servizio ferroviario, attraverso la costituzione di parte civile" spiega in una nota il presidente Carlo Rienzi.
"Da quanto emerso in queste ore - ha aggiunto -, sembrerebbe infatti che la vicenda riguardi anche il delicato fronte della sicurezza dei trasporti sul tratto toscano della Tav. A quanto si apprende i lavori per l'alta velocità in Toscana sarebbero stati eseguiti senza rispettare le norme di sicurezza e ambientali e utilizzando materiale scadente per le paratie ignifughe delle gallerie, mentre lo smaltimento dei residui di scavo non sarebbe avvenuto in modo corretto. Proprio a garanzia degli utenti chiediamo verifiche urgenti sulla Tav toscana, ad opera di soggetti terzi e imparziali, al fine - conclude Rienzi - di accertare il livello di sicurezza dei lavori realizzati sulla linea e sanare eventuali criticità".
Coopsette, Noi e Nodavia estrani agli illeciti
Coopsette, una delle aziende i cui dirigenti sono coinvolti nell'inchiesta fiorentina sulla Tav, "prende atto - si legge in una nota del presidente Fabrizio Davoli - dei provvedimenti che la Procura della Repubblica di Firenze, nell'ambito delle indagini in corso sui lavori della Tav nel capoluogo toscano, ha adottato questa mattina, alcuni dei quali riguardano dirigenti della cooperativa".
"Coopsette - prosegue il presidente - ribadisce di avere sempre agito con correttezza e nel pieno rispetto delle normative vigenti. Per questa ragione, nel rispetto del lavoro della magistratura, Coopsette è convinta che il procedimento penale dimostrerà la piena estraneità della società, della controllata Nodavia e dei propri dirigenti rispetto a qualsiasi tipo di illecito". La nota si conclude con l'auspicio "che il procedimento in corso possa svolgersi in tempi rapidi" e assicurando che "Coopsette continuerà a rimanere a piena disposizione degli organi inquirenti".
Fonte: gonews.it
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